Tito Chiesa, mediano di mischia e all’occorrenza
estremo, classe ’91, ha giocato, giovanissimo, in maglia biancoverde, anche in
serie A. Ora, dopo tre stagioni ‘sabbatiche’, nel corso della quali - solo
temporaneamente - le scarpette sono rimaste appese al chiodo, è carico e pronto
a tornare nei ranghi del Livorno Rugby, squadra a sua volta desiderosa di
puntare, nel campionato di B 2020/21, ai vertici della classifica.
“Sarò - dice
Chiesa -, insieme al pilone Giacomo Ciapparelli e al tallonatore Cristiano Bufalini,
una sorta di ‘chioccia’ di una formazione dall’età media davvero bassa. Una
squadra che sta crescendo, come hanno evidenziato le ultime tre annate, chiuse
rispettivamente al terzo, al quarto e al secondo posto”. Chiesa ha vissuto tali
stagioni solo in tribuna. “Alla vigilia del campionato 2017/18 - spiega - mi
sono procurato un grave malanno al ginocchio. Mi sono sottoposto ad intervento
chirurgico e, anche per alcune situazioni di lavoro e di vita personale, ho
preferito fermarmi per un po’ con il rugby giocato. Ora mi sento pronto per
tornare. Sono, al pari di tutti i miei compagni, fortemente motivato. Tutti
quanti non vediamo l’ora di iniziare il nuovo torneo. Non credo che sarà per me
un grosso problema tornare su buoni livelli atletici”. Chiesa ha iniziato a
giocare a 9 anni. Guarda caso, il ‘9’ è anche il numero della maglia a cui è
più affezionato, quello che caratterizza il delicato ruolo di mediano di
mischia. Per lui, dopo la classica trafila nelle giovanili biancoverdi, il
debutto, neppure maggiorenne, in prima squadra. “Ho mosso i primi passi a
livello seniores nella stagione di A1 (il secondo torneo nazionale, ndr)
2009/10, sotto la conduzione di Guglielmo Prima. Pian piano, nelle stagioni
successive, sono riuscito a ritagliarmi importanti spazi nel quindici titolare.
Anche per necessità di squadra, sono stato poi impiegato, dagli allenatori
Diego Saccà e Igli Borsato, in A prima e in B poi, come estremo”. E’ un atleta
abile nell’inventare situazioni imprevedibili, non il giocatore che va a
‘limitarsi al compitino’. “Peraltro - assicura - le esperienze che ho vissuto
come estremo mi hanno arricchito non poco. Ho potuto verificare, giocando alle
spalle dell’apertura e dei centri, inserito cioè come vertice del ‘triangolo
allargato’ con le due ali, alcune situazioni utilissime per perfezionare le
giocate da mediano”. Senza giri di parole: il suo obiettivo è quello di farsi
affidare da Marco Zaccagna la maglia numero 9…
“Devo ancora trovare - dice - un
rugbista che non desidera partire titolare nella sua formazione. Poi, come è
giusto che sia, le scelte devono essere effettuate dall’allenatore. Mi metto a
piena disposizione dei compagni e ovviamente del tecnico, con cui peraltro
avevo iniziato la preparazione del torneo 2017/18. So che il nucleo della
squadra è molto compatto e molto affiatato ed ha mezzi di tutto rispetto per la
categoria. Tutti quanti sono disposti a sacrificarsi l’un l’altro. Rientro in
gioco dopo tre anni, ma sono convinto di poter ritrovare lo stesso spirito e lo
stesso ambiente che caratterizza da sempre la squadra biancoverde, con
giocatori che si impegnano e si allenano solo per il grande attaccamento ai
colori sociali”. (FabioGiorgi)
Nessun commento:
Posta un commento