Tempi duri per gli sport di squadra, dove il contatto
non trova conforto nelle precauzioni per evitare trasmissioni di malattia.
In
questo il rugby è senz’altro il più penalizzato trovando la sua natura nella
contesa a tutti i livelli per il possesso del pallone. Mischie vietate,
placcaggi off-limits e raggruppamenti neppure a parlarne.
L’under 14 del Rugby Savona ha dovuto prendere atto,
ma allo stesso tempo ha continuato ad allenarsi, non più sul campo ma davanti
ad un video.
In questo frangente si allena il singolo, per quel
che riguarda le tecniche, le abilità e le agilità personali, per temere alto il
tono muscolare. Tutti “presenti” e nessun ritardatario, l’impegno è sviluppato
con serietà perfin più pressante del campo in erba.
Ma non meno importante è il lato collettivo del
rugby, il gruppo e l’amicizia; in questo l’effetto di trovarsi, anche se
davanti ad uno schermo è prezioso: tutti insieme, chi in casa, chi in giardino
e qualcuno sul balcone a muoversi sotto il comando e lo sguardo del coach, ritrovandosi
finalmente a condividere una passione ed un impegno. Finalmente ci si ritrova,
ci si può guardare e creare quel circolo virtuoso dove l’esempio e l’attività
in comune generano benessere ed entusiasmo.
Il campo è lontano, mai vista tanta erba al
Fontanassa in questo periodo.
Nulla da fare, l’arbitro - che nel rugby non viene
mai contestato - ha detto che non si gioca e quindi restiamo sui fondamentali:
attività, disciplina gruppo e, immancabile, terzo tempo a forma di campo!
(Michele Messina)
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