Aspettando l'inizio dei campionati Seniores Maschili e Femminili, la
categoria Under16 permette ai tanti appassionati della palla ovale iblei di
godere di un ottimo rugby.
Probabilmente la vittoria meritata sul S. Gregorio
aveva illuso un po’ tutti, sicuramente l’Amatori Catania, in una calda
mattinata di quasi autunno siculo, ha provveduto a rimettere ogni cosa al
proprio posto. Le sconfitte non arrivano mai soltanto per caso, e quando
arrivano bisogna sempre essere bravi a farne tesoro. Per crescere e per
migliorare.
Partiamo da questo.
Davanti a un pubblico molto partecipe e allegro sugli
spalti, i ragazzi di Ragusa partono forte ma già si comprende che gli ospiti
non molleranno facilmente, con la loro propensione a sporcare ogni singola
giocata. Dopo neanche una decina di minuti di pressione e di tentativi
reiterati, una ruck porta Saro Tumino fino alla linea di meta, giusto
nei pressi dei pali, per la trasformazione di Benni Spadaro. Viste così le
cose, sembrerebbe tutto come l’inizio di una discesa: e invece no. Qualche
errore di disattenzione, qualcuno di presupponenza, e i biancorossi catanesi
vedono oltremodo premiata la loro confusa pressione: ennesimo passaggio
sbagliato nelle retrovie, e la corsa fino in meta è cosa facile, e pure la
seguente trasformazione in mezzo ai pali, per il 7-7.
Tutto da rifare. Il problema è che adesso gli ospiti
hanno preso coraggio, e invece i nostri giovani faticano a rientrare in
partita. Dopo una fase molto combattuta ed asfittica in mezzo al campo, con le
squadre che si fronteggiano senza grande lucidità e costrutto, serve una
sontuosa iniziativa personale di Saro Tumino, abile nell’uscire in corsa dalle
linee, e ad iniziare uno slalom irresistibile fino in mezzo ai pali, senza che
alcun avversario sia in grado di arginarlo. Il pubblico plaude alla magnifica
azione, e Benni Spadaro trasforma senza esitazione: 14-7.
Neanche il tempo di riprendere fiato che i catanesi
premono sull’acceleratore, trovano un varco e vi si infilano dentro e in mezzo
con grande determinazione, fissando il punteggio sul 14-14 dopo il calcio che
chiude il primo tempo.
Si apre la ripresa ma i nostri non se ne accorgono.
Intanto coach Fumarola è costretto ad avvicendare Dante Puccia – buono il suo
esordio – con Michele Ventura, il quale, nonostante un infortunio in settimana,
entra in campo schierato all’ala. Sembra che i biancazzurri ragusani abbiano
preso in mano le redini del gioco, le iniziative personali fioccano ma gli
ospiti in un modo o nell’altro riescono a porre argini, spesso poco ortodossi
ma comunque efficaci: da una ripartenza velocissima, i biancorossi giocano alla
mano con estrema rapidità, portando l’ovale fino in meta. E’ un episodio che
taglia le gambe ai nostri, che accusano il colpo e mostrano i nervi. Saro
Tumino viene sospeso per 10’, ma i suoi compagni si estenuano con azioni
personali e frontali, senza mai dare profondità al gioco: il presidente
Dinatale più volte sollecita i suoi, ma oramai anche i riflessi sembrano
appannati.
L’azione finale con cui i ragazzi ragusani cercano
rabbiosamente – in superiorità numerica, con 2 avversari fuori dal campo – la
meta del pareggio, è emblematica di tutta una partita: oltre 10’ minuti di
assalto frontale sotto i pali avversari, senza mai aprire il gioco e sgranare
lo schieramento avversario, oltre 10’ minuti di testardo accanimento contro la
mischia ospite, arroccata al centro della difesa coi piedi piantati sulla linea
di meta, presidiando i medesimi 20 metri quadrati, in un’enfasi di ostinazione
cieca (ragusana) e di sacrificio incrollabile (etneo): poi la palla che cade
dalle mani iblee, rimbalza poco lontano, viene arpionata dalla apertura
dell’Amatori per una cavalcata ‘coast to coast’ che porta alla meta che
sancisce il risultato finale: 14-26. A fine partita, coach Fumarola pone l’accento sulla
errata interpretazione dei suoi ragazzi alla gara: al cospetto di una
avversaria arroccata ed arcigna, quasi impenetrabile centralmente, si sarebbe
dovuto giocare molto più aperti, alla mano e cercando la profondità, piuttosto
che intestardirsi con giocate frontali.
Coach Nicita è molto critico con l’atteggiamento molle
e supponente della sua squadra, quasi mai reattiva in alcuni momenti cruciali.
Di fatto, si è avuta come l’impressione che ci sia
davvero molto da lavorare, partendo proprio dall’atteggiamento, mentale e
caratteriale. Leggere la gara è importante, ma anche non lasciarsi sopraffare
dalla fisicità degli avversari, cercando comunque di imporre il proprio gioco.
Resta l’impressione che i ‘veterani’ dello scorso anno
e i nuovi arrivati di quest’anno debbano lavorare molto insieme, con continuità
ed umiltà: troppe assenze in questa prima fase del campionato hanno impedito la
crescita armonica di questo bel gruppo, non ancora una squadra. Ci sono adesso
due settimane per lavorare con grande determinazione e per presentarsi al
meglio al ‘Benito Paolone’ di Catania, contro l’Amatori 1963. Lì ci sarà poco
da scherzare, e ancora meno da sbagliare. (Sergio Randazzo)
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