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I due
derby con le Zebre sono e saranno sempre delle partite speciali. Lo sa
benissimo il terza linea Sebastian Negri, Leone ormai da
più di tre stagioni e punto fermo della squadra di Kieran Crowley. Proprio
Negri si è fermato ai nostri microfoni parlando in particolare delle due
supersfide contro le Zebre che attendono i biancoverdi alla ripresa del
GuinnessPRO14.
Seb, finalmente tra poco si torna a giocare…
«Penso
che tutti noi siamo carichi. Contro le Zebre saranno due battaglie molto
intense, noi ragazzi stiamo lavorando molto duramente. Da quando il lockdown
è finito ci stiamo allenando con grande energia, concentrazione e sì, come ho
detto siamo super contenti di tornare in campo e indossare nuovamente la
maglia del Benetton Rugby».
Contro le Zebre è sempre una partita particolare,
un derby anche in ottica nazionale italiana.
«Sicuramente
il derby è molto importante anche in ottica nazionale. Ma è ancora più
importante che noi giocatori del Benetton Rugby, tutti noi ci concentriamo
sul nostro ruolo in campo, ottenere un buon risultato come squadra.
Focalizzarci su quei piccoli dettagli e impossessarci della partita su ogni
battaglia individuale. Penso che se performiamo come un team, come una
squadra, prendendoci cura di noi stessi, togliendoci la polvere di dosso e
concentrandoci sulle due supersfide, finiremo bene la stagione».
Quali possono essere le chiavi più importanti
della partita?
«Quando
giochi un derby ci sono tante fasi chiave, a cominciare dal gioco al piede
che deve essere impeccabile, oltre al dover eseguire alla perfezione il
piano di gioco; i derby ti impongono di avere anche il giusto approccio
mentale. Queste partite sono sempre combattute e penso che se noi lo faremo
bene, mantenendo i corretti aspetti standard del nostro gioco, potremo
portare a casa il risultato».
In terza linea siete tanti buoni giocatori. Sarà
stimolante prendersi una maglia da titolare?
«Penso
che tutti i permit players arrivati al Benetton Rugby siano stati fantastici
sin dall’inizio. Non solo ottimi giocatori e grandi talenti, ma anche belle
persone fuori dal campo, per me questo è ancora più importante; lavorano
duro. Specialmente nel mio ruolo c’è tanta competizione, però è solo un
aspetto positivo per il Benetton Rugby e pure per la nazionale italiana. Ciò
porta a tenere alti gli standard, a lavorare duro, sentire il fiato dei
ragazzi più giovani sul tuo collo ti porta a dare un contributo maggiore.
Quindi è una cosa positiva, non solo per il Benetton ma anche per la
nazionale, ci sono tanti giovani giocatori in rampa di lancio ed è eccitante
far parte di ciò».
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