venerdì 13 ottobre 2017


Da quest'anno FIR Molise userà un ulteriore veicolo di diffusione del rugby.
Marco Santone, Delegato della Federazione Italiana Rugby in Regione, ha le idee chiare a riguardo. Secondo le sue intenzioni, bisogna dare la massima attenzione alle nuove generazioni. Usare la cultura come mezzo divulgativo necessario per la crescita. A tal riguardo, scuole e teatri saranno i luoghi scelti dove si promuoverà il nostro sport. Rafforzare il valore del campo d'allenamento, raccontandolo altrove. Non solo. Come ripetuto più volte da diverse autorità regionali, le squadre di rugby molisane, affrontando trasferte sempre fuori regione, hanno il grande privilegio di portare con sé l'identità di un intero popolo.



(Marco Santone, Delegato FIR)

Qui il punto. Rugby e identità. Secondo Marco Santone le due cose possono e devono coesistere.
Dare costantemente importanza alla virtù del fare come mezzo di partenza per arrivare lontano, conoscendo le proprie radici. Per questo si avrà l'ausilio di scrittori, giornalisti, saggisti, storytellers molisani e non, che hanno scritto di rugby, che hanno scritto del Molise, sempre affiancati da chi si adopera sul nostro territorio per la diffusione della palla ovale.
Questo deve rientrare nella già ampia offerta formativa che mette a disposizione FIR Molise. Facendo rugby si ha il delicato compito, attraverso il gioco, di insegnare la disciplina, il rispetto, il sostegno, il raggiungimento di obbiettivi attraverso il lavoro; unitamente si ha il dovere di insegnare ai nostri figli l'importanza della propria identità da regalare al prossimo, nel rispetto profondo del vivere comune. 



Il Primo appuntamento si terrà domani, sabato 14 Ottobre, ore 18:00, presso il Teatro del Loto di Ferrazzano. Durante la presentazione del racconto di Maria Clara Restivo "La strada da fare", interverrà Luigi Tagliamonte, add. Comunicazione Federazione italiana Rugby - Delegazione Molise.
- Due ragazze decidono di partire da Torino e scoprire un luogo per loro – e per molti – sconosciuto. Intraprendono un viaggio che durerà un mese e lo faranno a piedi, perché la strada si misura con il ritmo lento dei passi, perdendosi tra sentieri e tratturi dimenticati, ricevendo ospitalità da chi di quel viaggio vuole fare parte. E così quella terra misteriosa si popola di nomi, di amici, di storie, e acquista una consistenza che è negli occhi, negli incontri, nei chilometri percorsi, prima ancora che su una cartina geografica. A guidarle, i piedi che tracciano la via, la libertà di percorrere senza meta una regione sorprendente e di conoscere chi la vive.

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