venerdì 9 agosto 2019




A settembre si ricomincia, le Vespe riprenderanno il volo anche con le squadre femminili. Sono invitati a unirsi tutti: chi e' alla ricerca di uno sport sano, leale e divertente, chi vuole misurare il suo coraggio, chi non ne può più di fare panchina o di aspettare le convocazioni, chi e' interessato al terzo tempo o ai fiori che crescono sul campo in erba, chi adora fare il bagno nel fiume dopo un allenamento, chi segue il rugby solo per la birra e le grigliate, chi non si arrabbia se l'ovale rotola storto, chi s'infuria perché l'ovale rotola storto, chi non vede l'ora di tirarne giù uno grosso (ma grosso sul serio) per sentire l'effetto e il rumore che fa, chi pensa che correre a perdifiato con l'ovale stretto al petto, coi compagni a fianco che ti guardano le spalle, assomigli proprio tanto a un attimo di felicita'.Noi amiamo senza riserve le mamme del rugby, scrivono lettere bellissime: "Noi genitori li guardiamo sempre più da lontano man mano che passano di categoria: dalla U6, quando siamo ancora tutti li' intorno pronti ad accoglierli amorevoli e consolatori se ti vengono incontro in lacrime perché sono caduti, su per la U8, quando cominciano a correre in ogni direzione come api impazzite dietro la palla, e poi la U10, due anni meravigliosi e difficili dove si comincia a parlare un linguaggio strano di schieramenti, placcaggi e incroci, fino alla U12, quando in mezzo a loro, ormai figurine lontane nel prato


 ("E' il tuo?", "No, il mio ha il caschetto blu". "Io gli ho fatto mettere le calze gialle, così almeno lo riconosco"), l'allenatore urla "Guardie! Mediano! Schiera!" e noi, con meraviglia, ci rendiamo conto che siamo cresciuti insieme a loro. Che capiamo il loro linguaggio, che comprendiamo la bellezza di una ferita se e' frutto di una sacrificio per la squadra, soffriamo con loro di frustrazione per il gesto di un compagno ancora un po' egoista, e leggiamo nei loro occhi il loro amore verso questo sport che insegna tanto, con le buone e anche un po' con le cattive.
Uno sport a cui a volte si arriva un po' per caso, trascinati da un compagno di classe o perché hai visto una partita allo stadio, ma che poi non lasci più, neanche col pensiero, e di cui parli fino all'esaurimento (degli altri).
Uno sport che insegna l'umilta' di riconoscere che puoi essere il più veloce, il più forte, il più intelligente, ma senza squadra che ti sta attorno e corre con te non vinci niente".
Ci rivediamo presto, con novita' e con le solite certezze.
Uno sport a cui a volte si arriva un po' per caso, trascinati da un compagno di classe o perché hai visto una partita allo stadio, ma che poi non lasci più, neanche col pensiero, e di cui parli fino all'esaurimento (degli altri).Uno sport che insegna l'umilta' di riconoscere che puoi essere il più veloce, il più forte, il più intelligente, ma senza squadra che ti sta attorno e corre con te non vinci niente".
Ci rivediamo presto, con novita' e con le solite certezze.
Uno sport a cui a volte si arriva un po' per caso, trascinati da un compagno di classe o perché hai visto una partita allo stadio, ma che poi non lasci più, neanche col pensiero, e di cui parli fino all'esaurimento (degli altri).Uno sport che insegna l'umilta' di riconoscere che puoi essere il più veloce, il più forte, il più intelligente, ma senza squadra che ti sta attorno e corre con te non vinci niente".Ci rivediamo presto, con novita' e con le solite certezze.Uno sport a cui a volte si arriva un po' per caso, trascinati da un compagno di classe o perché hai visto una partita allo stadio, ma che poi non lasci più, neanche col pensiero, e di cui parli fino all'esaurimento (degli altri).Uno sport che insegna l'umilta' di riconoscere che puoi essere il più veloce, il più forte, il più intelligente, ma senza squadra che ti sta attorno e corre con te non vinci niente".Ci rivediamo presto, con novita' e con le solite certezze.


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