Alberto Chiesa è il nuovo direttore tecnico dei Cavalieri Union.
Novità importante sul fronte societario.
Dopo sette stagioni in forza al Rugby Calvisano, 4
scudetti vinti e una carriera da giocatore professionista distribuita fra le
selezioni nazionali giovanili, Italia A, Cavalieri Prato, Capitolina e Zebre,
Alberto Chiesa, classe 1988 nato e cresciuto a Livorno, torna in area Prato
Sesto per intraprendere un percorso di direzione tecnica che prevede la
conduzione della prima squadra e la supervisione del gruppo cadetto insieme a
tutto il settore giovanile composto dalle categorie under 14, under 16 e under
18.
L’accordo di collaborazione tecnica avrà una durata
triennale, mentre lo staff che lo affiancherà nella conduzione della prima
squadra vedrà il Responsabile Tecnico della squadra under 18 Elia Guastini al
suo fianco e uno specialista della mischia in fase di definizione. Alberto
Chiesa proseguirà anche l'attività da giocatore.
Alberto,
questa è la tua prima esperienza da Direttore Tecnico, ci racconti come sei
arrivato a ricoprire questo nuovo ruolo?
Negli ultimi cinque anni a Calvisano ho iniziato
l'avventura da allenatore prima con la categoria under 18, poi lavorando con la
squadra cadetta e l’under 18 insieme, infine durante l'ultima stagione sportiva
ho assistito Massimo Brunello curando il reparto dei trequarti della prima
squadra.
Una serie di esperienze progressive che rientrano nel desiderio,
peraltro sempre avuto, di poter diventare un tecnico al termine della carriera
agonistica. Ho analizzato tutte le opzioni disponibili e tornare stabilmente a
Prato dove vivo con la mia compagna, mi è sembrata la cosa migliore da fare
adesso.
Quali
sono i tuoi obiettivi principali da DT dei Cavalieri Union Rugby?
Sono ottimista, voglio pormi degli obiettivi di
crescita che facciano leva sul' eccellente vivaio giovanile espresso dal
territorio. I numeri sono incoraggianti e dobbiamo lavorare affinchè i ragazzi
juniores arrivino più in alto possibile. Poi dovremo concentrarci anche sul
gruppo seniores cercando di costruire un ambiente che si avvicini alle esigenze
sportive ed umane dei giocatori, rimanendo coerenti con le possibilità
economiche del club. Credo che Carlo Pratichetti abbia lasciato un contesto
completamente diverso rispetto a quando sono andato via, ha lavorato in maniera
eccellente sulla mentalità e sulla cultura del lavoro. I ragazzi con lui sono
migliorati tanto e credo che il gruppo adesso sia molto più consapevole dei
propri mezzi. Oggi inizia una nuova avventura. Ho una mia idea di rugby e voglio
condividerla con un gruppo di allenatori solido, che dovrà confrontarsi
costantemente per aiutare i ragazzi a migliorare e per sostenere tutto il club
a proiettarsi verso il futuro. La molla che deve muovere i nostri atleti,
facilitati appunto dallo staff, deve essere quella di raggiungere il vertice
societario, di impegnarsi a fondo per vestire la maglia più ambita, quella
della Prima Squadra.
Le
comunità locali di Prato e Sesto Fiorentino sono saldamente vicine al rugby. Ti
aspetti un incremento del sostegno alla squadra?
Mi auguro che il grande interesse del territorio
possa essere una logica conseguenza delle prestazioni in campo. L’ambiente è
predisposto a sostenere una squadra competitiva, e questo l’ho percepito ogni
volta che sono tornato a casa incontrando amici e persone che ruotano intorno
al mondo del rugby. Nel mio passato da giocatore ho vissuto il crescendo di
emozioni che montavano dietro la squadra dei Cavalieri Rugby Club, è stato un
momento esaltante anche se ormai appartiene al passato. Oggi il panorama è
diverso, quella squadra non c’è più, ma abbiamo la fortuna di lavorare in
ottica futura con una realtà nuova e costruita sui tanti atleti provenienti dai
due club costituenti dell’Unione. E’ una opportunità per rilanciare le ambizioni
del gruppo, per far parlare della squadra. Prato e Sesto hanno tutte le carte
in regola per portare allo stadio un pubblico numeroso. La voglia di rugby c’è
e c’è sempre stata, dovrà essere un nostro obiettivo primario quello di
ricreare l’entusiasmo necessario per attirare attenzione su di noi. Ed è una
avventura che non vedo l'ora di iniziare.
Nessun commento:
Posta un commento