venerdì 29 settembre 2017


Domenica il debutto casalingo con l’Amatori Parma.
Intanto la Paspa Pesaro Rugby “battezza” in Comune il via alla stagione 2017/18


Aspettando di rompere il ghiaccio con il campionato di serie B – domenica al Toti Patrignani la prima di campionato fra Paspa Pesaro Rugby  e Amatori Parma (ore 15.30) – questa mattina i kiwi giallorossi hanno “battezzato” la loro nuova avventura con il taglio del nastro della stagione 2017-18 presso la Sala del Consiglio Comunale di Pesaro.

A far da “padrona di casa” Mila Della Dora, assessore allo sport di un Comune di Pesaro che da anni si conferma prezioso alleato nella crescita del rugby pesarese. A cominciare dagli importanti investimenti su un Toti Patrignani che si sta ampliando e sta accrescendo la sua funzionalità. Della Dora che ha ribadito «l’importanza di un 2017 che ha insignito Pesaro del titolo di città europea per lo sport. Ma la nostra è una sensibilità che va oltre la singola annata e, per quel che riguarda il rugby, è un’attenzione cresciuta di pari passo all’incremento costante del movimento rugbistico cittadino. Attenzione ancor più amplificata dal fatto che questa società da sempre investe nei giovani e, di conseguenza, nella crescita del nostro tessuto sociale attraverso i valori più sani dello sport»
(Il Paspa Pesaro Rugby nelle stanze del Comune)

Il presidente della Paspa Pesaro Rugby Simone Mattioli ha sottolineato come «più che una stagione, quest’estate si sia chiuso un ciclo lungo 6-7 anni che ci ha portato gradualmente ad innalzare la prestazione sportiva del rugby pesarese fino alla disputa di una serie A mai toccata da nessuna realtà marchigiana. Nell’ultima stagione non avevamo la rosa peggiore delle altre, ma è mancata l’esperienza di cosa fosse realmente la serie A». E’ stata però un’esperienza formativa che consente oggi di approcciare con un arricchito bagaglio di conoscenze il prossimo campionato di B: «Gestire una retrocessione è più difficile di gestire una promozione – continua Mattioli -  Perché ci ha obbligato a una radicale riorganizzazione. Oggi pensiamo comunque di aver allestito un gruppo competitivo fondato sulla costruzione di un progetto tecnico pensato attorno alla figura di Nicola Mazzucato».
Due i fattori che hanno aiutato la riorganizzazione. Una conferma: «quella della Pagano & Ascolillo come main sponsor – dice Mattioli – che ha ribadito il suo sostegno focalizzando la nostra ripartenza solo sugli aspetti tecnici». E una novità: «il progetto dell’Academy che aggiunge valore al nostro modo di pensare il rugby agevolando la pratica dello sport col sostegno agli studi su vitto, alloggio e tasse universitarie. Andiamo così incontro a quella sensibilità europea che vuole sottrarsi all’equazione secondo cui chi pratica lo sport debba essere penalizzato negli studi».

Un lavoro di ricostruzione messo nelle mani di Massimo Pozzi. Che da giugno scorso ha assunto l’incarico di nuovo direttore sportivo: «Lavori ancora in corso – assicura Pozzi – ci manca ancora qualcosa per esser completi, a cominciare da un mediano d’apertura. Dalla prossima settimana dovrebbero esserci novità. E’ stato un lavoro di ricostruzione complicato con una retrocessione che ha suggerito il disimpegno motivazionale di alcuni giocatori che, arrivati in serie A, si erano dovuti piegare a grossi sacrifici, o di chi ha deciso di partire verso altri lidi. Ma ce ne sono altri che continuano con noi così come ci sono novità importanti che possono beneficiare del progetto Academy». Tra le novità più significative l’innesto di Giorgio Erbolini da L’Aquila, presente in Comune assieme ad una delegazione mista fra alcune novità e altri confermati dell’organico 2017-18. Che alcuni ‘rumors’ danno già tra i favoriti alla vittoria del campionato: «Qualcuno ci ha appiccicato questa etichetta – sorride Pozzi – La realtà è che noi puntiamo a un campionato di vertice, ma, soprattutto, ragioniamo su un progetto triennale. Che ci consenta, laddove, non dovessimo riuscirci quest’anno, di avere la struttura per riprovarci nel più breve tempo possibile».

Progetto pluriennale catalizzato sulla figura del direttore tecnico Nicola Mazzucato, investito del ruolo dallo scorso giugno: «Una partenza anticipata – spiega l’allenatore veneto che sul campo ha collezionato 40 presenze con la nazionale azzurra – che mi è stata molto utile per conoscere ogni dettaglio dell’ambiente, della dirigenza e dei giocatori». Poi, dal 21 agosto, è iniziata una preparazione precampionato «che – dice  Mazzucato – sotto l’aspetto tecnico parte da concetti molto semplici. Prima di ogni cosa si lavora sulle basi e su tutte le skills individuali e capacità polivalenti che vanno sviluppate. Solo una volta perfezionate queste, arriva il passo avanti che si concentra sulla strategia di gioco. Ho trovato un gruppo che ha vissuto qualche difficoltà nel passare ad una metodologia completamente differente dalle loro abitudini, ma lo fa con entusiasmo. E questo agevola un lavoro sull’aspetto mentale che per me è prioritario a qualunque altro».
Mazzucato è anche un approfondito conoscitore dell’attuale girone di serie B dopo aver guidato la Vasari Arezzo nell’ultima stagione «ma – precisa – è un girone molto cambiato e influenzato dalla riforma federale dei campionati che vede quest’anno le promozioni in A passare da 4 a 7. Questo significa che in A non si retrocede e tante società non si rinforzano, ma approfittano per far crescere il proprio vivaio. Così tantissimi giocatori da serie A scendono in B. Ecco perché c’è un altissimo livello di competitività fra tante società di B che vedono in questa annata un’occasione d’oro. Noi compresi: puntiamo ad un campionato d’alta classifica».

Anche Mazzucato ha positivamente “risentito” della novità dell’Academy: «Tra i motivi per cui ho scelto Pesaro c’è proprio questa attenzione che la società dà tanto allo sport quanto a studio e inserimento nel mondo lavorativo – dice – Io stesso ne ho approfittato per iscrivermi a Economia e Management all’Università di Urbino. Questo perché nel panorama attuale non si può più pensare che il rugby sia un lavoro. Si fa rugby in maniera professionale, ma sono in pochi a poterlo fare da professionisti. E a Pesaro si guarda avanti con quella giusta mentalità che cerca di conciliare i percorsi di studi e di lavoro con la carriera sportiva».

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