martedì 12 dicembre 2017


RUGBY COLLEFERRO dal fango del "Maurizio Natali" di casa della domenica precedente, e sconfitta di misura 0/3 con Frascati Rugby Club, al sintetico del "Casignano" salernitano dei “Dragoni”  degli Arechi, suffragata da una vittoria  che regala ossigeno alla classifica. GIAMPIETRO GRANATELLI, Direttore Tecnico del club rossonero, impegnato in un interessante campionato di Serie B, ha accolto ovviamente bene l’affermazione in campo esterno:

(nella foto Giampietro Granatelli, una vita dedicata al rugby)

 “ Dalla lotta nel fango al sintetico modificato – dice, appunto il coach laziale – il nostro è un classico terreno erboso che nelle giornate di pioggia diventa tremendamente fangoso, mentre a Casignano, campo dei salernitani, si è giocato su di un campo sintetico nato per il calcio ma utilizzato anche dal rugby. Un campo idoneo per il rugby, tracciato con particolare nastro che assolutamente resta al suo posto per tutta la partita. Meglio così, quindi, che praticare campi dove il gioco del rugby diventa inguardabile.”
Della partita con gli Arechi se ne parla in altro articolo presente sul sito della Società, ma a noi interessava soprattutto sapere come si sviluppa l’attività in seno a questo club, che in ogni modo nel tempo ha pure partecipato a campionati nazionali di un certo livello.
“ Personalmente sono ritornato dopo trenta anni a Colleferro – riprende GRANATELLI – dopo aver recentemente lavorato con il Civitavecchia Centumcellae ed aver sfiorato per due anni consecutivi la promozione in Serie A. 

Qui a Colleferro stiamo portando avanti un progetto molto chiaro e concreto, e mentre a Civitavecchia avevo in formazione atleti provenienti da Roma, dalle Fiamme Oro, con dei professionisti, qui invece, dove nel 1987 proprio qui a Colleferro iniziai a lavorare come allenatore, gli atleti sono tutti giovani e ragazzi del posto, senza alcun professionista.”
Colleferro una squadra fatta in casa, quindi ? “ Certamente – replica il coach  - e dal giugno 2016 sono di nuovo a casa mia, in quanto la mia abitazione dista centocinquanta metri dal nostro terreno di gioco. Nel mio progetto per prima richiesta c’era la disponibilità di una palestra da mettere a disposizione dei ragazzi di Colleferro, una Società che ha una grossa tradizione. In pratica siamo ritornati a svolgere attività come nei primi anni ottanta, quando qui a Colleferro riuscivamo a inserire in formazione rugbisti provenienti dall’Australia, in quanto con i club di questo lontana terra siamo in buonissimi rapporti. Siamo ripartiti con una squadra di ragazzi, di ventenni,  e quindi chiaramente è difficile ottenere posizioni da alta classifica, è improbabile piazzarsi fra le prime quattro/cinque societa’ in classifica in un girone come il nostro, piuttosto competitivo.

 In ogni caso è un campionato che non ci penalizza in quanto quest’anno non ci sono retrocessioni. Noi facciamo il nostro lavoro, la crescita c’è comunque stata e quando dobbiamo vincere non ci tiriamo indietro. Certo qualche problema attualmente lo abbiamo anche noi, in quanto questa essendo zona industriale molti  ragazzi hanno obblighi di lavoro con i turni, ma non molliamo di un centimetro, l’attività va avanti ugualmente con tanta volontà, a ruota libera. “
L’esperienza di Granatelli è ben nota, e l’essere riuscito a a ottenere buoni risultati prima con le Fiamme Oro Roma in Serie A, poi sempre come direzione tecnica aver guidato il CUS Roma, la Primavera, oltre che aver collaborato con FIR come coordinatore tecnico per la Nazionale Italiana Femminile, vuole significare qualcosa! Questo non è chiaramente rugby da riflettori accesi, da scenari internazionali, E L’IMPEGNO PER ANDARE AVANTI è SICURAMENTE DI SACRIFICO!

“E’ un rugby diverso – dice il trainer del Colleferro – fatto come dicevamo prima in casa. Personalmente prima ed in questi ultimi anni facevo 120 Km all’andata e 120 al ritorno  per andare ad allenare il Civitavecchia, ora sono a casa. E sono fiero di poter dare una mano a questa Società dove nel lontano m1976 cominciai a giocare a palla ovale a nove anni di età”

E questo la dice tutta sulla passione, oltre che sulla preparazione tecnica di questo personaggio che,  del rugby ne ha fatto uno stile di vita!

(le foto delle azioni del test sono di Loris Ale Carlan)

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