Il
Valsu riparte! Intervista a Lorenzo Cologna, responsabile organizzativo del
settore giovanile
Il Valsugana Rugby Padova ha lavorato duramente le ultime
settimane per poter permettere ai propri atleti di rimettere piede nel proprio
amato campo.
I due presidenti, Fabio Incastrini e Franco
Beraldin, insieme a tutto il consiglio della società, dopo
lunghe riflessioni, hanno deciso di ridare il via agli allenamenti già a
partire da lunedì 25 maggio.
La gestione pratica è stata affidata a Lorenzo
Cologna, responsabile organizzativo del settore giovanile, con
il quale abbiamo scambiato qualche parola per capire quali sono state le linee
guida che hanno permesso di riaprire in sicurezza.
- Il Valsugana è la prima società in Veneto
ad aprire le proprie porte ai giocatori non solo senior, ma di tutto il
settore giovanile, fin dai piccoli U6. Su cosa vi siete concentrati per
permettere che questo accadesse?
Siamo davvero orgogliosi di
essere riusciti a ripartire fin da subito, non appena le normative regionali e
le linee guida federali lo hanno permesso.
Sicuramente la priorità è stata
data alla messa in sicurezza dei nostri impianti, con importanti lavori di
pulizia e sanificazione e la rimodulazione di alcuni spazi, in modo da
garantire il pieno rispetto di tutte le indicazioni per la sicurezza dei nostri
atleti.
Il passo successivo è stato
quello di coordinare preparatori, allenatori ed accompagnatori volontari in
modo che fossero tutti allineati rispetto ai protocolli e le procedure da
mettere in atto una volta riaperti i cancelli.
In ultimo è stata data la
comunicazione alle famiglie, che hanno risposto con entusiasmo alla nostra
iniziativa.
- Quali sono stati i dettagli a cui avete
dovuto mettere attenzione, e come è cambiata la struttura?
L’aspetto fondamentale è stato
quello relativo al distanziamento di almeno un metro, per questo motivo abbiamo
scelto di cambiare il calendario allenamenti, facendo accedere alla struttura
una sola categoria per volta, in modo da evitare assembramenti. Fortunatamente
il nostro club offre molti spazi aperti, ma coperti, solitamente destinati ai
tavoli per la ClubHouse.
Abbiamo svuotato e riallestito
con una zona di CHECK-IN per la misurazione della febbre e una zona
“spogliatoio” dove gli atleti possono cambiare le scarpe e lasciare i propri
zaini chiusi.
In campo invece abbiamo segnato
delle griglie e delle corsie per i lavori atletici e di skills individuali:
delle postazioni facilmente individuabili anche dai bambini più piccoli.
L’ultimo passo è stato
affiggere un po’ dappertutto della cartellonistica che potesse aiutare tutti a
rispettare le varie regole.
- Raccontaci un allenamento “tipo” di una
categoria giovanile!
Ovviamente è un periodo
particolare, dove il rugby è vissuto solo in maniera parziale, ma stiamo
comunque provando a dare ai nostri atleti un’esperienza positiva.
Ogni ragazzo arriva al campo,
10 minuti prima del suo allenamento, passa attraverso il check-in, cambia le
scarpe e scende in campo con la sua borraccia e il suo pallone personale,
prendendo posto all’interno di uno dei quadrati segnati a terra.
Solitamente poi metà dei
ragazzi svolgono la parte fisico-motoria, sempre con il pallone in mano, mentre
l’altra metà si sposta e si concentra sulle skills (handling, passaggio,
calcio, lavoro a terra, specifico di ruolo, ecc). Dopo circa mezz’ora si
invertono i gruppi.
- Come hanno reagito i ragazzi al ritorno
in campo?
I feedback che abbiamo ricevuto
sia dai ragazzi che dai genitori sono stati davvero molto positivi. Come
testimoniano alcune foto si può vedere davvero la felicità sui loro volti,
prova di quanto a tutti mancasse il Valsugana, ma soprattutto lo stare insieme.
Un plauso particolare va fatto
agli atleti più piccoli, dall’U6 all’U12, che si sono dimostrati attenti a
tutte le misure di contenimento, senza farsi mancare un grande divertimento.
Vedere la loro capacità di adattamento in una situazione così delicata ci ha
davvero riempito il cuore.
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