lunedì 23 settembre 2019








 LIVORNO U18 – U14

 Prove tecniche in vista di un’annata che non deve diventare solo di ‘semplice transizione’. Prove tecniche in vista di un campionato élite nel quale si vuole recitare un ruolo da protagonisti. 
Il Livorno Rugby under 18, sotto la guida dei tecnici Luca Isozio, Stefano Gesi, Simone Morganti ed Enrico Squarcini, punta a traguardi di tutto rispetto nel torneo ‘di A di categoria’, ai nastri di partenza il 6 ottobre (nel turno d’esordio trasferta a Firenze). Negli ultimi due week end, i giovani biancoverdi si sono messi in evidenza in due appuntamenti amichevoli. Dapprima, a Prato, i labronici hanno disputato un triangolare con i padroni di casa e con il Firenze. Per i livornesi, ancora in fase di rodaggio, sono giunte, in terra laniera, due sconfitte su due gare. Ben più del risultato e del numero delle mete siglate, ai quattro allenatori – che hanno ruotato tutti gli elementi a disposizione – interessava verificare il grado di forma raggiunta. Risposte decisamente incoraggianti. Poi, nel pomeriggio di sabato 21, i livornesi hanno effettuato il loro debutto tra le mura amiche.
 I biancoverdi hanno giocato, sul sintetico amico del ‘Maneo’, due partite con due rappresentative genovesi: una con la propria prima squadra ed una con la seconda. 

L’intento, grazie al roster così largo, è quello di giocare – e ribadiamo, non da semplici comprimari – il torneo élite (ovviamente con la squadra migliore), sia il torneo regionale (con i giocatori alle prime armi nel ruvido mondo under 18). Eloquenti i punteggi conclusivi nelle due sfide giocate sul ‘Maneo’: la ‘prima squadra’ labronica si è imposta 40-0 (7 mete a 0), la ‘seconda squadra’ ha vinto con i genovesi 33-0 (5 mete a 0). La crescita di tutto il gruppo, grazie al serio lavoro effettuato nel corso degli allenamenti, è costante. Questi gli atleti dell’ampia rosa biancoverde: Andreotti, De Rossi, Ficarra, Gragnani, Lavorenti, Tori, Giusti, Baldi, Meini, Gesi S., Zannoni, Gesi S.,, Capozzi, Vallati, Lampugnale, Piram, Mannucci, Campanile, Nanni, Nicastro, Cristiglio, Tomaselli, Rotondo, Barsotti, Orsini, Eliseo, Angiolini.

Buona la prima. A Bologna, nel torneo organizzato dalla locale società del Reno Rugby 1967, gli under 14 del Livorno Rugby, al loro esordio stagionale, hanno messo in mostra qualità di rilievo per la categoria. Al via dell’evento quattro valide formazioni di quattro regioni differenti. Oltre al Reno ed ai biancoverdi, si sono presentate alla kermesse (Secondo Torneo Under 14 RCF all’insegna della Cultura e della Fratellanza), il Partenope Napoli e il Rugby Alto Vicentino. Si è giocato un girone all’italiana: i labronici, in rapida successione, hanno battuto l’Alto Vicentino 24-0 (mete di Marianelli, Cioni, Bianchi e Quercioli, condite da due trasformazioni di capitan Celi), ceduto 10-19 con il Partenope (mete di Bianchi e Marianelli) e superato il Reno 7-0 (meta di Cioni, trasformata da Celi). 
Torneo di alto livello tecnico, considerata l’età dei protagonisti (si tratta di atleti nati negli anni 2006 e 2007), celebrato in memoria delle vittime di mafia. A tale scopo, prima dell’inizio della competizione, ad ogni capitano è stata consegnata un’apposita fascia con scritto quattro nomi di vittime di mafia. In occasione della consegna della fascia sono state spese alcune parole relative alla biografia della vittima celebrata. Toccante è stato il momento della premiazione avvenuta per mano di Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo (30 anni) e sorella dei gemelli Giuseppe e Salvatore Asta (6 anni), uccisi per mano della mafia nella strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985. Superfluo sottolineare come di fronte a determinati avvenimenti, ogni valutazione tecnico-sportiva abbia un valore secondario. Ecco, in rigoroso ordine alfabetico, i giocatori biancoverdi protagonisti a Bologna: Autorino, Bargagna, Barsotti, Bianchi, Borgiotti, Cannone, Casini, Celi, Cioni, D’Ammando, De Rossi, Giusti, Lottini, Mannucci, Marianelli, Michelucci, Norfini, Perucci, Quercioli, Tosi. Allenatori: Alessandro Saltapari, Rossano Campochiari, Federico Guidi e Fernando Tavella. (FabioGiorgi)

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