martedì 7 luglio 2020

TAG E TOUCH RUGBY, l'alternativa? Interviene Orazio Arancio Presidente CR FIR SICILIA


Dopo la tremenda pandemia del COVID 19, del resto non ancora del tutto debellata, i club del rugby italiano si allenano secondo le regole imposte dal Governo, dalla federugby e in parte dalle Regioni, ma attualmente non si conosce ancora quando e quale sarà l’agognata ripartenza. Questo normalmente era un periodo che il classico “sciogliete le righe” risuonava nelle Società del rugby e, con esclusione del Beach Rugby, tutte le attività si concludevano. Era il tempo dei saluti fra compagni, dirigenti, tecnici invece, questo inizio dell’ estate, è proprio diversa dalle annate precedenti. 






Dopo quattro mesi di pausa siamo convinti che molti rugbisti scenderebbero in campo anche nel giorno del Ferragosto, ma nell’attesa di nuove decisioni RUGBYTOTALE prosegue il suo cammino analizzando le due alternative, almeno in questo momento, al classico rugby. TAG RUGBY e TOUCHE RUGBY, per questo motivo dopo Andrea Costantino, coach del Savona, Marcos Reyna responsabile tecnico della Partenope Napoli, Roberto Mandelli tecnico del Franciacorta, abbiamo contattato ORAZIO ARANCIO, Presidente Comitato Rugby Sicilia FIR.

(Orazio Arancio e alla sua sin. Toto' Perugini)

“La Sicilia è stata la prima Regione, e questo già da due settimane, a permettere il contatto negli sport – dice l’ex nazionale degli Azzurri, con 34 caps -  questo mi aveva un poco preoccupato tanto che come Comitato FIR comunicai alle Società sportive  che in ogni caso bisognava conservare sempre prudenza e cautela, quindi suggerendo  alle stesse di utilizzare per gli allenamenti, in considerazione che non esiste una data certa ufficiale per iniziare la classica stagione agonistica,  sia il TAG che il TOUCH, le quali ci permettono  di divertirci attraverso il rugby in modo sicuro. Tutto questo è stato accolto positivamente dai club e, di seguito, anche la FIR  ha emanato un loro comunicato  sulla stessa scia.”

Il catanese ed ex atleta di grande esperienza, avendo difeso  i colori di club prestigiosi come quelli del pluriscudettato l’Amatori Milano, con l’Amatori Catania, Tolone e Benetton Treviso, ed in maglia azzurra sfidando fra il 1993 e il 1999 le migliori nazionali del rugby di quel periodo.


(in foto le ben note quattro fettucce colorate adottate dal TAG RUGBY)

“Il TAG RUGBY ci permette di giocare in tutta sicurezza  - prosegue ARANCIO - ma questo puo’ anche essere un messaggio promozionale, quindi a volte tutti i mali non vengono  per nuocere. La formula del TAG del resto è molto divertente, e chiunque  puo’ vedere alcuni video su YOU TUBE. Si puo’ seguire le varie fasi di gioco, le squadre miste, c’è tantissimo agonismo, diciamo che giocare così fa bene anche a chi non vuole utilizzare il contatto. Da un po di tempo sto preparando un dossier da presentare alla F.I.R.  impostato su due punti, uno di questi è la promozione del TAG RUGBY per l’attività degli Old. Personalmente ritengo inaudito se da un lato  la federugby per motivi di sicurezza  e di salute non permette di giocare agli atleti superiori ai 42 anni di età, dall’altro poi gli permette  di giocare con il contatto fisico fra i veterani. Si sa bene che si gioca per divertimento, ma si sa anche che spesso si gioca a queste età  senza una preparazione fisica adeguata. 






La mia proposta quindi è quella di togliere il limite di età, magari con esami di controllo piu’ adeguati, inoltre credo che questo limite di età esista solo in Italia. Paradossalmente potrei andare in Francia  e giocare anche a cinquantatre anni. Da i trentacinque anni in poi, con un protocollo studiato  e concordato con la federazione medico sportiva, si potrebbero ipotizzare esami piu’ accurati, in quanto anche a questa eta’ si potrebbe non avere il permesso di giocare per non rischiare per la salute.  Nella mia proposta ritengo utile  fare un esame piu’ accurato superati proprio i trentacinque anni di età, ma se superati sarebbe bene avere di anno in anno il permesso del medico  per poter giocare nei campionati, in quanto c’è ancora tanta gente che a quarantadue anni  sta ancora molto bene. 

Visto che  la salute e il sistema sanitario , gli esami diagnostici e le cure  sono migliorate  non vedo perchè anche a 42 anni di età non si possa piu’ giocare. Permetterei quindi a questi di giocare, ma nell’attività Old vieterei il contatto pieno. Trovo assurdo che un ragazzo di 35 anni giochi con uno di 65  con il contatto, dove il rischio infortunio diventa evidente. Quindi preferirei che gli Old giocassero al TAG o al TOUCH  - prosegue ORAZIO ARANCIO -  questo sarebbe divertente anche per loro, tutti a pari condizioni, ed inoltre sarei felice che al terzo tempo possano partecipare tutti, ovviamente! A volte alcuni atleti veterani superdatati, infatti,  dopo un confronto dispendioso non riescono quasi a raggiungere i compagni per chiudere la giornata con il classico terzo tempo, o semplicemente raggiungere  il banco per bersi una birra. Ci scherzo sopra, ma purtroppo  è un problema da valutare seriamente e la mia proposta, già accennata alla F.I.R., la confermo anche a RUGBYTOTALE.”

Il dirigente siciliano ci ha confermato di aver già contattato il presidente dei medici sportivi ed il prof. Vincenzo Ieracitano, che in ogni modo incontrerà presto per formulargli questa proposta. TAG e Touche potrebbe diventare molto utile anche per i genitori dei ragazzi piu’ giovani, avvicinandoli a queste due attività.... “ Personalmente anche io – conclude ARANCIO – ho giocato al TAG. In campo eravamo maschi e femmine, con i genitori dei giovani, mi sono divertito in tutta sicurezza w awnza darsi male. Lo stesso Gianandrea si sta facendo promotore del TAG RUGBY, e mi auguro che riesca ad espletare al meglio la sua missione partita dalla Federugby.”

In Italia sia il TAG che il TOUCH stentano a decollare definitivamente, mentre all’estero, e soprattutto nei Paesi anglosassoni ha già messo salde radici. In Irlanda IRFU e ITRA gestiscono l’intensa attività del TAG mentre in Australia lOZTAG, versione dell’emisfero sud del TAG, continua a richiamare una certa attenzione. Anche il WHEELCHAIR POWER TAG, versione del TAG sulla sedia a rotelle, ha un suo motivo di esistere, ed in ogni modo rendere felici molti giovani.

 

 (rr)


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