C’è
un’altra avversaria da non sottovalutare sul cammino del Monferrato Rugby che,
dopo la vittoria casalinga contro l’Amatori Genova prima della sosta per gli
impegni di Italrugby nel Sei Nazioni, si è attestato al secondo posto nella
classifica del Girone 1 di Serie B.
Domenica 24 marzo la squadra Mister Roberto Mandelli sarà impegnata al “Levi” di
Giubiano (ore 14,30) e dovrà vedersela con il Varese Rugby che occupa l’ottava
posizione in classifica e che - giusto per dare un dato sulla sua pericolosità
– ha reso la vita difficile a squadre del calibro del Rovato e di Piacenza.
(da sin. i due coach del Monferrato Diego Baldovino e Roberto Mandelli)
I varesini – che all’andata furono sconfitti 36-19 - in estate erano
stati ripescati dopo che la rinuncia al torneo di Serie A da parte de L’Aquila
aveva scombussolato i gironi anche della B.
“Mi ricordano molto il Monferrato nel nostro primo anno di B, quando
facevamo del carattere e della forza del collettivo i nostri punti di forza” sottolinea Mandelli.
I
Leoni monferrini non hanno
intenzione di arretrare dalla piazza d’onore e, pur conoscendo le insidie della
trasferta in Lombardia, vogliono provare a strappare punti utili per muovere la
classifica con lo sguardo rivolto a Rovato dove i locali, terzi ad una sola
lunghezza, affronteranno lo scorbutico Bergamo.
Ad eccezione dei due
piloni Simone
Carloni e Simone Martinetto, ancora acciaccati e ancora da
valutare, il tecnico bresciano dovrebbe poter puntare sull’organico-tipo.
“Tutte le sfide che sinora abbiamo giocato, ad accezione di quella in
casa contro la capolista Lumezzane, hanno detto che siamo una squadra che ha la
possibilità di vincere contro chiunque, a patto che restiamo concentrati per
tutti gli ottanta minuti di gioco, evitando errori marchiani per la nostra
troppa sicurezza” aggiunge Mandelli.
Che conclude: “L’avevo detto subito dopo la vittoria contro Genova e lo ribadisco
anche adesso: mancano ancora sette partite al termine, comprese quella in casa
del Lumezzane e del Rovato, e dobbiamo crederci, giocandole di volta in volta
come se fossero sette finali”. (Mario Bocchio)

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