Roma –
“Nel mezzo delle difficoltà, nascono le opportunità” è la frase di Albert
Einstein che dà il nome al progetto delle Fiamme Oro Rugby dedicato ai ragazzi
dei settori giovanili cremisi che, da lunedì 1 giugno, sono tornati a popolare
il sintetico di Ponte Galeria con le loro sessioni di allenamento.
Un progetto che non prevede
alcun contributo economico a carico delle famiglie, nato durante il periodo del
lockdown per l’emergenza Covid-19 per permettere un rapido rientro in campo dei
giovani atleti delle Under.
Così, dall’inizio di
giugno, in rispetto di tutte le norme previste dai protocolli governativi e
federali previsti per la ripresa delle attività sportive, lo staff di
allenatori e preparatori delle Fiamme ogni giorno, ad orari differenziati,
accolgono i ragazzi presso la caserma “Stefano Gelsomini”.
L’inizio degli allenamenti,
previsto per le 16, prevede l’arrivo in caserma degli atleti accompagnati in
auto dai genitori (che poi lasciano la struttura per tutto il periodo
dell’allenamento), la misurazione della temperatura da parte del “Covid
manager” di turno e contestuale compilazione del modulo di autocertificazione,
la percorrenza di un itinerario previsto nel rispetto del distanziamento
sociale e un allenamento di circa 45 minuti.
Ogni categoria ha a disposizione
un’ora e mezza dall’accoglienza fino alla fine dell’allenamento, al termine
della quale dovrà lasciare spazio alla categoria entrante.
«È un progetto nel quale
abbiamo creduto da subito e al quale abbiamo cominciato a lavorare fin
dall’inizio dell’emergenza Covid-19, consapevoli che prima o poi i nostri
ragazzi sarebbero dovuti tornare allo sport che amano – ha
dichiarato il Presidente Armando Forgione – Noi ci dovevamo far trovare
pronti alla ripartenza e così è stato, consapevoli di quel motto “Esserci
sempre” che da anni caratterizza la Polizia di Stato. Per questo motivo, e non
ne ho mai avuto alcun dubbio, sapevo che quando avremmo presentato il progetto
al Capo della Polizia, Franco Gabrielli, sarebbe stato accolto con entusiasmo,
proprio perché sposa in pieno lo spirito servente che è incarnato nel Dna della
Polizia di Stato.
In virtù di questo, in collaborazione con il Dirigente del
Reparto Mobile di Roma, abbiamo deciso di permettere ai ragazzi delle nostre
giovanili di poter “riassaggiare” il campo e il pallone senza chiedere nessun
sacrificio economico alle loro famiglie, provate dal lungo lockdown».
«Quello della quarantena è
stato un periodo duro per tutti, ma sicuramente lo è stato ancor di più per i
bambini, soprattutto i più piccoli, che dall’andare a scuola quotidianamente e
al giocare con i propri amichetti, si sono trovati catapultati in una
situazione quasi irreale, chiusi per mesi tra le quattro mura di casa – ha
detto il Direttore tecnico cremisi, Sven Valsecchi – Quel che abbiamo
voluto affrontare con questo progetto è stato soprattutto l’aspetto psicologico
e l’impatto che il lockdown ha avuto sulla vita dei ragazzi. Ce ne siamo
accorti i primi giorni in cui abbiamo riaperto le porte della nostra struttura:
i più piccoli arrivavano con aria particolarmente circospetta, quasi impauriti
dall’essere riusciti all’aria aperta dopo così tanto tempo. Ma è bastato poco:
il contatto con il campo, il pallone tra le mani e due parole con i compagni di
squadra che non si vedevano da più di tre mesi e tutto è ricominciato. Da
lunedì stiamo anche 7-8 ore in campo per accogliere tutte le categorie; è un
sacrificio non indifferente, ma che viene ripagato dai sorrisi dei nostri bimbi
finalmente di nuovo felici di poter giocare insieme!».
Il progetto impegnerà la
società cremisi fino alla fine dell’estate, in attesa di ricevere nuove
direttive per l’inizio completo dell’attività sportiva per la stagione
2020-2021.
(Cristiano Morabito)
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