TAG RUGBY – TOUCHE RUGBY E LA LIGURIA? Di questi tempi alquanto anomali e ricchi solo di dubbi ed incertezze, il movimento rugbistico della nostra penisola ricomincia a muovere nuovamente qualche passo in piu’, rispetto al tremendo lockdown al quale tutti i club italiani hanno dovuto subire. La ripresa non puo’ certo definirsi ottimale in quanto il classico placcaggio è ancora proibito, le immancabili mischie non si possono ancora svolgere ma, da parte Federugby si consiglia vivamente di approcciarsi alle future attività ufficiali praticando il TAG RUGBY (detto anche FLAG RUGBY) o il TOUCH RUGBY.
Due formule di gioco che non contemplano alcun placcaggio, tanto meno i raggruppamenti. Nessun contatto fisico e, soprattutto nel TAG RUGBY, con gli atleti dotati di una cintura in velcro al giro vita con applicate ai bordi due fettucce adesive, che poi nel gioco vero e proprio verranno strappate dall’avversario, lo scontro fisico è assolutamente inibito, evitando così qualsiasi problema di avvicinamento ad un avversario. Conservando le obbligatorie distanze, onde evitare il piu’ possibile il tanto temuto contagio dall’ipotetico virus COVID 19, che purtroppo non puo’ certo ancora ritenersi estinto del tutto, forse potrebbe essere arrivato il momento di creare le basi maggiormente concrete per praticare questa specialità della palla ovale. Il TAG RUGBY in Italia è stato praticato solo negli ultimi anni ma soprattutto a livello giovanile, con in campo sia maschi che femmine, lasciando una buona impressione a tecnici ed atleti.
Questa disciplina molto particolare è nata nel 1991 in Inghilterra e
praticata soprattutto nei paesi anglosassoni ed in Oceania, mentre in Irlanda
addirittura si svolgono da tempo ben
quattro campionati nazionali riservati ai maschi, alle femmine, una categoria
mista maschi/femmine ed una per i veterani.
1)
Organizzare un vero e proprio
campionato di TAG RUGBY, magari a livello regionale e zone limitrofe, e perchè
no sotto forma di raggruppamento con la partecipazione di piu’ squadre,
potrebbe avere un futuro ?
2) Purtroppo non si puo’ sapere come proseguirà il cammino della pandemia, e senza un vaccino non sarà facile ricominciare in tutta serenità con la regolare disputa dei classici campionati, pertanto TAG RUGBY e TOUCH RUGBY possono avere un futuro di maggior rilievo ?
Questi due semplici
quesiti li abbiamo rivolti ad alcuni tecnici/dirigenti del rugby che senza
dubbio vantano grande esperienza nel rugby. (rr)
ANDREA COSTANTINO
mediano di apertura del Savona e allenatore della prima squadra risponde
così.....
1) penso che il tag rugby vada bene per la
propaganda nelle scuole elementari/medie dove non si ha tempo per insegnare le
tecniche di placcaggio in sicurezza. Per quanto riguarda l’attività agonistica
penso sia inutile e per certi versi deleterio in quanto allontana gli atleti
dal placcaggio in età dove dovrebbero assolutamente gettare le basi per essere
efficaci nei contatti.
2) penso che organizzare delle
manifestazioni di tag rugby o touch rugby possa essere una buona cosa per
inserire i neofiti e magari coinvolgere i genitori che possono aver la
possibilità di giocare assieme ai propri figli.
Per quanto riguarda l’agonismo io sono
scettico.
La grossa lacuna del nostro movimento è data dalla poca qualità nell’incontro e l’efficacia in difesa, promuovere situazioni che possano alimentare queste carenze penso non sia una strada corretta da percorrere.
Detto ciò spero proprio che si possa
tornare alla normalità al più presto... non possiamo vivere di atletica e
skills
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