RUGBY in sofferenza, ma con serie intenzioni di riprendere il cammino. Anche a Palermo il lockdown per la pandemia del secolo, che in Italia attualmente ha contato ben 34.700 decessi, ha costretto a sospendere tutte le attività della palla ovale dei “neroarancio”.
Il team siciliano proveniva da un campionato di Serie C limitato nel numero delle partite, ma positivo per quanto riguarda i risultati, tanto che sembrava quasi certo il passaggio ai play off.
“ Il Covid 19 ci ha preso come tutti alla sprovvista – ammette GIOACCHINO LA TORRE, tecnico del club palermitano – e i nostri ragazzi per la maggior parte hanno rispettato l’obbligo di stare in casa, e per tutto questo lungo periodo di pausa.
Si usciva unicamente e raramente per le urgenti necessità, personalmente in questi tre mesi e mezzo sono uscito solo in quattro occasioni. “
Difficile ovviamente
per i piu’ giovani adeguarsi a queste regole che limitano la propria vita
sociale, anche se in questa occasione diventavano necessarie per cercare di
tamponare lo sviluppo della terribile influenza del Coronavirus.
“ Con i ragazzi ovviamente ci sentivamo quasi tutti i giorni – replica LA TORRE – ci siamo organizzati come tanti altri club per formare dei gruppi, confrontarci e sviluppare video conferenze tecniche. Piu’ difficile è stato portare avanti questi programmi con i piu’ giovani ma, finita la quarantena quando ancora sulla rena non c’era nessuno, siamo andati tutti alla spiaggia di Mondello, non per fare il bagno pero’, bensì per iniziare ad allenarci anche se in modo alternativo. Con una ventina di ragazzi, mantenendo le distanze obbligatorie federaqli e governative, abbiamo formato gruppi da quattro ragazzi praticando numerose prove di atletica. Per quanto riguarda la squadra senior4 non credo che alla ripresa delle attività avremo problemi, tra l’altro dall’ Under 18 avremo almeno sei nuovi innesti di qualità tecnica di buon livello. Logicamente se non si presenteranno ulteriori problemi a conclusione di questa estate si ripartirà con i consueti classici allenamenti.”
(il pubblico al Fincantieri)
L’Italia come quasi tutto il Mondo ha subito incredibili ripercussioni negative sia di ordine sanitario che economico e sociale, e anche il mondo dello sport ha alzato bandiera bianca.
“Nei Paesi
dell’emisfero sud, come la Nuova Zelanda per esempio, dove si è comunque
praticato rugby anche se con regole alquanto modificate, si è potuto giocare a
rugby. Loro sono riusciti ad arrivare in tempo per fermare l’epidemia, e
pertanto sono riusciti a svolgere un programma di tutto rispetto, tanto che il
pubblico presente a queste competizioni di rugby è risultato addirittura
superiore a quello dell’anno scorso.Certo ora dobbiamo pensare a noi, a
prepararci per un serio rientro alle future attività, anche se il problema
economico ci complica la situazione. I fondi proveniendo dalla federugby e dai pochi sponsor locali sono insufficienti,
e del resto coprire le spese con i futuri tesseramenti degli atleti diventa
ostico in questo periodo così difficile. “
(una foto archivio dal test fra Palermo e Amatori Catania 1963)
- Il Palermo, che pratica rugby in tutte le categorie, è un vero punto di riferimento per l’occidente isolano, anche se la problematica del terreno di gioco è sempre presente. Il campo del Malvagno alla Favorita ed il Velodromo Paolo Borsellino ex San Gabriele ancora indisponibili, mentre le partite interne si potranno disputare sul terreno battuto dell’Acquasanta della “FINCANTIERI”, certamente non ottimale per praticare questo sport, ma in mancanza di altro i rugbisti palermitani dovranno obbligatoriamente, e tutti si augurano provvisoriamente, adeguare alla situazione di emergenza. (rr)
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