COACH BRADLEY PRESENTA LA SFIDA ALL’EDINBURGH RUGBY: “ARRIVIAMO A
MURRAYFIELD CON GRANDE CONFIDENZA, MA DOVREMO LOTTARE IN MISCHIA PER ENTRARE
IN PARTITA”
“ALLE ZEBRE? VOGLIO CREARE UN AMBIENTE POSITIVO IN CUI I RAGAZZI
POSSANO GIOCARE CON ENTUSIASMO ED ESPRIMERSI AL 100 %”
Parma, 26 settembre 2019 – Una
sessione di lavoro differenziato in reparti e in palestra, quindi una
finestra di rugby collettivo hanno chiuso la giornata di oggi delle Zebre
alla Cittadella del Rugby di Parma. A margine dell’allenamento odierno,
l’head coach della franchigia federale Michael Bradley ha
parlato ai microfoni del sito web del club multicolor, soffermandosi
sull’imminente inizio della nuova stagione di Biagi e compagni in Guinness
PRO14, al via questo sabato alle ore 20:35 italiane con la trasferta al
Murrayfield Stadium contro l’Edinburgh Rugby.
Nato a Cork
il 17 novembre 1962, l’ex mediano di mischia della Nazionale Irlandese è al
suo terzo anno alla guida delle Zebre. Arrivato a Parma nell’estate 2017
assieme agli attuali allenatori degli avanti Carlo Orlandi e dei trequarti
Alessandro Troncon, Bradley vanta una pluriennale esperienza internazionale
come head coach del Connacht (2003-2010), della Georgia (2010/2011) e
dell’Edinburgh Rugby (2011-2013).
[Coach Michael Bradley di fronte al backdrop del Guinness PRO14]
Indicato dal
CT dell’Italia Conor O’Shea in un’ottica di pieno allineamento tecnico tra il
gruppo degli Azzurri e le due formazioni italiane inserite nel torneo
celtico, il 56enne ha subito donato alla squadra multicolor una chiara e
limpida identità di gioco, riconoscibile nella ricerca degli spazi alla mano
e nel mantenimento del possesso, piuttosto che fondata sul tatticismo al
piede.
Dopo aver
coronato la sua prima esperienza a Parma col record annuale di vittorie in
Guinness PRO14 (7) ed aver chiuso la stagione passata con un attivo di 3
successi in campionato celtico ed altrettanti in Challenge Cup, Bradley
guarda fiducioso all’avvio della prossima, forte di una vittoria e un
pareggio ottenuti nelle due amichevoli estive contro il Benetton Rugby e di
una positiva campagna di rafforzamento della rosa, opportunamente premeditata
alla luce dei tanti infortuni sofferti lo scorso anno.
Mike, quest’anno la squadra è significativamente cresciuta con
l’ingresso di molti giovani talenti – per lo più ex atleti della Nazionale
Italiana Under 20 – e diversi giocatori stranieri provenienti da club prestigiosi.
Come valuti la rosa a disposizione? “Siamo contenti di come la squadra si è sviluppata. Abbiamo sette
giovani giocatori provenienti dalla Nazionale Under 20 più l’Azzurro Luca
Bigi, tallonatore proveniente dal Benetton Rugby. A loro si aggiungono cinque
giocatori internazionali di alto livello. E’ un buon segnale per il futuro
delle Zebre”.
Nelle ultime due settimane le Zebre hanno vinto e pareggiato col
Benetton Rugby nelle due sfide amichevoli prestagionali. Come valuti la
performance dei tuoi atleti? “Penso
che abbiamo giocato bene in entrambe le partite. Le Zebre hanno lottato e
segnato mete allo scadere di entrambe le amichevoli. C’è stata una bella
contesa fisica in campo e credo che queste prime due gare ci siano state di
grande aiuto per l’avvio della stagione”.
Quali le cose da migliorare invece? “Dobbiamo continuare a lavorare nelle situazioni di prima fase. Lo
scorso anno abbiamo faticato più di quanto volevamo in mischia e in touche.
Certamente la maul quest’anno è cambiata molto ed è qualcosa su cui puntiamo
per il nostro attacco. Se otteniamo delle palle di qualità da mischia e da
touche, come è accaduto nelle prime due amichevoli, il gioco si sposta sui
nostri trequarti che saranno facilitati nell’accendere la squadra, produrre
mete e buone azioni offensive. Questa è la sfida cui guardiamo quest’anno”.
Questo sabato le Zebre apriranno il loro cammino in Guinness PRO14
affrontando l’Edinburgh Rugby. Conosci la squadra dal momento che l’hai
allenata tra il 2011 e il 2013. Che avversario saranno gli Scozzesi e quale
sarà la chiave del successo a Murrayfield? “Abbiamo giocato contro l’Edinburgh Rugby lo scorso anno. Abbiamo
avuto un primo tempo difficile in cui Edimburgo ha avuto il 70 % del
possesso, ma nella ripresa la nostra difesa è cresciuto e ha prodotto una
prova offensiva molto buona. Abbiamo segnato quattro mete e ottenuto anche il
punto di bonus. Edimburgo non cambierà molto il suo modo di giocare questo
sabato. Loro sono molto fisici, amano e sanno giocare con gli avanti.
Dobbiamo essere pronti a questo tipo di battaglia: se sapremo gestire la
lotta in mischia saremo in grado di entrare in partita. L’anno scorso abbiamo
vinto per cui arriviamo lì con grande confidenza”.
Che stagione sarà per le Zebre e cosa chiedi ai ragazzi in
allenamento e in partita? “La
sfida delle Zebre di quest’anno sarà quella di conoscere il sistema e i suoi
dettagli. Se saremo competitivi in ogni partita , conoscendo i dettagli nel
gioco offensivo e difensivo, sono sicuro che sapremo fronteggiare a testa
alta ogni avversario e farci valere in ogni partita”.
Sei al tuo terzo anno alla guida delle Zebre. Tre anni che lavori
a fianco dei coach Orlandi e Troncon. Che rapporto vi lega dal punto di vista
umano e professionale? “Carlo
e Alessandro sono ben conosciuti nel rugby italiano, sono due persone
fantastiche e le loro famiglie mi hanno accolto in maniera splendida qui. Li
ringrazio infinitamente per questo. Dal punto di vista professionale mettono
molta competenza nel loro lavoro, hanno un buon rapporto con i giocatori e
con tutto lo staff. Ma non sono solo Carlo e Tronky, ma anche i preparatori
atletici Giovanni Biondi e Francesco Della Ceca, lo staff medico e tutti
ragazzi del reparto commerciale e della comunicazione. L’organico delle Zebre
è cresciuto anno dopo anno, le relazioni qui sono fantastiche e abbiamo tutti
un obiettivo comune. Speriamo che questo sarà un anno migliore di quello
passato e rispetto a quello ancora di due anni fa. E’ tutta una questione di
crescita, probabilmente lenta, ma si tratta di un processo che qui è
iniziato”.
E parlando del gioco delle Zebre, hai notato un’evoluzione nel
corso degli ultimi due anni? E se sì, quale?“Abbiamo sempre detto ai ragazzi di giocare a rugby. Io non credo
nel gioco al piede fine a se stesso e per il solo piacere di farlo, se non
quando è necessario e la situazione lo richiede. Penso che negli ultimi due
anni le Zebre hanno giocato con sempre maggior confidenza e sono
migliorate nella ricerca degli spazi e degli offload. L’anno scorso è
stato difficile, in particolare nella seconda parte dopo un buon inizio di
stagione. Adesso dobbiamo continuare lavorare bene così come stiamo facendo:
questo è il modo in cui vogliamo giocare e questo è il modo che voglio che i
giocatori capiscano. Per me il rugby non riguarda soltanto le fasi in ruck e
nel breakdown, le palle statiche e i calci. Per me il rugby è movimento ed
espressione di se stessi con giocatori creativi”.
Qual è il più grande insegnamento che vorresti lasciare in eredità
ai tuoi giocatori? “I ragazzi
devono capire e ricordare sempre che il rugby non è soltanto un lavoro
adesso. La ragione per cui son diventati professionisti è che amano ciò che
fanno. Si tratta di quello che dicevo prima: il rugby non è solo ruck, corse
e situazioni statiche. Questo è quello che voglio continuare a fare alle
Zebre, un ambiente in cui continueremo a sviluppare le skills individuali dei
giocatori e la ricerca dell’offload”.
Quanto del Michael Bradley ex giocatore ed ex mediano di mischia
c’è nel gioco delle Zebre?“Certamente
i nostri mediani di mischia sanno passare la palla meglio di me, per cui
questo è già un buon segnale per loro. Scherzi a parte, se noi riusciamo a
trasferire il piacere di giocare a rugby a questi giocatori riusciremo a
capire quanto e come vincere le partite perché abbiamo dei ragazzi davvero
talentuosi qui. Si tratta semplicemente di credere nel processo, trasmettere
ai giocatori la voglia di giocare, creare un ambiente positivo. Questo è il
mio principale obiettivo qui alle Zebre”.
Che soddisfazioni hai tratto invece dalla tua carriera da
allenatore? “Ricordo la
mia esperienza a Connacht, società che veniva da una situazione difficile e
adesso è un club emergente con una forte identità di squadra. Con Edimburgo
abbiamo raggiunto le semifinali di Heineken Cup al mio primo anno lì. E’
stato un buon traguardo, disputammo una buona partita contro l’Ulster a
Murrayfield ma uscimmo sconfitti di appena tre punti. Con la Georgia non
perdemmo alcuna partita nel Rugby Europe Championship e anzi vincemmo il
Grande Slam. Ci sono stati molti sali e scendi nel corso della mia carriera,
ma dal punto di vista professionale la più grande soddisfazione è vedere i
tuoi giocatori che crescono e raggiungo la Nazionale Maggiore, giocando per
il proprio Paese al Sei Nazioni e al Mondiale. Tornando a parlare delle
Zebre, un’altra sfida sarà proprio quella di far debuttare molti nostri
giovani nel gruppo degli Azzurri. Si tratterà di qualcosa che non potrà che
portare entusiasmo ai nostri giocatori affinché possano divertirsi, giocare
con entusiasmo e quindi esprimersi al 100 %”.
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(Simone
Del Latte)
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RUGBY E SOCIALE di Roberto Roncallo (O.D.G. 170599 roncallo.roberto488@gmail.com ) creato da Dino Fruccio
giovedì 26 settembre 2019
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