Dopo questa terribile
pandemia, purtroppo ancora attiva, cosa cambierà nel mondo della palla ovale?
Difficile valutare anche quando tutta l’attività si potrà riprendere,
avvicinandosi gradualmente alla normalità. Il settore sanitario ovviamente ha
vissuto, ed è tutt’ora in prima fila impegnato in questo difficile confronto
con questo nemico invisibile ed implacabile. Il prof. Vincenzo Maria
Ieracitano, stimato chirurgo all’Ospedale San Martino di Genova, e per anni
nella Commissione Medica FIR, ha cercato di analizzare l’attuale situazione:
“ Sono convinto che
cambierà tutto, non conosciamo ancora i tempi, e soprattutto non sappiamo quali
saranno i tempi relativi alla fase due, poi alla fase tre, ovvero sia quello
della convivenza con il virus che il periodo successivo. Sicuramente ci sarà
una rivoluzione di tipo medico,
economico e sociale e quindi ipoteticamente ci sarà un vero dopo-guerra.
Andremo incontro anche a momenti tragici, tempi difficilissimi, e ci sarà
bisogno di conservare tanta pazienza e grande solidarietà vivendo piano piano i vari
passaggi. “
Il rugby, come gli
altri sport, e logicamente tutta la vita sociale sembra avviarsi averso momenti
piuttosto impegnativi, mai trascorsi primi di questo periodo.
“ Potrebbero anche
verificarsi alcuni risvolti positivi, sempre rimanendo nel mondo dello sport – dice IERACITANO, ex atleta, tecnico e
dirigente del CUS Genova - come sempre
quando ci sono delle rivoluzioni, come stiamo vivendo in questo periodo, puo’
scaturire anche qualche situazione di positività. Ci sarà un cambiamento in
meglio per quanto riguarda l’aspetto sociale, pertanto ritorneranno determinanti
certi valori morali.”
Prevedibile un ritorno
al puro dilettantismo per il rugby?
“ Sicuramente da questa pandemia uscirà
ridimensionato lo sport professionistico – ribadisce VINCENZO IERACITANO –
d’altro canto in certe discipline sportive si erano raggiunti dei livelli impensabili, con l’annullamento di tutti i
valori morali, non c’era piu’ il senso della vita, insomma si era creato un
mondo sportivo fuori posizione. In questo periodo ho avuto modo con la
Federazione Medico Sportiva di occuparmi
anche degli sport professionistici, ed
ho constatato che spesso venivano anteposti gli aspetti economici a quelli
della salute degli stessi atleti. Ormai è di dominio pubblico che tali aspetti
sono privilegiati, fortunatamente esistono le Istuituzioni poliche, sportive
che hanno preso delle posizioni ben
precise, e noi del rugby siamo stati i primi
a spingere le decisioni prese poi dalla F.I.R., per arrivare poi a stoppare tutti i
campionati del rugby, e così ancora prima tutte le competizioni a livello
internazionale.
Si è preso coscenza della situazione, e ancora domani ci sarà
un’altra Conference Call di aggiornamento con World Rugby, fatto che invece in
altri sport ed in particolare nel calcio
ancora oggi si discute. Molti medici sono sempre in prima fila, al di la di
quelli impegnati nello sport, vale a dire quelli giornalmente in trincea a
curare le persone, e questi parlano ancora di ripresa. Forse tutto questo,
detto fuori dalla righe, farà prendere maggiore coscenza a tutte le persone di dover assegnare il
giusto valore alle cose, ed in questo
caso al calcio, in quanto veramente questo
non merita tutta questa passione, a volte anche insana. “ (rr)
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