L’ex Capitano azzurro,
in lizza per la Presidenza FIR, svela alcune idee innovative per concretizzare
il suo programma e rilanciare il rugby in Italia.
Settembre 2024 – Crowdfunding, testimonials d’eccezione
e “destagionalizzazione”. A pochi giorni dalle elezioni che
sanciranno il rinnovo del
consiglio direttivo della FIR, Massimo Giovanelli, candidato alla Presidenza della Federazione,
approfondisce alcuni aspetti del suo programma delineando una serie di proposte
alternative per il rilancio del
rugby in Italia e il raggiungimento dell’obiettivo dei 100.000 tesserati entro il primo mandato.
Due i pilastri
attorno ai quali ruota la candidatura dell’ex capitano azzurro: sostegno al
Rugby di base e allo sviluppo della disciplina nel Centro Sud Italia. È da qui che
intende partire per riscrivere le sorti della palla ovale nel nostro paese. «L’impressione - spiega Giovanelli – è che
ci si sia dimenticati del rugby di base puntando solo sui livelli più alti. Le
vittorie della nazionale sono importantissime, ma in questo momento
particolarmente delicato per il nostro sport rischiano di diventare un
pericoloso specchietto per le allodole, utile solo a nascondere le grandi
problematiche di fondo che peraltro sono le stesse di quattro anni fa. Il
Mezzogiorno non fa eccezione da questo punto di vista. Di fatto il tanto
acclamato “Progetto Sud” non è mai e partito; progressivamente abbiamo
perso per strada tantissime società e alcune regioni sono state
completamente abbandonate a se stesse. Come “Italia del rugby” abbiamo
definito un piano di sviluppo differenziato per territori che,
sfruttando fondi pubblici e privati, ci aiuterà a creare nuove realtà
rugbistiche dove oggi mancano e a ottimizzare il potenziale di quelle già
esistenti in modo da arrivare entro il mio primo mandato a portare almeno
quattro squadre del Centro Sud nella massima serie».
Una delle proposte più
innovative messe in campo dall’ex azzurro per raggiungere i suoi traguardi
riguarda la possibilità di introdurre
il crowdfunding quale strumento complementare di finanziamento: «il
crowdfunding - prosegue
- è una strada ancora poco battuta, ma rappresenta
certamente una valida opportunità per raccogliere in tempi brevi
preziose risorse da reimpiegare in progetti concreti, come la costruzione di
nuovi impianti e clubhouses; un mezzo di grande valore per
coinvolgere in prima persona le comunità locali dando a ciascun
appassionato la possibilità di partecipare in modo diretto alla crescita del
rugby italiano, e costruendo sinergie di valore in grado di rinsaldare il
legame tra sport e territori.
La mia idea prevede la creazione di piattaforme dedicate attraverso cui i club, le società sportive, ma anche le aziende, potranno sostenere il loro sport del cuore. Lo scopo, quindi non è solo finanziario, ma anche “culturale”: un modello di rugby “partecipato”, una community virtuosa che nel tempo contribuirà a far crescere il movimento».
Un altro nodo
importante, infatti, riguarda proprio la capacità di attrarre nuovi praticanti e appassionati. «In
questo caso – precisa
Giovanelli – la soluzione non può che essere rintracciata
in una vasta azione di implementazione e rinnovamento della comunicazione. Con
la mia squadra stiamo elaborando una strategia capace di rendere la nostra
disciplina più accattivante e accessibile. Sappiamo per certo che molti
personaggi del mondo dello spettacolo amano il rugby: vogliamo coinvolgerli
attivamente come testimonials per ampliare il bacino di utenza, avvicinare
nuovi fan e risultare più attrattivi agli occhi delle nuove generazioni,
particolarmente esigenti ed affamate di stimoli. Ovviamente questa proposta non
va a sostituirsi alla capillare opera di promozione nelle scuole né a quella di
formazione di tecnici altamente qualificati, già parte integrante del
nostro programma fin dal giorno in cui lo abbiamo reso noto».
Infine un ultimo spunto: «Il rugby
a 15, quello che tutti conoscono, termina a fine primavera. Significa che
da maggio a settembre abbiamo una finestra scoperta piuttosto ampia. Vorremmo
riempirla puntando sul rugby a 7, che peraltro è disciplina olimpica. Del
resto, se la destagionalizzazione sta funzionando per il turismo perché non
dovrebbe valere la stessa cosa in ambito sportivo? La mia idea è quella di dar
vita a un campionato Seven da giocarsi in estate nelle più importanti
località di villeggiatura in modo da intercettare pubblico, il più
ampio possibile.
A questo
vogliamo affiancare, sull'intero arco della stagione, un campionato di
Rugby Touch che, senza contatto, risulta più facile da approcciare
per le utenze le più disparate. Potrebbe diventare per noi quello che il
padel è per il tennis e il calcetto è per il calcio: un’alternativa alla
portata di tutti capace di avvicinare le masse alla disciplina principale,
creando un prodotto nuovo, spinto grazie ad un marketing mirato e coinvolgente.
Tra gli scopi,
aumentare il numero di praticanti ed attivare un sistema diffuso di economia
circolare presso le clubhouses dei clubs, sedi delle tappe del Torneo».
Massimo
Giovanelli è una leggenda del rugby italiano: 37 presenze da
Capitano in Nazionale, 60 convocazioni come terza linea, 2 Coppe del Mondo
disputate e la prima storica partecipazione al Torneo del Sei Nazioni. La sua candidatura alla Presidenza della FIR è
stata presentata ufficialmente nel mese di marzo alla vigilia della partita
Italia-Scozia del Torneo Sei Nazioni ed è sostenuta dal movimento “L’Italia del Rugby”.
(Valeria Pighini)
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