lunedì 13 giugno 2016

HAKA CAMP, il rugby dei maori, da domenica scorsa è alla Cittadella del Rugby di Asti. Da qualche giorno, infatti, sul campo in erba del Parco del Lungotanaro, è in corso un campus con ragazzi piemontesi dagli otto ai quattordici anni, e come allenatori/educatori vi sono i maori neozelandesi Regan Sue, Nathan Troy, Marty Jenson, John Akurangi, Miha Nikora, Khyam Sue, con collaboratori Alessandro Cuomo, Ivan Tardito e Fausto Perissinotto.

(Una parte dello staff dell'HAKA RUGBY CAMP in svolgimento ad Asti)

“Questo campus – ammette REGAN SUE, tra i principali artefici di questo stage della durata di una settimana – punta a responsabilizzare questi giovanissimi del rugby, migliorandone anche gli skills, facendoli giocare al touch rugby, cercando d’interpretare meglio l’arte del placcaggio, ma soprattutto noi tutti dello staff vorremmo fargli capire l’importanza del rispetto per se stessi, e per le altre persone.”
Un vero -  full immersion - nel mondo del rugby maori, considerato giustamente uno dei movimenti piu’ incisivi del giro internazionale, ma che spiritualmente è sicuramente un gradino sopra tutti gli altri.

(i ragazzi durante una loro HAKA)

“Per noi popolo maori l’umiltà ed il rispetto della persona sono  alla base della nostra esistenza – conferma REGAN SUE, che ha vissuto per quindici anni in Italia tra Recco, Asti e Torino giocando e guidando tecnicamente importanti formazioni, ottenendo lusinghieri risultati – ti voglio fare un piccolo esempio. Noi quando ci presentiamo  normalmente a qualche persona, prima diciamo di arrivare dal Monte “Rosa” (esempio pratico n.d.r), poi segnalando che viviamo vicino al fiume “ Azzurro” (altro esempio n.d.r), infine spiegando che siamo del Paese “Bianco” (ultimo esempio n.d.r), e quindi solo per ultimo pronunciando il nostro nome e cognone. Questo per intendere quanta importanza e rispetto che il nostro popolo ha verso la nostra Terra, dove siamo nati e cresciuti. Il nostro nome in ordine d’importanza viene pronunciato per ultimo.”

(intensi gli allenamenti fisici per i giovanissimi del rugby)



Lunedì scorso, durante una bella mattinata di sole, allietata da una leggera brezza primaverile, i settantacinque giovani, tutti con la classica divisa TUTTONERA dei mitici All Blacks,  provenienti da Asti, Alessandria, Torino, Biella, Ivrea, Novi Ligure sono stati impegnati  dalle prime esperienze rugbystiche, con attività piu’ che altro ludiche, le quali non hanno fatto che accrescere l’interesse verso gli insegnanti. Imparata velocemente, e molto bene a detta degli “insegnanti”, la danza Haka si è passato a varie attività anche atletiche, ma quasi sempre interpretate in modo accattivante che ha senza dubbio attirato l’interesse dei ragazzi. Nello staff tecnico del Campus si evidenzia la preparazione di Regan Sue, ma sono indispensabili anche i suggerimenti sull’alimentazione dei giovani, in quanto Troy Nathan proviene dalla Kelston Boys High School di Auckland. 

Estremamente attivi Khyam Sue, figlio di Regan, ora in forza al club del Viadana di Eccellenza, mentre Miah Nikora ha giocato a buon livello nel Petrarca Padova. John Akurangi, anche lui fa parte del gruppo maori impegnato ad Asti, e la sua esperienza è a disposizione di questi giovani. Soprannominato “AXE” (SCURE) attualmente guida tecnicamente il team bergamasco del Dalmine, ma in tempi non lontani ha collaborato anche con il CUS Genova Rugby insieme a Stefano Bordon, ed in precedenza oltre ad aver giocato come tallonatore nei Crusaders, la Franchigia neozelandese di Christchurch, ha allenato in Italia il Grande Milano, i Crociati di Parma e il pack dell’Aquila.

 Haka Camp a tutto gas, dunque, sino a sabato prossimo con festa finale  con veri campioni di rugby, definiti nei tempi come “i campioni del Mondo”, oppure “gli invincibili”, o meglio ancora “gli uomini della pagella immacolata”  e, questa ce la teniamo per ultimo, i missionari “ del RUGBY TOTALE d’attacco.”

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