TOCCATI:
SFIDA AI SUDAFRICANI
Nuovo
appuntamento per i toccati , questa volta di carattere internazionale.
In un caldo pomeriggio di Giugno gradualmente il campo della capitolina si riempie delle maglie (o per meglio dire delle canotte) dei Toccati. C’è chi arriva trafelato dal lavoro, chi con tutta la famiglia, chi invece è arrivato in anticipo per preparare al meglio l’organizzazione.
In un caldo pomeriggio di Giugno gradualmente il campo della capitolina si riempie delle maglie (o per meglio dire delle canotte) dei Toccati. C’è chi arriva trafelato dal lavoro, chi con tutta la famiglia, chi invece è arrivato in anticipo per preparare al meglio l’organizzazione.
Ma quello che
salta agli occhi è una compagine di ragazzoni provenienti dal Sud Africa con le
maglie nere che si muove insieme prendendo subito possesso del campo, il loro
ambiente naturale. L’allenamento ha inizio con passaggi fluidi, scatti, doppi
passi e ritmo incalzante.
I toccati dal
canto loro osservano, si preparano alla partita, si riscaldano anche se meno
compatti rispetto alla squadra sudafricana.
Iniza la
prima partita tutta al maschile, gli avversari dimostrano subito le loro
abilità tecniche e atletiche ed i toccati dopo un avvio un pochino rallentato
mettono in campo tutto il loro impegno e il loro coraggio.
Ci dividiamo
poi in quattro squadre miste, due ospiti per ogni squadra e si inizia il
quadrangolare.
Gli ospiti si
integrano e si adattano subito alle nostre regole di gioco mostrando non solo
capacità tecniche in campo ma anche una straordinaria educazione sportiva
supportando i compagni e garantendo con passaggi da manuale a molti di noi di
raggiungere la meta.
Finite le
partite dove tutti ne usciamo vincitori diamo avvio al terzo tempo in cui
l’impegno è ai massimi livelli per continuare ad affermare il nostro assoluto e
inconstratato predominio nell’accoglienza e nei festeggiamenti.
I ragazzoni
si siedono ai tavoli e davanti ad un piatto di pasta e ad una ( o più)
inmancabile birra iniziano le chiacchiere, le risate, gli scherzi e ci si
inizia a raccontare.
Si scopre che
la squadra dei Safo Shuffler è la prima del tornament europeo del Portogallo lo
scorso anno ed ha alcuni nazionali Sud Africani di Touch ( presenti oggi in sq)
e che fra due giorni sarà a Sofia per un nuovo torneo e questo ci rende ancora
più orgogliosi nell’esserci confrontati con un avversario di così grande
valore.
c’è chi
racconta che è contento di essere qui perchè potrà dormire almeno per qualche
notte avendo i figli piccoli e pestiferi, chi invece è alle prese con 5 figli
di età diverse, chi si occupa di software, chi ha amici in italia, chi vuole
visitare il colosseo e così via via inziano i racconti inframezzati da risate,
scherzi, cibo, foto di rito e la gara di birra in cui i nostri toccati si
impegnano come non mai sebbene gli avversari si mostrino più rodati a tale
pratica.
Arriva il
momento dei ringraziamenti e dello scambio dei doni. Prendono la parola i
rispettivi capitani Carlo P. e Spencer. La squadra capitolina ribadisce
l’orgoglio ed il piacere nell’aver ospitato la Safo Shuffler offrendo in dono
un crest ed il libro del ventennale. Spenser ci ringrazia con parole molto
sentite per l’ospitalità davvero inaspettata e ci invita ad essere molto
orgogliosi del nostro Club, della sua storia e dello spirito che hanno
respirato anche se solo per qualche ora, infine ci invita a Cape Town per
giocare ancora insieme ma questa volta nel loro Club (chissà che non si
organizzi)
Ci sono
scambi di maglie , abbracci , pacche sulle spalle…. difficile descrivere
l’alchimia in una serata così dove il rugby ancora una volta si dimostra essere
moto più di uno sport….
Simona Collovà
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