Genitori al tempo del
Coronavirus - Prepariamoli all'ora d'aria
Fiumi di parole uscite dalle nostre bocche, fiumi di parole lette sull'argomento per cercare di navigare in queste acque nuove.
Fiumi di parole uscite dalle nostre bocche, fiumi di parole lette sull'argomento per cercare di navigare in queste acque nuove.
Già fare i genitori in questa era, è un'impresa titanica, visto che i modelli
educativi con i quali siamo stati educati e che saremmo stati pronti ad usare
ora che toccava a noi il ruolo del "maestro" sono ormai pressoché
inutilizzabili.
Inutilizzabili non perché privi di valore, ma perché desueti.
Si vabbè, l'amore, l'onesta’, l'amicizia, il lavoro, il dovere civico, rimangono dei best seller, ma appena ci si scosta da quelle strade maestre, ecco che ci si ritrova in vicoli dei quali non conosciamo il punto di arrivo.
Si vabbè, l'amore, l'onesta’, l'amicizia, il lavoro, il dovere civico, rimangono dei best seller, ma appena ci si scosta da quelle strade maestre, ecco che ci si ritrova in vicoli dei quali non conosciamo il punto di arrivo.
Non c'è cosa più fastidiosa di avere un condottiero che non sa dove si debba andare e non c'è condizione peggiore per un condottiero di quella di chi non sa dove deve portare la sua truppa.
Tutti scontenti quindi, condottieri e truppa, soprattutto in questo periodo nel quale siamo finiti in una strada sconosciuta, e non c'è nessuna memoria storica che ci possa dare un'indicazione sulla direzione da prendere.
(nella foto sopra, ante Covid 19, la "truppa" dei minirugbisti della Superba)
E chi lo sa come si deve vivere in una guerra senza bombe, in una società senza rapporti, dentro a relazioni senza contatto, in una socialità senza aggregazione?
Siamo finiti in un mondo nuovo del quale dobbiamo imparare le regole in contemporanea ai nostri figli e l'interpretazione delle regole e il suo rispetto sono vitali per la nostra e la loro sopravvivenza e per la sopravvivenza di tutti quelli che ci stanno attorno.
Siamo finiti in un mondo di regole il cui rispetto rigoroso è una condizione essenziale, quindi non abbiamo quel margine, quella tolleranza, quella gradualità che, nell'educare un bambino, sono necessarie affinché lui impari, si abitui, metabolizzi.
Siamo chiamati ad un intervento educativo forte, risoluto, fermo, molto poco adatto al nostro attuale stile genitoriale, che invece è basato sulla dialettica, sullo scambio e non sull'autorità indiscutibile.
Siamo chiamati, infine ad un intervento forte, senza l'aiuto dei nostri abituali partner educativi: scuola, sport, scout, parenti, tate, baby sitter.
A breve i nostri figli potranno uscire di nuovo.
Li abbiamo trattenuti in casa seguendo seriamente le indicazioni ministeriali; in molti casi ci siamo sentiti criticati per aver interpretato troppo severamente le regole o addirittura ci siamo sentiti incolpati della loro reclusione in casa.
Da quello che vivo personalmente in casa e da quello che sento nella comunità alla quale appartengo, i bimbi sono stati bravissimi.
Adesso dobbiamo renderci conto che il nostro lavoro non è finito ma - anzi - ha bisogno della stretta finale. I bambini devono essere preparati alle nuove regole di convivenza.
E chi lo sa come si deve vivere in una guerra senza bombe, in una società senza rapporti, dentro a relazioni senza contatto, in una socialità senza aggregazione?
Siamo finiti in un mondo nuovo del quale dobbiamo imparare le regole in contemporanea ai nostri figli e l'interpretazione delle regole e il suo rispetto sono vitali per la nostra e la loro sopravvivenza e per la sopravvivenza di tutti quelli che ci stanno attorno.
Siamo finiti in un mondo di regole il cui rispetto rigoroso è una condizione essenziale, quindi non abbiamo quel margine, quella tolleranza, quella gradualità che, nell'educare un bambino, sono necessarie affinché lui impari, si abitui, metabolizzi.
Siamo chiamati ad un intervento educativo forte, risoluto, fermo, molto poco adatto al nostro attuale stile genitoriale, che invece è basato sulla dialettica, sullo scambio e non sull'autorità indiscutibile.
Siamo chiamati, infine ad un intervento forte, senza l'aiuto dei nostri abituali partner educativi: scuola, sport, scout, parenti, tate, baby sitter.
A breve i nostri figli potranno uscire di nuovo.
Li abbiamo trattenuti in casa seguendo seriamente le indicazioni ministeriali; in molti casi ci siamo sentiti criticati per aver interpretato troppo severamente le regole o addirittura ci siamo sentiti incolpati della loro reclusione in casa.
Da quello che vivo personalmente in casa e da quello che sento nella comunità alla quale appartengo, i bimbi sono stati bravissimi.
Adesso dobbiamo renderci conto che il nostro lavoro non è finito ma - anzi - ha bisogno della stretta finale. I bambini devono essere preparati alle nuove regole di convivenza.
Dobbiamo essere certi di portare i nostri figli al parco
sapendo che loro sappiano le severissime regole da rispettare per poter
guadagnarsi questo scampolo di libertà.
prima di mandare i nostri figli fuori di casa assicuriamoci che abbiano ben
chiare le regole, i rischi, e il loro ruolo di responsabilità verso la salute
degli altri.
Ho due immagini che credo utilizzerò.
In una vedo dei bambini ad una comunione, vestiti tutti col vestitino bello, elegante, pulito. Se uno di loro o alcuni di loro si sporcassero le mani con la cioccolata della torta sarebbero pienamente consapevoli di poter sporcare il loro vestito e quello degli altri.
In un'altra vedo la scena che avviene ai parco avventura, quando tutti in silenzio ascoltano le regole per agganciarsi ai cavi per non finire di sotto. La loro attenzione ed il loro scrupoloso rispetto delle regole sono la garanzia che, quando hanno la percezione del pericolo, i bambini sanno come comportarsi.
In bocca al lupo a noi genitori.
Ho due immagini che credo utilizzerò.
In una vedo dei bambini ad una comunione, vestiti tutti col vestitino bello, elegante, pulito. Se uno di loro o alcuni di loro si sporcassero le mani con la cioccolata della torta sarebbero pienamente consapevoli di poter sporcare il loro vestito e quello degli altri.
In un'altra vedo la scena che avviene ai parco avventura, quando tutti in silenzio ascoltano le regole per agganciarsi ai cavi per non finire di sotto. La loro attenzione ed il loro scrupoloso rispetto delle regole sono la garanzia che, quando hanno la percezione del pericolo, i bambini sanno come comportarsi.
In bocca al lupo a noi genitori.
Federico Ghiglione
Pedagogista
Pedagogista
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