Da Pieve al Petrarca Padova, dalle Universiadi
alla Laurea: Luca Zini sempre da Lode
Ci son le promesse dei lupi di mare, che
lasciano il tempo che trovano, gli impegni dei lupetti e degli scout a fare
“del proprio meglio” che durerebbero per sempre e i giuramenti intrisi di
spirito olimpico che riecheggiano per l’eternità. C’è un po’ di tutto dietro Luca Zini che si ritrova
davanti a tutti a recitare con orgoglio, nel 2019, come Capitano
della Nazionale Universitaria di Rugby il giuramento alla
cerimonia d’apertura della 30° Summer Universiade di Napoli. C’è il mare della
sua Pieve,
da cui è partito per poi salire sino alla Petrarca Padova, non solo
verso il Nord ma soprattutto in termini di vette ovali. C’è la volontà di
gettarsi nella mischia, in campo e nella vita, dando sempre il massimo. E poi
c’è anche un insospettabile calcio d’inizio: sempre in divisa, calzoncini e
calzettoni, ma più quelli di un branco che di una squadra…
Mediano d’apertura, 24 anni a
giugno, era già cresciuto molto con il CUS Genova prima
dell’approdo al blasonato club Veneto e alla rassegna internazionale di 3 anni
fa, ma quest’anno si è definitivamente erto tra i protagonisti della corsa
scudetto, dopo che il suo club la scorsa stagione ha dovuto arrendersi soltanto
in una tiratissima finale col Rovigo.
– Sei nella classifica Big-Trofeo Bayer di
Stelle nello Sport, stai ricevendo molti attestati di stima dai tuoi
sostenitori sparsi per tutta la Liguria. Ti aspettavi una tale ondata di
affetto dalle persone?
“Sinceramente
no. Però a saperlo ora è una cosa che mi fa davvero tanto piacere”
– Da dove nasce la passione per il Rugby?
Quando hai cominciato a praticarlo?
“Ho iniziato
a giocare a rugby tramite gli scout. Infatti nell’estate tra quinta elementare
e prima media ho conosciuto lì quello che sarebbe diventato il mio futuro
allenatore di rugby. Ci fece giocare ad un gioco con la palla ovale, e mi
divertii a tal punto da accettare immediatamente il suo invito a provare un
allenamento con la squadra la settimana successiva”
– Quanto ti alleni ogni giorno?
“In una
tipica giornata di allenamento arrivo al campo intorno alle 10 e vado via
intorno alle 16. Ovviamente non sono 6 ore effettive di allenamento, ma in
questo intervallo di tempo è compresa: sessione iniziale di stretching e prevenzione
degli infortuni, riunione in aula video con la squadra, sessione di palestra e
in campo con il proprio reparto, nel mio caso i 3/4, ed infine una sessione in
campo di circa un’ora con la squadra intera”
– Come mantieni il tuo corpo in forma?
“Al fine di
riuscire a performare al meglio cerco di sfruttare ogni momento al campo per
allenarmi al massimo, e quando torno a casa cerco di fare attenzione a quello
che mangio”
-Qual è stata l’emozione più grande della tua carriera?
“Due estati
fa, quando con il gruppo dell’Italseven (nazionale di rugby a 7) abbiamo
partecipato alle Universiadi a Napoli. Sembrava
di essere a dei veri e proprio giochi olimpici, è stata un’esperienza unica!”
– Quali sono per te i valori dello sport, in
generale, e quelli in particolare del Rugby?
“Determinazione,
coraggio e rispetto, per gli altri e per sé stesso. Considerando il rugby, oltre
a questi 3 aggiungerei appartenenza”
– Come hai affrontato il periodo del Covid,
difficile per tutti ma in particolar modo per gli sportivi?
“Il periodo
del covid (lockdown) lo ho affrontato con la famiglia a Genova. Era da tanto
tempo che non mi capitava di tornare a casa per un periodo così prolungato. Ho
condiviso molto tempo con i miei fratelli. Con loro ho cercato di allenarmi e
tenermi in forma, andavamo ad allenarci sul terrazzo condominiale sul tetto di
casa.”
– Ci racconti un segreto…rivelabile? Una
pratica, un rito, un motto che ti ha aiutato a diventare un campione?
“In realtà
non ho un vero e proprio rito. Il giorno della partita però, mi faccio sempre
la barba. Per essere pulito e pronto ad andare “in battaglia” con i compagni di
squadra”
– Una passione al di là del Rugby?
“Mi
piacciono molto i motori. Moto macchine e tutto. Di recente ho comprato con mio
padre un Ciao di fine anno 60… pazzesco!!”
– Qual è il tuo rapporto con la Liguria? Cosa
ti piace di più della regione?
“Mi sento
molto attaccato alla Liguria e a Genova in particolare. Il blu del mare di
Pieve ligure me lo porto dentro ovunque. Poi ovviamente la cucina ligure.
Focaccia trofie al pesto e pansoti al sugo di noce lì mangerei 24h.”
– C’è una figura, del mondo dello sport o in
generale, che è per te motivo di ispirazione?
“Non ho una
figura mirata che mi motiva. Ovviamente penso e tengo a mente vecchi allenatori
o persone del mio passato che mi hanno aiutato e fatto crescere. Guardo anche
molto ai miei compagni di squadra, cercando di ispirarmi e farmi motivare da
alcune loro personali caratteristiche”
– Che consigli daresti a un bambino o a un ragazzo che si avvicina al Rugby per la prima volta?
“Consiglierei
a tutti i bambini, o forse meglio a tutti genitori, di portare i propri figli a
fare una prova di rugby. Perché penso che uno sport così completo, in cui si
può correre, calciare e fare la lotta, e allo stesso tempo divertente, non
esista.”
– Quali sono i tuoi programmi per il 2022?
“Siamo quasi
giunti alla parte finale della stagione. Io oggi mi opero perché ho una piccola
ernia inguinale. Il mio obiettivo personale è quello di rientrare il più in
fretta possibile per affrontare la parte finale di campionato con i miei
compagni. L’obiettivo condiviso è quello di vincere lo scudetto.
Nel 2022
dovrei e vorrei laurearmi, mi mancano 5 esami per la laurea in ingegneria
meccanica… sarà un’estate di studi ma vorrei riuscire a concludere questo
ciclo.”
– Spiega per quali ragioni è importante
votarti e lancia Un messaggio-saluto finale a tutti i tuoi sostenitori di
Stelle nello Sport!
“Mmm
vediamo… se votarmi servisse a farmi recuperare più in fretta dall’infortunio
vi direi di farlo sicuramente per quello!! Scherzi a parte… grazie mille del
sostegno!! Per me è importante e mi fa molto piacere.”
Federico Burlando
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