domenica 5 aprile 2020

EMERGENZA RUGBY - I pensieri del Prof. Vincenzo Ieracitano.


Dopo questa terribile pandemia, purtroppo ancora attiva, cosa cambierà nel mondo della palla ovale? Difficile valutare anche quando tutta l’attività si potrà riprendere, avvicinandosi gradualmente alla normalità. Il settore sanitario ovviamente ha vissuto, ed è tutt’ora in prima fila impegnato in questo difficile confronto con questo nemico invisibile ed implacabile. Il prof. Vincenzo Maria Ieracitano, stimato chirurgo all’Ospedale San Martino di Genova, e per anni nella Commissione Medica FIR, ha cercato di analizzare l’attuale situazione:
 “ Sono convinto che cambierà tutto, non conosciamo ancora i tempi, e soprattutto non sappiamo quali saranno i tempi relativi alla fase due, poi alla fase tre, ovvero sia quello della convivenza con il virus che il periodo successivo. Sicuramente ci sarà una rivoluzione di tipo medico,  economico e sociale e quindi ipoteticamente ci sarà un vero dopo-guerra. Andremo incontro anche a momenti tragici, tempi difficilissimi, e ci sarà bisogno di conservare tanta pazienza e  grande solidarietà vivendo piano piano i vari passaggi. “
Il rugby, come gli altri sport, e logicamente tutta la vita sociale sembra avviarsi averso momenti piuttosto impegnativi, mai trascorsi primi di questo periodo.
“ Potrebbero anche verificarsi alcuni risvolti positivi, sempre rimanendo nel mondo dello sport  – dice IERACITANO, ex atleta, tecnico e dirigente del CUS Genova -  come sempre quando ci sono delle rivoluzioni, come stiamo vivendo in questo periodo, puo’ scaturire anche qualche situazione di positività. Ci sarà un cambiamento in meglio per quanto riguarda l’aspetto sociale, pertanto ritorneranno determinanti certi valori morali.”








Prevedibile un ritorno al puro dilettantismo per il rugby?
“ Sicuramente da questa pandemia uscirà ridimensionato lo sport professionistico – ribadisce VINCENZO IERACITANO – d’altro canto in certe discipline sportive si erano raggiunti dei livelli  impensabili, con l’annullamento di tutti i valori morali, non c’era piu’ il senso della vita, insomma si era creato un mondo sportivo fuori posizione. In questo periodo ho avuto modo con la Federazione Medico Sportiva  di occuparmi anche degli sport professionistici,  ed ho constatato che spesso venivano anteposti gli aspetti economici a quelli della salute degli stessi atleti. Ormai è di dominio pubblico che tali aspetti sono privilegiati, fortunatamente esistono le Istuituzioni poliche, sportive che  hanno preso delle posizioni ben precise, e noi del rugby siamo stati i primi  a spingere le decisioni prese poi dalla F.I.R.,  per arrivare poi a stoppare tutti i campionati del rugby, e così ancora prima tutte le competizioni a livello internazionale. 
Si è preso coscenza della situazione, e ancora domani ci sarà un’altra Conference Call di aggiornamento con World Rugby, fatto che invece in altri sport  ed in particolare nel calcio ancora oggi si discute. Molti medici sono sempre in prima fila, al di la di quelli impegnati nello sport, vale a dire quelli giornalmente in trincea a curare le persone, e questi parlano ancora di ripresa. Forse tutto questo, detto fuori dalla righe, farà prendere maggiore coscenza  a tutte le persone di dover assegnare il giusto valore  alle cose, ed in questo caso al calcio, in quanto veramente  questo non merita tutta questa passione, a volte anche insana. “ (rr)   

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