venerdì 19 dicembre 2025

RUGBY GIOVANILI/ La parola a Luigi Di Liberto, coach U14 del Monferrato.

Incontriamo Luigi Diliberto per tutti Ciccio, anima e cuore dell'under 14 e parte della famiglia Monferrato da oltre vent' anni.

D- Ciccio hai conosciuto questo sport e questa società quando avevi tredici anni. Oggi ne hai quarantuno...Cosa rappresentano il rugby e il Monferrato nella tua vita?

R- Il rugby per me e' uno stile di vita , perché proprio come nella vita , non ti viene regalato nulla senza combattere e senza soffrire.

Il Monferrato e' casa, e' la maglia con cui ho iniziato a giocare, soffrendo tanto e gioendo tantissimo.

E' la società che oggi mi permette di allenare e trasmettere questi valori ai ragazzi .

D- Alleni degli atleti, che non sono più bambini, ma non sono nemmeno ragazzi o adulti. Quali sono le difficoltà nel lavorare in una fase così delicata della crescita ?

R- La difficoltà e' riuscire a capire ognuno di loro , i loro limiti, le emozioni, le fragilità .

Tutti i ragazzi sono diversi e con ognuno devo cercare di creare un rapporto unico per ottenere risultati.

D- Quello passato, e' stato un anno con poche soddisfazioni e tante sconfitte. Colpisce però il fatto che non hai perso nemmeno un ragazzo, nessuno dei tuoi ha mollato .

Come si educano i ragazzi (e spesso anche i genitori) , alla sconfitta?

R- La vera soddisfazione dello scorso anno e' quella di essere comunque riuscito a trasmettere i valori di famiglia, sacrificio e lavoro, che sono poi quelli del rugby.

I ragazzi sono cresciuti a livello mentale, di consapevolezza.

Le vittorie che sono mancate sul campo, sono diventate piccole grandi vittorie personali.

Aver compreso questo, anche da parte dei genitori, ha fatto si' che nessuno abbia abbandonato.

D- Quella in corso invece, e' una stagione partita nel migliore dei modi, con la squadra che diverte e si diverte in campo....

Come aiuti i tuoi ragazzi a restare umili, rispettosi di ogni avversario e con i piedi ben piantati a terra?

R- I buoni risultati di questa prima fase, sono anche il frutto del lavoro e delle sconfitte dello scorso anno.

Ai ragazzi dico quasi ogni giorno che come nella vita, troveranno sempre qualcuno di più forte. Gli avversari non vanno mai sottovalutati e assolutamente sempre rispettati. Perché il rugby e' questo alla fine: rispetto.

D- Una delle frasi che ripeti più spesso, e' che nei due anni di under 14, il tuo scopo e' fare crescere i ragazzi come rugbysti , ma soprattutto come "persone"

Cosa auguri ai tuoi giovani atleti per il proseguo delle loro vite, sportive e non?

R- Auguro ai miei ragazzi di poter arrivare a quello che e' il loro massimo, sia a livello sportivo che per quanto riguarda la vita fuori dal campo.

Il rapporto per me, non e' mai concluso dopo i due anni di under 14.

Qualora ne abbiano bisogno, se lo vorranno, io ci sarò sempre per sostenerli e aiutarli.

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