Il classe ‘92 Giacomo Gragnani, seconda
linea e capitano del Livorno Rugby, ha all’attivo anche campionati nella
massima serie. Curiosamente non
indossava, nei tornei in questione, le scarpette, nè una maglia da rugby, nè i
classici pantaloncini, ma ‘solo’ un costume ed una calotta. Gragnani ha
giocato, nelle fila del Como e del Rari Nantes Firenze, il campionato di A1
nella pallanuoto. “Acqua passata (è proprio il caso di dire, ndc),
visto che ormai da otto anni mi cimento e mi diverto in un altro sport, il
rugby appunto. Sono legato alla società del Livorno Rugby da
una fortissima tradizione familiare (suo nonno paterno Giorgio e
suo zio Luca - il fratello di suo padre - hanno militato nel
club delle Tre Rose con anche nella massima serie, ndc)”.
Giacomo
Gragnani ha vissuto la prima stagione nella mischia del Livorno Rugby nella
stagione 2018/19. Ne è ben presto diventato uno dei punti di riferimento e,
scalando le gerarchie, è diventato il carismatico capitano della squadra. Una
mansione che nella disciplina della palla ovale, ha un significato ben preciso:
il capitano non è solo colui che porta i compagni al centro del campo
all’inizio del match e non è solo colui che va ad effettuare il sorteggio
‘palla o campo’... “Sicuramente - dice - è un onore essere il capitano di una
squadra tanto gloriosa, che ha al suo attivo più di 90 anni di storia. Un onore
essere il capitano di una formazione promossa in A (il secondo campionato
domestico, ndc) dopo dieci anni d’attesa. Sono orgoglioso di
questa compagine composta da veri livornesi, pronti a battagliare per l’amore
di una maglia davvero speciale e per l’amore verso un sodalizio così
importante. La nostra è stata una promozione meritata, anche se raggiunta
ufficialmente sette settimane dopo la fine del campionato di B. Con il salto in
A, abbiamo perfezionato un primo step, un primo obiettivo che ci eravamo posti.
Un obiettivo fortemente voluto, costruito con un progetto serio. Abbiamo
lavorato con grande determinazione anche nel lungo periodo nel quale, per colpa
dell’emergenza sanitaria, i nostri allenamenti erano del tutto particolari.
Dopo la sospensione del torneo 2019/20, abbiamo dovuto aspettare un anno e
mezzo per riassaporare la gioia di giocare partite di campionato. Nella prima
parte dell’annata 21/22, abbiamo faticato a cogliere buoni risultati, a causa
di una rosa realmente falcidiata dagli infortuni. Poi con il ritorno di atleti
in precedenza costretti ai box, siamo cresciuti in modo evidente. I risultati
parlano fin troppo chiaro: non si colgono certo per caso consecutivamente,
tredici vittorie condite dal bonus attacco in tredici partite. Tutti quanti,
società compresa, stiamo lavorando per il secondo step prefissato: quello della
permenenza in A. L’orgoglio e la determinazione e l’unità di squadra, torno a
ripetere, non ci mancano certamente” (da FabioGiorgi)
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