Enzo Tinelli
ci ha lasciati, il maledetto virus l’ha attaccato e se l’è portato via.
Enzo era di Codogno, un professore con la passione del rugby.
Una passione infinita, più forte della distanza e della nebbia, che l’ha portato a Milano, per giocare al CUS e poi per allenare.
Enzo ci ha allevati, a decine.
Ha parlato con noi, ha spiegato, ha insegnato.
Una passione infinita, più forte della distanza e della nebbia, che l’ha portato a Milano, per giocare al CUS e poi per allenare.
Enzo ci ha allevati, a decine.
Ha parlato con noi, ha spiegato, ha insegnato.
Un fratello
maggiore per qualcuno, un secondo padre per qualcun altro, un maestro, un
gentiluomo, semplice e autorevole.
Molto più che
un amico, non ha mai smesso di volerci bene, di seguirci e di tifare per noi.
Nella nostra chat ci ha parlato della sua febbre, della tosse, della
spossatezza.
Parole sinistre.
Poi il tampone.
È stato ricoverato in ospedale il 28 febbraio, ma per giorni ha scambiato messaggi con noi.
Sono un lagunare, scriveva. Me la caverò.
Poi un alternarsi di notizie, speranze, timori, poi silenzio, e le uniche parole raccolte grazie a chi aveva contatti con le figlie, o ai nostri medici amici.
Fino a stamattina, quando sulla chat è franata la notizia che non volevamo leggere.
La leggerezza ha lasciato il passo al dolore e alle lacrime.
Ora il pensiero va alla signora Francesca, e alle figlie, Cristina, Chiara e Greta.
Grazie per avercelo prestato. Se mettiamo in fila le ore, le settimane, i mesi e gli anni che ha passato con noi sul campo, con Enzo se ne va anche un pezzo della nostra vita.
Siamo un esercito di suoi ragazzi, e noi non possiamo neanche venire lì per abbracciarvi e salutarlo insieme.
Poi il tampone.
È stato ricoverato in ospedale il 28 febbraio, ma per giorni ha scambiato messaggi con noi.
Sono un lagunare, scriveva. Me la caverò.
Poi un alternarsi di notizie, speranze, timori, poi silenzio, e le uniche parole raccolte grazie a chi aveva contatti con le figlie, o ai nostri medici amici.
Fino a stamattina, quando sulla chat è franata la notizia che non volevamo leggere.
La leggerezza ha lasciato il passo al dolore e alle lacrime.
Ora il pensiero va alla signora Francesca, e alle figlie, Cristina, Chiara e Greta.
Grazie per avercelo prestato. Se mettiamo in fila le ore, le settimane, i mesi e gli anni che ha passato con noi sul campo, con Enzo se ne va anche un pezzo della nostra vita.
Siamo un esercito di suoi ragazzi, e noi non possiamo neanche venire lì per abbracciarvi e salutarlo insieme.
Riposa in
pace, Professore.
Da sempre il CUSMilanoRugby persegue
una mission improntata al rispetto di valori, delle regole e delle persone.
Crediamo in un gioco di squadra in cui le individualità supportino lo sforzo
del gruppo verso lo scopo comune. Oggi fermarsi è un segno di responsabilità,
senso civico e rispetto per noi e per gli altri: la salute è un bene
inestimabile e solo col contributo di tutti possiamo superare questo difficile
momento.
Il nostro impegno,
anche in questo momento di blocco, è rivolto a
supportare i nostri atleti, genitori e amici, fornendo alcune soluzioni
alternative di allenamento e intrattenimento compatibili con le le attuali
misure di contenimento dell’epidemia Covid-19. Fermiamoci oggi per ripartire
più forti tutti insieme.
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