Una carriera insieme, condivisa dalle giovanili alla Top10, per poi rimettersi in gioco con la Squadra Cadetta e conquistare la storica promozione in Serie B dello scorso maggio: con l’esordio nel campionato nazionale della “seconda” bianconera Matteo Salerno e Giuseppe Bassi hanno raggiunto un traguardo storico: hanno giocato in tutte le categorie del rugby italiano con la stessa maglia. Dalla Serie C2 alla Serie A Elite, sempre con il leone cucito sul petto, per due ragazzi che incarnano lo spirito Lyons e hanno contribuito a scrivere pagine importanti della storia bianconera.
“C’è una grossa differenza però – interviene subito Salerno: con
la meta contro Pieve io sono anche l’unico ad aver segnato in tutte le categorie”. Per sciogliersi in
una risata non c’è inizio migliore.
Classe 1992 Bassi (foto sopra), Classe 1993 Salerno, il loro percorso si è
intrecciato fin dalle squadre giovanili, dove hanno giocato insieme diversi anni, prima dell’esordio in prima
squadra da giovanissimo di Bassi nel 2012 (20 anni non ancora compiuti), mentre Salerno si fece le ossa
nella squadra Under 23 e poi nella Cadetta fino all’occasione avuta nel 2016, con l’esordio in Prima
Squadra in Eccellenza (ora Serie A Elite). In tutto hanno conquistato rispettivamente 50 (Bassi) e
127 (Salerno) presenze con 8 e 6 mete marcate in Prima Squadra, rendendosi protagonisti di due
promozioni nel massimo campionato italiano. Ora, dopo anni ad alto livello, sono due “veterani”
della Squadra Cadetta, piena di giovani giocatori talentuosi che hanno già dimostrato il loro valore e di
meritare la categoria.
“Il clima in squadra è molto bello – spiega Giuseppe Bassi – con
tanti ragazzi forti ma soprattutto disponibili e pronti ad imparare e impegnarsi. Ci sono tanti
‘diamanti grezzi’ in questa squadra con grosse potenzialità per fare bene e crescere ancora, anche perché
hanno delle doti umane notevoli. La squadra è un giusto mix tra ‘giovani’ e ‘vecchi’, come piace
definirci: nelle prime due giornate hanno esordito sei ragazzi al primo anno e già nella scorsa annata
avevamo inserito tante ‘matricole’, ampliando la rosa e creando un clima di sana competizione in tutti
i reparti. Possiamo toglierci grosse soddisfazioni già in questa annata, e lo abbiamo dimostrato in
queste prime due giornate”.
Siete entrambi due “Bandiere” Lyons: qual è il ricordo più bello
della vostra carriera?
Salerno (foto sopra): Giocando da 20 anni per questa società è difficile
trovarne uno solo. Quello che però porto sempre nel cuore è il mio esordio in prima squadra: non capita a
tutti di giocare la prima partita con la squadra nella quale sei cresciuto al “Battaglini” di Rovigo in
Eccellenza (ora Serie A Elite), lo stadio simbolo del rugby italiano contro la squadra più blasonata
d’Italia. Venivo dalla Squadra Cadetta in Serie C2 e non mi sarei mai immaginato di poter fare quel salto,
ma la partita andò bene ed entrai stabilmente in squadra, conquistandomi un ruolo sempre più
importante. Fu una grossa iniezione di fiducia e mi servì a maturare, e sono fiero di aver superato le
100 presenze con questa maglia e aver contribuito ad alcune delle migliori stagioni della storia della
società, comprese 7 annate nel massimo campionato italiano, oltre ad aver anche ricoperto il ruolo di
capitano in un paio di occasioni.
Bassi: Anche per me ovviamente è difficile scegliere. Ricordo con
molto orgoglio la cavalcata della nostra Under 23 nel 2013, conclusa in finale contro il Petrarca
Padova dopo aver eliminato in semifinale Rovigo: eravamo una squadra di amici, tutti nati e
cresciuti nei Lyons, che arrivarono a sfiorare un’impresa impensabile contro delle corazzate. Ovviamente
porto nel cuore la finale della prima storica promozione in Eccellenza nel 2015, che vissi da
protagonista, e la più recente promozione in Serie B con la Cadetta. Purtroppo dopo un brutto
infortunio nel 2017 ho perso quasi tre anni di rugby e non ho più potuto giocare con la prima squadra, ma
grazie a questo gruppo sono potuto tornare a fare ciò che amo e a prendermi un’altra grossa
soddisfazione: è la prima volta che la Cadetta gioca un campionato nazionale e siamo orgogliosi di poter
vivere questa avventura.
Avete entrambi sposato con entusiasmo il progetto della Squadra
Cadetta, contribuendo alla crescita della squadra che da diverse stagioni era “bloccata” in
Serie C: come state vivendo questa nuova sfida?
Salerno: Mi trovo davvero bene in questo gruppo, siamo una squadra
di amici, con un percorso comune nelle giovanili e un forte senso di orgoglio a vestire la
nostra maglia. Come già detto da Beppe (Giuseppe Bassi) i ragazzi sono fantastici, super disponibili e
talentuosi: fin dal primo allenamento ad agosto avevamo numeri importanti ad allenamento che ci hanno
permesso di stimolarci e creare un clima ottimo, con tante presenze negli allenamenti e tanti ragazzi
che seguono la squadra anche se non convocati. Siamo i primi ad affrontare un campionato nazionale
con solamente giocatori cresciuti nel vivaio Lyons, che per noi è uno stimolo e un motivo di
orgoglio. Al di là dei “veterani”, come noi due e Dario (Capitan Petrusic), la squadra è in realtà molto
giovane, con una rosa di ragazzi quasi interamente nati dopo il 2000, ma molto promettenti e per cui è
molto importante confrontarsi con un livello più alto di competizione: hanno tutti grandi margini di
miglioramento, e sono convinto che già quest’anno potremo fare un ottimo campionato.
Bassi: A quello già detto aggiungo solo che sono felicissimo di
poter condividere ancora il campo con alcuni compagni che conosco da ormai 20 anni e che nonostante il
passare degli anni, le difficoltà e gli acciacchi hanno ancora voglia di mettersi in gioco e dare il loro
contributo per la squadra e la società, dando l’esempio e coinvolgendo i ragazzi più giovani per creare un
gruppo vincente. Oltre al nostro Capitano Dario Petrusic voglio ricordare Edoardo Rossi e Dejan
Atanasov, con cui ho condiviso tutte le giovanili, e il nostro “grande vecchio” Diego Cazzarini, che
nonostante ora sia in squadra con ragazzi che potrebbero essere suoi figli è ancora il più allenato di tutti
e non molla un centimetro.
Vi sentite di ringraziare qualcuno per questo vostro viaggio in
bianconero?
Bassi: Sicuramente ringrazio tutti i compagni di squadra presenti
e passati, per aver reso fatiche e infortuni meno pesanti e per aver condiviso esultanze e lacrime.
Per questi ultimi anni, voglio ringraziare i nostri allenatori, Davide Baracchi ed Emanuele
Solari, per aver creduto in questo gruppo di ‘scappati di casa’ e averci reso una squadra coesa e con mentalità
vincente, che ha ottenuto un obiettivo fino a poco fa impensabile con una stagione da
imbattuti. Inoltre, ci sono i nostri ‘titani’, i dirigenti Marco Sfulcini, Valerio Valeri, Marco Bongiorni e Sandro
Spezia, senza i quali la squadra non andrebbe da nessuna parte e che ci sopportano e ci coccolano ogni
settimana. Non vengono mai menzionati, ma sono persone fondamentali per la nostra società.
Salerno: La lista sarebbe lunghissima, per me questo non è solo un
club ma una vera famiglia e tutte le persone che ruotano attorno a noi sono importanti, e non vorrei
dimenticare nessuno. Dedico però questo traguardo a mio padre, che era il primo tifoso dei Lyons,
prima ancora di essere mio tifoso, e a cui devo la passione per questo sport e l’onore di aver fatto
parte della storia di questa società. Per me entrare allo stadio, prima ancora che in campo, porta alla mente
la sua immagine in tribuna o a bordo campo con la macchina fotografica, e sono fiero di poter ancora
dare il mio contributo a questa società nel suo ricordo.
C’è altro che volete dire? Che traguardi vi ponete ora?
Bassi: Innanzitutto marcare una meta ed eguagliare il record del
Matte (risata ndc).
Salerno: Beh, un obiettivo io ce l’ho: entrambi abbiamo
conquistato la promozione dalla C2 alla C1 nel 2016, dalla A alla TOP10 nel 2015 e nel 2019, e dalla C alla B nel
2024. Direi che ci manca solo la promozione dalla B alla A per completare la collezione.
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