La lunga sosta della serie B di rugby è in fase di esaurimento (l’ultima
partita è stata il 17 dicembre), domenica si ricomincia con la decima di
campionato fra Pesaro Rugby e Florentia al Toti Patrignani (ore 14.30), ma per
la Paspa capo-classifica non sarà una definitiva full-immersion nel campionato.
Perché si andrà in campo per tre partite e poi ci si fermerà di nuovo, con due
mini-soste a inizio e fine febbraio.
Un campionato a singhiozzi che per chi è al comando rappresenta un
ostacolo in più: «Le soste sono deleterie quando si è immersi in un percorso di
crescita come il nostro – ribadisce il concetto coach Nicola Mazzucato –
Fermarsi toglie continuità, toglie concentrazione e in qualche modo costringe a
riprendere da capo alcuni principi di gioco». Il tecnico veneto è però
soddisfatto dell’applicazione con cui si è lavorato anche lontano dagli impegni
ufficiali: «Ci siamo allenati con l’idea che le feste non ci togliessero ritmo
– precisa – C’è stato un importante carico fisico di lavori specifici in
palestra con il preparatore atletico Giancarlo D’Amen e, da inizio gennaio, un
prezioso percorso di allenamenti congiunti con l’under 18».
(nella foto il trainer veneto del Paspa Pesaro Nicola Mazzuccato)
Pollice in su al
mantenimento della coralità del gioco, ma con inconvenienti - vecchi e nuovi -
da fronteggiare: continua infatti ad essere indisponibile Fagnani, così come
Solari è alle prese con un delicato problema al nervo sciatico. Da ultima si è
aggiunta l’operazione al naso di Cristiano Salvi e qualche influenza
importante: su tutte quella di Giorgio Erbolini che resta sotto osservazione in
vista di domenica. Quando ci sarà una partita in cui si ha tutto da perdere.
Contro la squadra di Firenze scivolata al penultimo posto dopo l’inquietante
filotto di sette sconfitte consecutive: «Ma questo resta un campionato strano –
tiene le antenne dritte Mazzucato – in cui i risultati del passato hanno peso
relativo, a maggior ragione quando aleggia l’incognita di una sosta che tende a
livellare gli equilibri. Noi abbiamo un primo posto da difendere e vogliamo
farlo giovandoci della continuità di lavoro che abbiamo potuto metterci durante
la sosta». (Daniele Sacchi)
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