venerdì 6 settembre 2019


Alejandro Eschoyez: “Lotteremo fino all’ultimo minuto”.

Ad una settimana dall’inizio degli allenamenti e della preparazione atletica in vista della nuova stagione agonistica 2019-2020, abbiamo fatto due chiacchiere col nuovo tecnico dell’Amatori Rugby Capoterra: Alejandro Eschoyez.
Coach, lei è appena arrivato a Capoterra. Ha già avuto modo di lavorare con il gruppo?
“Ho incontrato la squadra e con i ragazzi abbiamo fatto alcune settimane di lavoro sul campo già ad agosto. Corsa e atletica. Sono soddisfatto soprattutto per l’impegno dei ragazzi che non si sono certo risparmiati”.
Che squadra sarà il Capoterra per la prossima stagione di serie B?
“Sicuramente un gruppo in continua crescita con la società che punta a valorizzare sempre più i giocatori locali. E credo che per quello che ho potuto constatare, si può lavorare bene per raggiungere questo risultato”.
Poi però, in vista della stagione, sono necessari i top player?
“Ovviamente. La base su cui partire è quella locale, poi i giocatori che si prenderanno da “fuori” saranno quelli che faranno la differenza”.
Che stagione andrete ad affrontare?
“Con tante novità a partire dal nuovo assetto societario. Un stagione molto importante, non tanto di cambiamenti, ma direi, soprattutto, di miglioramenti di tutto quello che è stato fatto finora, sia a livello giovanile e poi, ovviamente per ciò che concerne la prima squadra”.
Il settore giovanile: il fiore all’occhiello del Capoterra.
“E continua ad esserlo. Quest’anno per esempio rispetto alla scorsa stagione inseriremo nella “rosa” della prima squadra almeno 4/5 ragazzi del settore giovanile. Quindi un “reparto” societario molto importante sul qualche lavorare maggiormente per alzare la “qualità” e anche la “quantità” per poterci nutrire a livello di prima squadra”.
L’obbiettivo è sempre quello della salvezza o magari si può puntare ad alzare l’asticella?
“Nel mio lavoro da allenatore, punto sempre a fare il meglio con quello che si ha a disposizione. Qui a Capoterra l’obbiettivo primario è quello di formare i ragazzi di casa e, in campionato, andare il più lontano possibile”.
Salvezza tranquilla?
“È prematuro dirlo, anche perché con una affermazione del genere (ride n.d.r.) arrivi all’ultima giornata per giocarti la salvezza. Il messaggio che voglio dare a tutti è questo: «Il nostro è sicuramente un gruppo che si dannerà l’anima e lotterà fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata cercando di raggiungere il massimo, ma sicuramente senza nessun rimprovero perché tutti, dai giocatori, ai tecnici, ma anche i dirigenti avranno dato il massimo». Del resto questo è il rugby”.
Il calendario, diramato da alcune settimane, vi vede partire in trasferta (a Varese) mentre per l’esordio in casa occorre attendere una settimana, prima di affrontare il Monferrato. Forse era meglio iniziare in casa?
“Sono tutte squadre che mutano di anno in anno e di conseguenza non ci possiamo fidare di nessuna. Tutte le gare sono difficili e tutte le squadra avranno e hanno il massimo rispetto da parte nostra. L’unica cosa che, guardando il calendario, in qualche modo ci favorisce è il fatto che giocheremo nei luoghi, come Sondrio, Varese, Piacenza , Lecco, dove notoriamente fa freddo… quando fa caldo, quindi in primavera e comunque non nella stagione fredda. E questo per noi è un vantaggio”.
Beh! Notoriamente l’Amatori ha sempre sofferto i campi “molli”, fangosi, ma anche il freddo e la pioggia.
“Esatto, ma c’è da dire che molte società della penisola sono aiutate dai fattori climatici, anche noi, qui a Capoterra, siamo “favoriti” dal grande caldo che non aiuta certo le formazioni del nord Italia, ma anche il vento che per certi versi è piuttosto fastidioso. Ognuno ha il suo. Noi dobbiamo essere bravi ad adattarci a qualsiasi situazione, soprattutto climatica” e non trovare scuse. Se c’è fango, pioggia o gelo, si gioca con fango, pioggia o gelo. Così come faremo in allenamento: se piove, se c’è vento o altro ci si allena senza nessuna scusa”.

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