COLLABORAZIONE TRA CENTRO UNIVERSITARIO SPORTIVO
TORINESE E NEUROMUSCULARFUNCTION RESEARCH GROUP DELL’UNIVERSITÀ
DI TORINO: I PRIMI FRUTTI AD ALTO IMPATTO SCIENTIFICO
Pubblicato da una
delle più prestigiose riviste scientifiche di settore il primo studio sugli
allenamenti della squadra di rugby maschile di Serie A
Il coronavirus non
frena la sinergia tra Centro
Universitario Sportivo torinese ed Università di Torino. Iniziano ad emergere i primi risultati a
seguito dell’accordo sancito tra Riccardo
D’Elicio, Presidente del CUS Torino, e Alberto Rainoldi, direttore del NeuroMuscularFunction Research
Group dell’Università di Torino e Vice-Rettore al Welfare, Sostenibilità e Sport di UniTo, per
una collaborazione tra le sezioni agonistiche del CUS e la ricerca scientifica
universitaria per lo sport.
Il monitoraggio
scientifico degli allenamenti della squadra dell’Itinera CUS Ad Maiora Rugby maschile (Serie A)
ha riscosso un apprezzabile successo con un articolo accettato dalla
prestigiosa rivista International
Journal of Sport Physiology and Performance, tra le prime dieci pubblicazioni scientifiche al mondo nel
settore delle scienze sportive. Lo studio, intitolato “Internal training load monitoring,
notational and time motion analyses, psychometric status, and neuromuscular
responses in elite rugby union”, è giunto alla pubblicazione integrale dopo
essere stato preliminarmente discusso in ambito nazionale (Società Italiana
di Scienze Motorie e Sportive, ottobre 2019) e internazionale (European
College of Sport Science, luglio 2019).
Lo studio ha avuto
un duplice obiettivo:
quantificare il carico interno dei giocatori alle prese con allenamenti
caratterizzati o meno dalla presenza di placcaggi; evidenziarne le eventuali
ricadute sulla prestazione di forza degli arti superiori ed inferiori. Per tali
propositi, i giocatori sono stati
monitorati durante le sessioni di allenamento mediante
cardiofrequenzimetri (per quantificare l’impatto cardiaco), GPS (per rilevare
gli spostamenti) e videocamera (per l’analisi tecnica delle esercitazioni). I
giocatori hanno indicato individualmente il grado di benessere percepito (fatica, qualità del sonno,
dolore muscolare, stress e umore) prima di ciascun allenamento e il grado di sforzo percepito a
fine seduta. Inoltre, prima e dopo ciascun allenamento, ogni giocatore si è
cimentato nella prestazione massimale di un push-up (piegamento e salto) con
gli arti superiori e di un salto con contromovimento con gli arti inferiori,
utilizzando una pedana atta alla misurazione della forza.
L’approccio
sperimentale è stato caratterizzato dal coinvolgimento di più parametri per
avere maggiore consapevolezza dei risultati (“approccio integrato”) e da una
visione “ecologica”, ovvero senza alcun intervento da parte degli autori dello
studio (Corrado Lupo, Alexandru Ungureanu, Gennaro Boccia, Andrea Licciardi, Alberto Rainoldi, Paolo Riccardo Brustio) in merito alla
pianificazione e pratica delle sessioni di allenamento, unicamente condotte
dal mister Lucas D’Angelo insieme
al suo staff tecnico.
I risultati hanno evidenziato come
l’allenamento con il placcaggio sia stato caratterizzato da un carico generale
più imponente, sia in termini oggettivi che percepiti, rispetto a quello senza
placcaggio, sebbene quest’ultimo abbia riportato valori maggiori per le
distanze percorse nel campo, anche a intensità elevate. Pertanto, da tali
risultati e secondo letteratura scientifica, sarebbe stato possibile assistere
ad un effetto negativo sulla
forza degli arti superiori dopo l’allenamento con placcaggi, e degli arti
inferiori dopo l’allenamento senza placcaggi. In realtà ciò non è avvenuto e queste
peculiarità, evidenziate per le due tipologie di allenamento, non hanno
determinato alcuna differenza rilevante per la variazione di forza misurata
prima e dopo l’allenamento, che non
è mai stata superiore al 3%.
In conclusione, i
giocatori dell’Itinera CUS Ad
Maiora Rugby hanno dimostrato di sopperire al meglio ad un
eventuale calo della propria forza dopo allenamenti anche piuttosto diversi,
sia per esercitazioni che per carichi, dimostrando come l’allenamento durante
la stagione agonistica fosse stato ben programmato per stimolare capacità
diverse, senza pregiudicare la prestazione di forza. Tale risultato è stato
possibile proprio in virtù di un approccio ecologico, esempio di una possibile
e redditizia collaborazione tra staff tecnico e scientifico di una squadra sportiva.
Proprio per questo motivo, il CUS Torino e il NeuroMuscularFunction
Research Group dell’Università di Torino hanno rinnovato tale
collaborazione per monitorare altre squadre agonistiche dell’ampio panorama
CUS. I prossimi risultati
riguarderanno la squadra di volley femminile.
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Area Relazioni Esterne e con i Media
Università degli Studi di Torino
Settore Relazioni con i Media
(Elena Bravetta)
Area Relazioni Esterne e con i Media
Università degli Studi di Torino
Settore Relazioni con i Media
(Elena Bravetta)
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