I campionati di rugby, come noto, sono ufficialmente sospesi e
annullati. L’emergenza legata alla pandemia da Covid-19 ha determinato la
chiusura di tutti i tornei. Stagione conclusa. In merito, ecco l’intervento del
presidente del Livorno Rugby Giovanni Riccetti. “Finalmente - commenta
il massimo dirigente del club biancoverde - giovedì scorso la FIR ha
deliberato l‘unica soluzione che già ad inizio mese intuivo come possibile:
annullare l’annata. Provvedimento, questo, mai adottato prima nella storia non
solo del nostro ma qualsiasi altro sport; ma inevitabile, anche e soprattutto
per coerenza con l’alto tasso di etica che il nostro movimento, pur con qualche
esitazione ed incertezza, orgogliosamente continua ad affermare.
In un momento
di lutti, di dolore, di difficoltà, economiche ma anche di stile di vita con
pesanti limitazioni alle libertà fondamentali, tutto ciò che è “gioco” si deve
rispettosamente fermare. Certo, spiace: spiace per i nostri ragazzi, che
avrebbero avuto il diritto di onorare fino in fondo il loro impegno,
concludendo una stagione eccezionale: non vedo altra definizione visto che, per
tacer delle ottime prestazioni fornite da tutte le squadre della propaganda,
tra seniores, under 18 e under 16, nei 35 incontri disputati abbiamo riportato
31 vittorie, un pareggio e 3 sole sconfitte, con ambedue le squadre giovanili
che si avviavano a vincere il Trofeo dell’Appennino (risultato mai raggiunto da
nessun club della nostra area territoriale da quando esiste l’attuale formula).
Spiace per il blasone del club, che ne sarebbe rimasto rinverdito. Spiace per i
ragazzi di prima squadra che, confermando quanto meno il bel secondo posto che
occupiamo, sono certo questo pomeriggio (l'altro ieri domenica 29 marzo, ndr) avrebbero dato
un gran dispiacere agli amici del Florentia (e spiace anche per quel club, che
avrebbe avuto tutto il diritto di festeggiare a fine maggio una probabile e
meritata promozione). Ma spiace soprattutto per la mancanza, che sento forte e
sono certo sarà così anche per tutti coloro che in un modo o nell’altro
partecipano alla vita del club, dell’incontrarci, del sentirci, del dialogare,
magari anche del litigare, anche questo un modo per condividere la nostra
inesauribile passione per il mondo ovale, e per tutto quello che per ciascuno
di noi esso significa e rende possibile vivere. Ma tant’è, ciascuno deve fare il
possibile per sconfiggere questa brutta bestia.
Nel frattempo, il mio caloroso
invito è di continuare a sentirci parte di una bella comunità, e di tenerci
pronti per la ripresa. Ovviamente, non esiteremo a proporre, ove la situazione
lo consentisse, attività estive. Una ripresa che sarà davvero difficile e
faticosa per tutto il movimento; la speranza è che questo flagello possa essere
l’occasione per un generale ripensamento sul rugby italiano, con un campionato
nazionale di vertice praticamente invisibile e difficile da seguire anche per
gli addetti ai lavori, ma che ciò nonostante brucia risorse economiche
importanti, con budget annui di sette cifre (e così a scendere nelle serie
inferiori), non era, ed ancor più non sarà, sostenibile. Ed allora si dovranno
trovare soluzioni diverse dalle attuali, con troppi ragazzi, tra cui non pochi
provenienti dal nostro vivaio, in giro per l’Italia, illusi di poter vivere di
rugby, ma che si troveranno alla chiusura della propria carriera sportiva senza
aver potuto mettere “fieno in cascina” e senza essersi adeguatamente formati
per accedere al mondo del lavoro. Ad un tempo, manifesto la mia preoccupazione
per trovare il modo di creare le condizioni per arrivare a settembre pronti a
ripartire con slancio, “sopravvivendo” ai prossimi mesi: la Federazione ha già
annunciato aiuti economici a tutti i club, e mi auguro che altrettanto farà lo
Stato, adeguatamente considerando l’importanza sociale rivestita dallo sport
dilettantistico. Ma aiutati che Dio t’aiuta, siamo gente che non è mai rimasta
ferma in attesa di una qualche manna; e così sarà anche stavolta. Chiudo
salutando ed abbracciando tutti, uno ad uno, con grande affetto, e con
l’augurio di poterci rivedere al campo prima possibile”.(FabioGiorgi) foto archivio
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