Il campionato di serie A 2025/26 prenderà il via domenica 19 ottobre. Esattamente come nella stagione 2024/25, saranno impegnate 40 squadre, divise in quattro gironi, ciascuno composto da dieci formazioni: uno nazionale (A1) e tre territoriali (A2).
(𝗟𝗶𝘃𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗥𝘂𝗴𝗯𝘆 𝟭𝟵𝟯𝟭: 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗿𝗮𝘁𝗮 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗲𝘀𝘁𝗲𝗴𝗴𝗶𝗮𝗿𝗲 𝟵𝟰 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮)
Al termine delle classiche 18 giornate (andata e ritorno), le prime classificate dei tre gironi territoriali, unitamente alla miglior seconda, daranno vita ai playoff passaggio in A1. Entrambe le vincenti delle semifinali passeranno in A1, con la vincente della finale passaggio che accederà anche ai playoff per la promozione in A Elite, insieme alle prime tre della serie A1. Previsto il salto in A Elite di una squadra e, come visto, il passaggio di due squadre dall’A2 all’A1 (ovviamente sarà solo una se la formazione proveniente dall’A2 dovesse centrare la ‘doppia promozione’ in A Elite). Scenderà dalla A Elite in A1 l’ultima classificata.
Blocco delle retrocessioni dalla A alla B e nessuna discesa dall’A1 all’A2. Il tutto in vista dell’allargamento da 40 a 48 squadre del campionato di A 2026/27, quando sia il girone nazionale di A1 sia i tre gironi territoriali di A2 saranno formati, ciascuno, da 12 compagini.
LE DIECI DELL’A1. I playoff
della A 2024/25 sono stati vinti dal Biella, che dunque è stato promosso in A
Elite. Retrocessa dalla A Elite in A1 la Lazio. Giocheranno la serie A1,
pertanto, Lazio, Parabiago, Paese, Verona, CUS Torino, Petrarca Padova cadetto,
Capitolina, Avezzano, Calvisano e Valsugana/Padova (queste ultime due salite
dall’A2).
LE TRENTA DELL’A2. Sono
scese dall’A1 all’A2 Cavalieri Prato/Sesto e Rugby Milano e sono salite dalla B
all’A2 Stade Valdotain, Modena, Mogliano cadetto, San Benedetto e US Roma. Sono
scese dall’A2 in B Unione Monferrato, San Donà, Patavium, Primavera Roma e
Villa Pamphili Roma. Pertanto le 30 squadre di serie A2 2025/26 saranno le
lombarde CUS Milano, Rugby Milano, A&U Milano, Viadana cadetto e Lecco, la
valdostana Valdotain, la piemontese CUS Torino, la sarda Alghero, le
emiliano-romagnole Noceto, Parma, Piacenza Club, Modena e Romagna, le venete
Mogliano cadetto, Villorba, Valpolicella, Tarvisium, Casale e Badia, le toscane
Unicusano Livorno, UR Firenze e Cavalieri Prato/Sesto, le marchigiane Pesaro e
San Benedetto, le abruzzesi La L’Aquila e Paganica, le laziali Roma Olimpic, US
Roma e Civitavecchia e la campana Napoli/Afragola.
UNICUSANO AMBIZIOSA.
L’Unicusano Livorno Rugby ha vinto per distacco il suo girone territoriale (quello del centro-sud) di serie A 2024/25 e poi, nella post-season, ha giocato tre partite all’insegna dell’equilibrio, nelle quali gli episodi non sono stati fortunati. I biancoverdi hanno perso allo sprint il diritto di salire in A1. L’amarezza per la prestigiosa meta solo sfiorata è abbondantemente mitigata dalla consapevolezza di aver aperto un importante ciclo e di non aver lasciato niente di intentato negli spareggi. I labronici non nascondono la volontà, anche nella nuova annata, di lottare per il vertice del proprio torneo e di riprendere la caccia al passaggio al campionato nazionale di A1. La rosa, composta in larga parte da elementi molto giovani, offre precise garanzie.
E anche il pubblico
record registrato nelle gare casalinghe di post season con Verona e Calvisano
ed anche i numerosi sportivi al seguito della squadra in occasione del match
esterno con il Valsugana/Padova evidenziano come tutta la città abbia
apprezzato gli sforzi profusi. Risulta del tutto naturale riconoscersi in una
squadra dalla fortissima identità, composta quasi esclusivamente da giocatori
nati e cresciuti nel proprio florido vivaio, atleti, tutti livornesi (e
peraltro di spessore) che si sacrificano solo per il proprio grande
attaccamento ai colori sociali.
(FabioGiorgi)





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