NELL’INTERVISTA DI LUCA MACIGA IL
CAPITANO GIALLOBLÙ PARLA DELLA SCORSA STAGIONE E DEL CAMPIONATO DI SERIE C,
PROSSIMO ALL’INIZIO.
Ricomincia la C1 e il Rugby Belluno riparte con la Castellana. Sarà
proprio la squadra di Castelfranco (sostituisce in pratica il Villadose nel
girone) che il Belluno dovrà affrontare domenica.
«Fino a due anni fa giocavamo contro di loro – dice capitan Alberto De Polo – perché la Castellana era inserita nel nostro girone e di solito si
qualificava per la poule promozione. È una compagine fastidiosa, che prova a
giocare in modo diverso da quello che si vede abitualmente in serie C. Penso
che abbiano un’organizzazione che parta dalle fasi di conquista, nel muovere il
pallone, con l’intento di variare il gioco».
Con
quali aspettative affrontate il campionato?
«Lo scorso anno abbiamo sbagliato tutto in una partita, quella di
Trieste, altrimenti saremo stati noi al posto loro a salire in serie B. Se
quest’anno non pensiamo al salto di categoria, sarebbe un fallimento già in
partenza. L’aspettativa è quella di giocare al meglio e portare a casa il
campionato. Sono anni che facciamo tornei di vertice, l’obiettivo deve essere
quello. Dobbiamo sperare anche che gli eventi non siano avversi perché se a
metà stagione ci saranno tanti infortunati le cose immancabilmente si
complicheranno».
Il
vostro allenatore, più volte nella passata stagione, ha detto di non avere paura
degli altri ma della sua squadra quando commette certi errori. Di chi dovrà
aver paura il Belluno in questa stagione?
«Non posso negare che siamo stati noi i principali artefici delle
sconfitte più clamorose. Ho più paura di noi stessi che degli altri».
La
passata stagione, nonostante l’ottimo secondo posto finale, la pecca erano i
cali nel secondo tempo. Come risolvere il problema?
«È stata affrontata questa criticità, infatti la riscontriamo sia
durante le interruzioni di gioco, sia nelle sostituzioni dei giocatori.
L’allenatore ci ha spiegato che è come avere un filo che ha una sua continuità
e ogni interruzione ferma la continuità. È ovvio che, lavorando a livello
mentale, dovremmo sistemare il problema, fermo restando che siamo noi il nostro
avversario principale».
Sono
di anni che i componenti di questa squadra giocano assieme. Sembra proprio che
ci siano tutti i presupposti per fare un buon campionato?
«Il gruppo è numeroso. Sono molto contento di quest’inizio di
stagione, perché ci sono stati numeri che nei precedenti campionati non c’erano
e questa è la dimostrazione di un lavoro fatto bene. Il fatto di ripartire,
senza dover cercare l’assetto migliore, come nelle precedenti stagioni, ci
porta ad avere una mediana che è rodata e non è improvvisata. Inoltre c’è stato
l’innesto di cinque giocatori, che è un numero limitato rispetto al passato. I
presupposti sono dei più rosei ed io mi aspetto molto in questo senso».
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