giovedì 11 luglio 2024

RUGBY GIOVANILE/ Il cussino Giovanni Nostro rivelazione del momento!


Giovanni Nostro racconta la sua esperienza al Raduno U18 della Nazionale Maschile di Rugby.

Soddisfazione in casa CUS Genova Rugby grazie alla convocazione al Raduno Maschile U18 della Nazionale Azzurra di un atleta cresciuto nel Settore Giovanile della Polisportiva Universitaria. Trattasi di Giovanni Nostro, da un anno in Irlanda alla St. Fintan's High School, chiamato per il Raduno de L’Aquila dal 1° al 4 luglio.

Ha cominciato a otto anni, rimanendo sempre in Biancorosso dall’U10 all’U17. Per lui dall’anno scorso un’esperienza in terra irlandese sia per questioni sportive sia di studio. Dopo le precedenti chiamate da parte dell’Accademia Federale, presso la quale ha preso parte ad alcuni raduni, in seguito alla sua partenza per l’High School il suo percorso è stato monitorato attraverso il Project Exiles, ideato dalla FIR per gli atleti al di fuori dei confini italiani.

Una chiamata, quella in Azzurro da parte di Paolo Grassi, Responsabile Tecnico della Nazionale U18, che premia la sua crescita e il percorso che ha intrapreso all’estero. Il tutto in un Paese in cui l’equilibrio tra il campionato studentesco e quello federale è sbilanciato in favore del primo, a cui Nostro ha preso parte alla St. Fintan's.

«Un’esperienza fantastica», racconta Nostro, «ho avuto il piacere di avere a che fare con allenatori di altissimo profilo che mi hanno fatto crescere molto, così come con compagni di raduno il cui livello era molto alto». Com’è andato il raduno? «Penso di aver fatto un buon raduno», afferma il rugbista, «è stata la mia prima esperienza in Nazionale e spero assolutamente che non sia l’ultima». 

Quale il momento più emozionante di questa quattro-giorni? «Sicuramente quando mi hanno consegnato il kit dell’Italia per allenarci», racconta Nostro, «quello è un momento che ricorderò per sempre e che mi ha fatto riflettere sul fatto che vorrei ancora vestire quella maglia in futuro». Per lui tantissimi anni in Biancorosso, dall’U10 all’U17. «Per me il CUS è come una grande famiglia», continua il rugbista, «mi ha lasciato un segno indelebile e mi ha permesso di fare amicizie dentro e fuori dal campo che dureranno una vita».

In chiusura il ringraziamento a tutti coloro che hanno permesso all’atleta di realizzare questa esperienza. «Un ringraziamento in particolare alla mia famiglia e a mio fratello che mi hanno sempre supportato, perfino di persona prendendo l’aereo per seguirmi di persona», aggiunge, «poi un ringraziamento doveroso allo staff tecnico del CUS e dell’High School per avermi permesso di crescere in tutti questi anni». «Infine non posso non ricordare Pietro Imperiale», compianto giocatore e allenatore giovanile scomparso biancorosso recentemente, «il quale è stato il mio primo allenatore e che mi ha seguito per tanti anni».

 

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