LA VERA TRADIZIONE E’ CUSTODIA DEL FUOCO
NON ADORAZIONE DELLA CENERE
ovvero
I vari
governi ballerini si sono indarno succeduti, tutti i firmamenti di stelle
numerate sono scomparsi come il buio soggiace all’alba, la pandemia ha portato
via molti uomini buoni e molti altri ha ferito nel cuore e nel fisico come
scatoloni di cartoni piegati e messi via. Ma un nucleo di vestali ha tenuto
accesa la fiamma anche nei giorni più bui facendola brillare alla prima
occasione, con una rinata voglia di vita e, dunque, di rugby.
a Genova, l’11 dicembre 2021 ad ore 15.00, sole, 13°
si è svolto
IL PRIMO
INCONTRO di RUGBY OLD GIOCATO NELLO STADIO CARLINI BOLLESAN
tra
I
Cavalieri di San Giorgio R.F.C. – Rino Geronti Old Rugby Team
*
La ripresa
delle operazioni Old è coincisa con la prima partita nel campo dalla nuova
denominazione “Carlini - Bollesan”. Quale compagine eletta per l’inaugurazione del
campo e per “ridere in faccia a monna morte ed al destino” quella lombarda dei
Rino Geronti, squadra ad inviti che pesca i suoi effettivi in ogni lago, stagno
o specchio d’acqua lombardo, che ha nel suo DNA e nel suo atto costitutivo la
entusiastica gioia di vivere il rugby con goliardica passione come i
Barbarians, club a cui evidentemente si ispira. I gangli vitali per la sua
sopravvivenza, meritano qui di essere partitamente evidenziati. Aderiscono ai
Rino’s e si alternano nei tornei della regular season over 50 Ragazzi
appartenenti agli Old Blacks di Settimo Milanese, ai Babbyons di Cusago, agli
Old Lokomotiv di Sesto San Giovanni, ai Dragold di Milano, ai Lovers di Milano,
ai Chiken di Rozzano, ai Milo’ld di Pavia, agli Sbagliati di Velate, ai B.Old
di Cologno Monzese, ai Coyotes di Cernusco sul Naviglio, ai Bad Panda di Monza,
ai Red Dogs di Milano, ai XV del Colleoni di Bergamo, agli Old Lecco, agli Old
Seregno, ai Rugby Lyons di Settimo Milanese, ai Bislunghi di Milano, agli Old
Rho, ai Pork di Parabiago, ai Cinghiali di Cesano Boscone, ai Mosquito di
Muggiò. Questa variegata compagnia di ruggers over 50 è tenuta insieme dalla
passione di molti tra i quali mi sento di salutare con rispetto ed affetto il
pacato Conte Cairoli, l’attento decifratore dei bizantinismi burocratici
Carlippa, il fenomenale Franz Sofo con cui solo posso parlare il più stretto e
colorato dialetto tropeano, l’esuberante Daniele Fulgenzi di Pavia e l’immenso
Mauro Abate per tutti Abo.
Per
l’occasione i Rinos sono stati affiancati da alcuni importanti innesti
provenienti dalle fila dei Barberans di Alessandria, trascinati dall’esempio
del caro Massimo Marengo oggi bloccato a casa per essere entrato in contatto
con un infettato da covid.
*
Schierati
disciplinatamente sotto lo stendardo con la rossa Croce di San Giorgio in campo
bianco:
Gropplero I –
Capo della Guerra per acclamazione, Avigliano, Cavalleri, Cavallo, Comandini,
Corinni, Elies, Felici, Flamini, Galliano, Juvara, Maggiolo, Marchi, Micco,
Morasso, Olivieri Alfredo, Pendola, Petronio, Rocca, Saturnino, Solazzo,
Vassallo.
Si mette nel
giusto risalto:
- il rientro
nei ranghi di Popeye, invitto comandante della Regia Marina proveniente dal mar
dei sargassi per aver abbordato navigli circassi che han studiato nei madrassi
come annullare gli stracciacassi.
- la prima
partita ufficiale dell’espatriato Gianluca Flamini che non ha accusato la
minima emozione creando un po’ di scompiglio tra gli avversari.
- la prima
partita in assoluto della matricola Paolo Pendola che, forse perché ha
indossato la maglia imprestatagli da Lucio, per osmosi pelle – cotone – animus,
ha sempre tenuto con perizia la posizione di ala, si è esibito in bei placcagi
ed in un paio di percussioni.
- c’è stato
un tempo della partita in cui, della serie “non si tratta di cap ma di anni”, i
Cavalieri hanno giocato in prima linea con valore188 in tre (Frank Enjoy 66,
Fra’ Corizio da Varagine 56, Nand Rover 66).
- nelle fila
avversarie è stata schierata la giovane Irene per niente intimorita dai cozzi
con vecchi panzoni, rimediando però una leggera ferita con (poca) perdita di
sangue dal labbro superiore dovuta ad uno scontro sulla linea di touche col
fiero Pendola.
A bordo
campo, tra i glicini e il sambuco, a dare sostegno vocale Acropt VI Conte di
Brufen, Capitan Zucchi (sempre sia lodato), Lucio II della Gens Arnulfa ed
Afarinx mentre, deputato alla custodia e gestione della scarsella, con compiti
di contabile ed esattore il diafano Gibaccicin, ed ancora Naicol Odeon, i
Giovani Avanguardisti Tommaso Juvara, Tommaso, Olimpia, Nicolò e Laura
Galliano, Francesco Corradi, Claudio Conti, Rocio dall’immancabile sorriso,
Katia e Thomas Avigliano ed infine, ma non ultimo, l’immenso sole illuminante
della storia equestre, l’unico inconfondibile ed insostituibile Pizzagalli.
*
1. C’E’ UNA STRANA ESPRESSIONE NEI TUOI OCCHI.
Dopo molto
tempo, ritrovarsi in braga corta ed in maglia arlecchina all’aperto, tutti
insieme, ha creato un po di disorientamento. Si era persa l’abitudine alla
puzza di piedi degli spogliatoi, al campo, ai riti del riscaldamento, ai
richiami abbaiati dai mediani. Ne è scaturita su ogni volto una espressione
straniata e un po’ sperduta. Qualcuno s’è dimenticato il paradenti, qualche
altro ha portato le scarpe sbagliate e qualcun altro ancora ha fatto trapelare
un po’ di scoglionamento dovuto all’inadeguato numero di presenti; numero quasi
scandaloso per una partita giocata in casa. (“Ma un bel giorno per dispetto
Pingo Pango l’incendiò”).
*
2. LET’S TWIST AGAIN.
Per il resto
cosa dire della partita dei Cavalieri: nulla di nuovo, belle cose alternate a
cose orrende, frequenti evacuazioni dell’ovale, la medesima indisciplina nel
rispettare la linea del fuori gioco, l’aberrante mania di parlare sempre,
l’indisponente predisposizione a contestare le decisioni arbitrali, le
variopinte blasfemie che hanno solcato impunite l’aere (appena qualche giorno
addietro, nottetempo, bonificata dalle scorie di precedenti misfatti – con
apposita cerimonia liturgica – dall’inascoltato ma volenteroso Chierichetto
Mestruato).
*
3. OYE COMO VA.
Ci sono stati
(pochi) sprazzi di bel gioco, soprattutto nei tre quarti, mentre i baruffanti
della mischia hanno a tratti sofferto il maggior peso degli avversari che
l’hanno messa giù, con atletica disinvoltura, ora a “ritmo di guarracha ora al
suono del bayon”. I Rinos non hanno mai mollato; quando ci sono riusciti hanno
bellamente dato aria alla palla ed hanno sempre attaccato la linea con ripetute
e convinte percussioni, molte delle quali portate con decisione da Francesco
Sofo; in conseguenza di una di queste Danilo Sartori detto Priscilla trovava la
strada per la meta.
*
4. QUANDO CALIENTA EL SOL.
Un breve
cenno anche ad un’azione che a detta di Ian Foster, Eddie Jones e Mario Ledesma
(che hanno seguito l’evento collegati in streaming dai rispettivi paesi) ha
dato vita alla più bella meta old degli ultimi dieci anni.
Appena fuori
dai 22 avversari una violenta percussione raccoglie attorno al punto d’incontro
molti difensori; il sempre sobrio e composto May Day, saltando un uomo, serve
Shunkawacan che una volta destata l’attenzione dei difensori su di sé, saltando
un uomo, affida l’ovale all’accorrente Sciur Pilun Dalli Belli Braghi Bianchi
che entra in un buco, percorre velocemente (ehm!, quasi) una decina di metri in
profondità e, scorto un (questo si) velocissimo difensore che tenta di intercettarlo,
riesce a beffarlo a cagione della sua stessa velocità: arrivato tanto vicino da
sentirne l’odore del dopo barba fa con naturalezza un grazioso cambio di passo,
rientrando sfila dietro alla spalla debole del Rino Geronte che può solo accarezzarne
gli opimi contorni e dopo aver percorso gli ultimi dieci metri inutilmente
braccato deposita il fardello oltre la meta (molte anzi tempo all’orco generose
travolse alme d’eroi e di cani e di augelli orrido pasto lor salme abbandonò).
*
Tre tempi da
20 minuti diretti dall’impeccabile Jamal Kamili che sembra aver concluso il suo
percorso di crescita pronto per palcoscenici più grandi: ha garantito una
direzione ferma e rassicurante senza che gli sbuffi o i mugugni di Malgioglio
lo condizionassero.
Il primo
tempo:
Cavalieri, 2
– Rino Geronti, 0
con mete di
Cavalleri, Elies.
Il secondo
tempo:
Cavalieri, 3
– Rino Geronti, 0
con mete di
Gropplero, Vassallo, Morasso.
Il terzo
tempo:
Cavalieri, 4
– Rino Geronti, 1
con mete di
Cavallo, Saturnino, Flamini, Olivieri e, per gli ospiti, Danilo Sartori.
*
Il quarto
tempo:
E’ stata la
prima uscita ufficiale in club house di Giselle & Mara coadiuvata dagli
ottimi Peppe ed Antonio e bisogna con onestà riconoscere che le “ragazze” sanno
il fatto loro: polso fermo nelle direttive ai collaboratori, competenza nel
cronometrare i tempi di cottura dei vari tagli di carne e farli approdare nelle
affamate schiscette tutte insieme, nel medesimo istante in cui sono pronte le
patatine, è un atto che merita plauso e riconoscenza.
Rancio ottimo
e abbondante, forse troppo abbondante. La incongruenza è stata in parte
attenuata da molti doggy bag il cui contenuto rallegrerà domani la mensa di
quanti non si sono lasciati scappare l’occasione.
Non sono
stati segnalati vegani né (tantomeno) analcolici; solo l’espressione migliore
dell’universo Old ha partecipato all’evento festeggiando, senza sbavature e
cedimenti, la ritrovata libertà di fare finta di correre dietro ad una palla
ovale e ritrovarsi a cantare a squarciagola sconce canzoni da osteria.
Molto apprezzati
a fine pasto il limoncello e l’imperdibile Amaro San Simone - preparato da una
confraternita di Fraticelli di Torino - distribuiti dall’ammaccato ma
soddisfatto Ziotarzàn e la grappa elargita con signorilità dal celtico Afelix.
Forse si
sarebbe potuto fare a meno della musica (da giovinastri, oh tempora oh mores!)
sparata in CH a tutto volume, ma tant’è…!.
Alle ore
18,00 traballanti ed allegri, i Cavalieri hanno sciolto l’assemblea venendo
restituiti alle cure delle rispettive badanti.
Per C.N.N. dalla club house dello
stadio Carlini- Bollesan
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