lunedì 19 marzo 2018




                                                          ROMA, CAMPO FLAMINIO REAL in VIALE TOR di QUINTO
                                                          CAVALIERI DI SAN GIORGIO RFC – OLD CUS ROMA RUGBY
                                                                                                       ovvero
                                                                           VENIMUS, VIDIMUS, AEQUAVIMUS
Dopo la presa della città da parte di Alarico (410 d.c.) e dopo il sacco messo a segno da Carlo V (1527 d.c.) gli storici devono annotare nelle proprie pandette un nuovo esiziale evento consumatosi nella Città Eterna nei giorni di venerdi 16, sabato 17 marzo: l’arrivo di una nutrita schiera di Cavalieri - che hanno interrotto gli ozi, la nullafacenza ed i gozzovigli domestici per varcare il Rubicone in armi, in ordine sparso, in tempi diversi e con vari mezzi di locomozione per non destare sospetti nei tutori dell’ordine pubblico – i quali, preso a pretesto l’incontro di rugby old con i confratelli del Cus Roma, hanno messo a ferro e fuoco le dispense delle osterie trasteverine prosciugandone le (eppur) capienti botti “di quello de li castelli”. I saccheggi, le sbornie e le schifezze dei Visigoti e dei Lanzichenecchi, che pure negli episodi citati non hanno scherzato per niente, diventano birichinate da gianburrasca a petto di quelle poste in essere nell’occasione dalla atticciata cavalleria legionaria genovese sostenuta da dense massa di fanteria della XIV Legio Lucifera.
                                                                                                                   *
Hanno risposto al suono della bùccina, smazzando per la prima volta le nuove giacche da passeggio (che men’imbelino) e difendendo sul campo anche l’onore degli assenti:
Saturnino e Selva, capitani di giornata, Arnulfo II, Bagnara, Calcagno, Capalbo, Cavalleri, Crotti, Di Tota, Felici, Galliano, Gropplero II, Mantovani, Martino, Mazzucchi, Mignone, Morasso, Nostro, Odone, Olivieri, Pittaluga, Rocca, Tabor, Tim Mc Vodafon.












              La Campagna inizia per una nutrita schiera di arditi alla stazione FFS Brignole alle ore 05.55 con due slerfe di focaccia, una con cipolla e l’altra senza fornite dal Chierichetto ed una bottiglia di Gavi Scolca reperita dal Sannita così come le altre due scolate durante l’altrimenti noioso trasferimento in treno. Alla partenza è stata impartita la benedizione del Diafano GiBaciccin che ha abbandonato il calore delle coltri per essere vicino alla turma in partenza e che solo per questo è stato immediatamente insignito del titolo di Cavaliere del Match. Tutta la vessillazione apparecchiata per la trasferta – che autonomamente si è data nome evocativo ROM (Roma o Morte) si è con naturalezza scomposta al momento della partenza in diversi contuberni. Sono così stati creati il manipolo dei Pampers (Acropt, Ziotarzàn e Santo Lucio), quello dei Ragazzi Tecnologici (il Sannita, il Marchese della Provola, il Tonitruante Diomede, Pea Coat Andy, il Chierichetto Mestruato, il Sacrista) con accasermamenti distinti ed indipendenti. Entrambi i manipoli hanno costituito l’ossatura della Coorte Aglieglia che si è lungamente fatta onore nella giornata e nella notte romane. Ed infine l’ultimo manipolo quello dei Bancomat Boys (il Piccolo Lord, il Capo di 1° classe Rock Hartman conosciuto anche come il Guardiano del Melo, l’Assenteista, Gattaka, Matt Wales, Fat Bub) sparso negli alberghi della città. Hanno fatto manipolo a sé Mantovacci (con gentes dell’oltre Vallo), ‘Ntoni (in licenza matrimoniale con dispensa del Capitàno – sempre sia lodato!), Luca Soro in compagnia del suo Pulcino, il Vulcanico Oreste accompagnato dalla moglie ed infine il Nibelungo fuggito da un barboso consiglio di amministrazione svoltosi nella capitale.
La partita è stata bella, accattivante e tosta con tre tempi da 20 minuti ciascuno. I Cavalieri, complice la stazza notevole degli avversari e la minima larghezza del campo, che non permetteva sgroppate e peripli alle nostre schegge alle ali, non sono riusciti a passare. Ma non sono riusciti a passare nemmeno i Romani per l’indefessa e sistematica serie di placcaggi che li ha fermati sul bagnasciuga e cioè attorno ai loro punti d’incontro. Ne è conseguito un pareggio senza segnature. Alcuni individuano le ragioni di questo risultato nella contiguità emotiva che accomuna tutti i cussini i quali non amano farsi vicendevolmente del male. Altri invece sostengono una tesi ben più scomoda, che accolla talune responsabilità ai nostri uomini di punta, più che di punta forse sarebbe meglio dire di curva, che sono stati pesantemente distratti – e dunque la loro performance ne ha grandemente risentito – da circostanze esogene che non c’entrano niente col rugby. Sostengono costoro infatti che il Guardiano del Melo, il Piccolo Lord, l’Assenteista, Fat Bub e Gattaka più che concentrati sulla partita siano stati concentrati sulle conseguenze dell’aver lasciato le proprie mogli da sole in giro per il centro di Roma in posesso di bancomat e carte di credito.
Per sanare questo stato di cose che, lo si ripete, sembra proprio certo che abbia condizionato negativamente l’incontro, nulla hanno potuto opporre i pur coriacei e determinati Calcagno, Mignone e Mazzucchi – quest’ultimo caduto sul campo dell’onore per una ferita alla testa ed una alla gamba - della preziosissima XIV Legio Lucifera al cui Condottiero Luca rivolgiamo i più sentiti ringraziamenti.
                                                                                                               *
I Cugini Romani ci hanno assistito ed aiutato in ogni operazione di trasferimento su e giù per Tor di Quinto ed i meandri del Lungo Tevere, ci hanno gratificati di un ottimo e abbondante terzo tempo onorandoci con ineguagliabile calore e simpatia. Un ringraziamento speciale da parte mia ad Antonello e Vittorio per le ragioni che essi già sanno, ad Alberto ribadiamo la nostra incondizionata simpatia invitandolo se mai verrà di nuovo a lavorare a Genova ad allenarsi con noi, a Tutti un carissimo abbraccio con l’auspicio di poter combinare ancora qualcosa insieme.
                                                                                                        *
Gli amanti delle statistiche evidenziano come questo risultato sia il ventottesimo risultato utile consecutivo in partite ufficiali e dunque assegnatarie di cap.
O’mero Stanco

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