"Parola ai club" è
una serie di approfondimenti e interviste realizzate da FIR Abruzzo e dedicate,
volta per volta, alle realtà regionali di tutte le categorie e i territori.
l'ottavo approfondimento ci immerge direttamente in una delle realtà storiche
del rugby abruzzese: il Paganica. Buona lettura!
Da sempre l'accostamento dei colori rosso e nero, nel rugby abruzzese,
suggeriscono qualcosa: Paganica Rugby.
Il club del presidente Antonio Rotellini è
una delle società storiche della palla ovale regionale, e per questo festeggia
proprio quest'anno le sue prime cinquanta candeline. Un sodalizio prestigioso
che negli anni addietro è riuscita ad arrivare, da una piccola frazione ai
piedi del Gran Sasso aquilano, fino ai massimi campionati del rugby nazionale.
Lavoro, dedizione, spirito identitario e un ambiente che sembra più una
comunità vera e propria, dove lo sport, la socialità e il contesto si mescolano
fino a diventare cosa unica.
Il Paganica Rugby 1969 milita da qualche anno stabilmente in Serie B, la
terza categoria nazionale, ma da tempo è stato messo in piedi un progetto per
rafforzare l'attività di base, con un'attenzione particolare al
minirugby: "Dagli obiettivi che ci siamo posti fin
dall'insediamento del nuovo direttivo nel 2015 c'è stato quello di ridefinire
un numero di tesserati reale e attivo", ci racconta il presidente
Rotellini.
E ad oggi il Paganica conta 207 atleti effettivi a
cui si aggiungono 43 persone tra componenti del direttivo
e staff. Tutto ciò è stato possibile grazie al miglioramento degli impianti di
cui la società si è fatta carico, a una offerta tecnica che è migliorata
qualitativamente nel tempo, a iniziative come "Rugby e non solo",
alla collaborazione con l'associazione Biblipaganica con
la quale viene portato avanti il progetto "Sport e Cultura" e alle
iniziative con le scuole con le quali sono state gettate le basi per un lavoro
che darà i suoi frutti nei prossimi anni: "Ma non bisogna dimenticare il
contributo quotidiano delle persone che sacrificano tempo e denaro per
garantire il buon funzionamento delle strutture, la sopravvivenza e la crescita
della Polisportiva", sottolinea il presidente rossonero.
Non è facile giocare al rugby nell'aquilano, perché se da un lato la
tradizione parla chiaro, dall'altro nei difficili anni del dopo sisma le
difficoltà sono numerosissime e costanti, ma l'importanza delle attività si
rivela fondamentale per avere punti di riferimento e di
aggregazione, stando attenti a far prevalere i valori cui tiene
molto il mondo del Paganica: l'altruismo, la solidarietà e il sacrificio.
La prima squadra, allenata dal direttore tecnico Sergio Rotellini, ha concluso da qualche settimana
in Serie B uno dei migliori campionati negli ultimi anni: "Il bilancio
è senza dubbio positivo – afferma il presidente - chi ci guarda da fuori
riconosce che esprimiamo un ottimo rugby e questo ci conforta".
Al di là dei risultati, è riconosciuto dall'intero movimento ovale
abruzzese il lavoro che la grande famiglia rossonera intraprende nel tessuto sociale della popolosa frazione aquilana,
che conta ormai più di 10 mila abitanti, e il cui territorio è cambiato
radicalmente negli ultimi anni. Il Paganica, attraverso alcune buone pratiche,
riesce a rispondere con spirito comunitario e solidale ai mutamenti sociali:
"Il rugby per noi è parte di un progetto più ampio che vede nello sport e
nella cultura gli strumenti più efficaci per educare giovani e meno
giovani".
In cosa si traduce tutto questo? Certamente nella Biblipaganica, una struttura generosa e
coraggiosa presente al campo - di fronte la storica (e frequentatissima) club
house di Paganica -e all'interno della quale minori italiani e stranieri
imparano l'italiano, l'inglese o l'uso del computer. Solo negli ultimi due
anni, poi, oltre 500 bambini e bambine hanno frequentato il campo estivo.
Si
traduce nelle tante collaborazioni che il Paganica Rugby intrattiene,
con l'associazione artistica Aquilartes, con la testata site.it, che le
permette di redarre una pubblicazione gratuita periodica ("Paganica Rugby
in meta") o attraverso l'apertura di uno sportello psicologico
gratuito.
Sport, cultura e attività sociali, insomma, si fondono in un mix
perfetto all'interno degli impianti sportivi intitolati a Enrico Iovenitti. E anche il luogo, ovviamente,
per il Paganica Rugby è aggregatore fondamentale. All'impianto è abbinata una
palestra che necessita di ristrutturazione: "Abbiamo bisogno di un altro
campo per gli allenamenti e di adeguare alcune strutture che cominciano a sentire
il peso degli anni – sottolinea Antonio Rotellini – per questo confidiamo
nell'intervento dell'amministrazione comunale che non deve né può lasciarci da
soli. La club house è di vitale importanza per una società di rugby, non solo
per il terzo tempo".
Entrando nella club house di Paganica si
respira palla ovale in ogni angolo, ma gli allegri terzi tempi con i
"mitici" cuochi che si mettono generosamente a disposizione per
sfamare atleti e tifosi, non sono le uniche attività nello spazio. La club house,
infatti, è stata messa a disposizione gratuitamente, negli anni, per molteplici
usi. Persino per i condomini dei consorzi degli edifici in ricostruzione
post-sisma.
Mentre a inizio anno ha ospitato anche la camera ardente per il giovane Mario Coscione,in uno dei lutti più tristi
della storia della società e della comunità paganichese.
Il Paganica Rugby rappresenta una realtà solida del panorama
rugbistico regionale. Tuttavia, come ovunque, le difficoltà non
mancano, la fatica si fa sentire, ma la determinazione nel voler migliorare è
tanta: "I nostri impianti sono tornati a essere vivi grazie all'opera e ai
sacrifici di tutti noi della Polisportiva, e di Biblipaganica. Sicuramente la
società deve fare un salto di qualità in termini organizzativi interni e
cercare di implementare e rafforzare lo staff tecnico", afferma il numero
uno rossonero.
In
questo, chiaramente, un ruolo può essere svolto anche da FIR Abruzzo: "In
prospettiva vediamo un Comitato che, nel rispetto delle regole della
federazione, tracci le linee guida per una ripresa della crescita del movimento
rugbistico abruzzese, che sia presente nella vita delle società andando a
trascorrere del tempo con loro e che sia garante del rispetto delle regole da
parte di tutti gli associati. Il resto spetta alle società".
In
bocca al lupo, dunque, e altri cinquanta di questi anni in tinta rossonera.
(Le foto di Marcello Spimpolo, Franco Rotellini ed Anna Maria Pezzulla sono state inserite da RUGBYTOTALE, tratte da FB del club)
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