Mirko Luciano,
responsabile tecnico Olbia Rugby stagione 2024/2025
Il mio
avvicinamento al rugby risale ai tempi delle scuole medie.
Alcuni
allenatori dell'Olbia Rugby vennero a trovarci e furono autorizzati a
promuovere questo sport durante le ore di attività fisica.
Riscossero un
notevole successo tra i ragazzi, molti dei quali decisero di provarlo sul
campo.
Spinto da un
amico, anch'io decisi di partecipare a uno degli allenamenti per verificare
personalmente quanto promesso dagli allenatori.
Così ci
recammo sul campo, e per me fu amore a prima vista: rimasi subito affascinato
da questo gioco e da allora gli rimasi per sempre fedele.
Per la
cronaca, l’amico al quale mi accompagnai subì un trauma al viso lo stesso
giorno e, da allora, non lo rividi più.
Io, invece,
non mi persi d’animo e continuai, sentendomi ogni giorno più motivato.
I due
allenatori si chiamavano Luigi Birardi e Roberto Palomba.
Quest’ultimo
fu il mio allenatore per ben cinque anni.
Fu un periodo
talmente travolgente da segnare profondamente il mio futuro. Il rugby divenne
per me una ragione di vita, un modo di essere, uno stile.
Qualche anno
più tardi, il coach si trasferì ad Alghero per motivi di lavoro. Fu allora che
Luigi Birardi mi convinse a iniziare la carriera da allenatore, nonostante
avessi solo diciassette anni.
Mi fu affidata
la squadra Under 14, un gruppo di ragazzi che, più tardi, sarebbero diventati i
miei compagni nella squadra senior.
Questo
percorso da allenatore mi regalò soddisfazioni enormi e mi permise di crescere
profondamente, sia dal punto di vista umano che tecnico.
L’entusiasmo
crescente mi spinse a cimentarmi in tutte le categorie. Rapportarmi con i
piccoli del mini rugby e con gli adulti della prima squadra mi permise di
esplorare e adattare metodi di approccio completamente diversi. Il coronamento
di tutto il lavoro compiuto negli anni, si concretizzò con la vittoria del
campionato Sardo, il primo vero trofeo vinto dal nostro club dopo decenni dalla
fondazione.
Per quanto
riguarda la mia esperienza da giocatore, posso menzionare una breve parentesi
in una squadra parigina nel 2009, che mi fece comprendere l’alto livello delle
squadre francesi. Ebbi la soddisfazione di allenarmi nel prestigioso Orange
Club, un’esperienza che rimase indelebile nella mia memoria.
Ritornai a
casa per qualche anno e, successivamente, mi trasferii a Siena, dove ebbi modo
di conoscere il rugby toscano, giocando in una squadra di Serie C Elite. Mi
pare giusto ricordare per concludere, una stagione giocata in Piemonte, dove
militai in una squadra del capoluogo.
La
soddisfazione più grande? Senza dubbio, la vittoria del campionato sardo e la
finale per l'accesso alla serie cadetta, disputata contro i Medicei di Firenze.
Mi assunsi la responsabilità di far crescere un gruppo di giovani allo sbando,
reduci da anni di monotonia e lassismo. Proposi alla società un programma
triennale mirato a condurci a competere per la vittoria del campionato
regionale. Ricordo che in molti storcevano il naso, ma fu proprio questa
resistenza a darci lo stimolo per non mollare.
Quel gruppo
sfiorò il risultato già dalla seconda stagione, e poi, finalmente, arrivò il
coronamento di un grande lavoro.
Fu il successo
che diede nuova linfa vitale al club.
Il messaggio
fu chiaro: con il duro lavoro si può ottenere qualsiasi risultato.
E ora? Ora è
arrivato il momento di rimetterci in gioco. Al termine di quest'ultima sofferta
stagione, la società mi ha proposto la direzione tecnica del club. La mia
risposta non è stata immediata; prima di espormi, ho cercato di mettere insieme
uno staff di allenatori che mi desse garanzie. Ho pensato in primis al settore
giovanile, da sempre la mia priorità nello sviluppo di un club.
Un presupposto
essenziale sarebbe stata la presenza di Roberto Palomba, che fu all’origine
della mia grande passione.
Nonostante
alcune perplessità iniziali, l’allenatore algherese ha accettato con entusiasmo
l’incarico e si occuperà della Under 14.
Lo staff è al
completo, l’entusiasmo è alle stelle. Non ci resta che attendere i primi di
settembre per iniziare il nostro lungo e stimolante lavoro.
Buon lavoro
Mirko.
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