IN LIGURIA le scuole
dell’obbligo sono ancora ferme, pertanto le Province dell’Ovest ne hanno
profittato per sviluppare un proficuo allenamento mattutino al campo Branega di
Prà. Sul tintetico della delegazione ponentina si sono impegnati molti ragazzi
della Under 14, 16 e 18 del club capitanato da Paolo Ricchebono che, alla fine
del medesimo, ci ha confermato la buona prova offerta dalla propria Under 16
che ha espugnato il campo del Varese qualificandosi per il secondo turno dei
barrages per accedere al girone Elite: “ Una bella squadra, si è mossa molto
bene in campo, con ancora grosse
lacune su cui lavorare, e proprio questa
mattina abbiamo provato a cercare di
limitare questi problemi, anche se siamo ancora lontani dall’idea di gioco che abbiamo in mente.
(da sin. Coralie Cabaret e Paolo Ricchebono al campo Branega)
Lavoreremo tanto per
concretizzare questo nostro programma.
Un’idea di gioco che comunque
andrà a finalizzarsi in Under 18 dove il
CUS Genova, ed in particolare con Alessandro Bottino, con qui abbiamo tante
affinità, e abbiamo la possibilità di lavorare
su di un progetto molto bello, molto importante, con un’idea di gioco
simile, e che potremo costruire portando
importanti frutti in seno al club. “
A Cernusco, nel secondo
turno dei barrages Under 16, giocherete con un ostico avversario che domenica
scorsa ha regolato i pari età della Franchigia ProRecco/LaSpezia!
“ Abbiamo il Cernusco –
riprende RICCHEBONO – non sappiamo che squadra sarà, pero’ ogni volta l’alternativa della vittoria alla sconfitta è sempre prevedibile, e messa in conto quindi vedremo, importante è
pero’ che i ragazzi s’impegnino su
questo progetto di gioco, su questo modo di giocare, insieme a Coralie
Cabaret, che proviene da Tolosa, in
Francia, che è la fonte del rugby
francese, e così sarà anche la fonte del nostro rugby, considerando che noi
deriviamo tecnicamente dall’impostazione che è quella di Pierre Villepreux,
maestro della palla ovale trandalpina, lei fa parte della Terra di Pierre di
conseguenza del loro modo di giocare, di vivere e di proporsi. Noi lavoreremo proprio
su questo.
Noi ovviamente cercheremo di
fare il meglio che si potrà, in base alle forze degli avversari, logicamente,
ma come tutti del resto. Cercheremo di crescere in questo progetto a
prescindere dai risultati, il nostro modo di giocare deve differenziarsi da
tutti, perchè deve risultare uno stile
che sempre ci contraddistingue. Ci ha ha contraddistinto negli anni, e ci
contraddistinguerà in futuro, questo è il progetto che abbiamo impostato. I
risultati si vedranno a lungo termine,
se i risultati dovessero accompagnarci anche durante l’anno ben
vengano, se non la nostra idea è quella del lungo termine in quanto è la che
dovremo recuperare l’ultimo obiettivo.”
CORALIE CABARET,
aiutante di Ricchebono per il settore tecnico delle Province dell’Ovest, ha già
una buona esperienza avendo fatto parte del Comitato transalpino del “Tarbes". Le Province di anno in anno partecipano
allo stage in Francia nel Campus di Pierre Villepreux, e ho deciso di seguire
da vicino tecnicamente questi giovani. Personalmente ho lavorato nel Comitato di
Tarbes, in Francia, e desideravo pero’ farmi una esperienza in Italia, per
rendermi conto come il rugby cresce in questo paese, ed ho constatato che di anno in anno
tecnicamente si va in ogni modo a
migliorare. “
Giovani rugbisti
francesi, giovani rugbisti italiani, quali le differenze sostanziali fra questi
due mondi materialmente vicini, ma a livello di rugby ancora tecnicamente
lontani?
“ La differenza
principale per me è che per i giovani
francesi praticare rugby è naturale, spontaneo, mentre i giovani italiani riuscendo a venire a
giocare a rugby hanno già ottenuto una grande opportunità – dice l’allenatrice
francese – in quanto il rugby per voi italiani non fa parte della vostra
cultura, pertanto presentarsi in campo a giocare a rugby è già una grande
affermazione. C’è molta grinta da parte dei ragazzi italiani e soprattutto
negli stage e negli allenamenti, ma durante la partita ci si trasforma in modo
piu’ arrendevole. “

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