L’Unicusano Livorno Rugby, con alla guida il confermato tecnico, il classe ‘67 Marco Zaccagna, è intenzionato, anche in vista della riforma dei campionati, ad alzare l’asticella. Non mancano per lo ‘storico’ club biancoverde, reduce da un brillante torneo di A, importanti ambizioni.
Servirà, nell’immediato, anche un appoggio più concreto da parte dell’amministrazione comunale: il ‘Carlo Montano’ – lo stadio della palla ovale cittadina – necessita di lavori: gli ultimi interventi pubblici di ristrutturazione sull’impianto di via dei Pensieri risalgono a decine di anni fa. Il presidente Giovanni Riccetti interviene sui vari punti, tecnici ed extra-tecnici. «Siamo soddisfatti del quinto posto ottenuto nel torneo di A, girone 3, concluso lo scorso 7 maggio. Notevole la nostra crescita nel corso del torneo. Un ringraziamento sincero a tutte le componenti. Prova di maturità anche da parte del nostro allenatore Marco Zaccagna, capace nelle sue cinque stagioni sulla panchina della prima squadra (le ultime tre consecutive, ndr) di cogliere risultati di primissimo piano: è stato il nostro ‘Zac’, a riportarci, dopo dieci anni d’attesa, in A, al termine della memorabile stagione 2021/22. Abbiamo già concordato con Zaccagna un programma di massima in vista della prossima annata».
Ci sarà una sorta di ‘tandem’ alla conduzione della squadra: una situazione non nuova. «Nel cuore dell’ultima stagione – spiega Riccetti –, Zaccagna, con grande senso di responsabilità, ci ha chiesto un appoggio nella conduzione tecnica. Non ci siamo tirati indietro: nella seconda fase del torneo è stato affiancato, nel corso delle sedute e nella preparazione settimanale, da Riccardo Squarcini, altro ‘nostro’ elemento cresciuto, come atleta, in biancoverde e da tempo attivo nel nostro staff di allenatori (l’ex mediano di apertura, classe ‘84, è stato nell’ultimo anno il trainer della rappresentativa under 17 e direttore tecnico del Polo di Sviluppo Federale di Livorno, ndr). Il binomio Zaccagna – Squarcini verrà proposto anche nella stagione 23/24. Zaccagna è il nostro allenatore, ma, come è abitudine nel gioco del rugby, i risultati si ottengono ‘di squadra’». Una squadra, quella biancoverde, chiamata ad un nuovo grande sforzo. «Nella stagione 2024/25, il massimo campionato (l’ex Top10, ndr) sarà composto solo da otto formazioni. Alle spalle del maggior torneo domestico, si giocherà un campionato, quello di A1, nazionale, con dieci squadre al via. Più sotto, ci sarà un torneo di A2, con tre gironi territoriali». Al termine del campionato di A 23/24 – ancora diviso in tre gironi; i biancoverdi al 99 per cento saranno ancora impegnati nel raggruppamento del centro-sud -, oltre alla promozione di una squadra nel massimo torneo, si registrerà l’individuazione delle formazioni che, insieme a quelle retrocesse dalla massima serie, daranno vita alla serie A1 24/25. «La formula – dice ancora il presidente dell’Unicusano Livorno Rugby – è da ufficializzare. Tutto lascia supporre che per acquisire il diritto di giocare in A1, sarà necessario chiudere il girone, nel campionato di A 23/24, sul podio della classifica. Per noi, lo sappiamo, vista la concorrenza di squadre decisamente attrezzate, sarà durissima. Però non ci tiriamo indietro. Abbiamo già individuato elementi che possono farci compiere il salto di qualità. Il tutto, ovviamente, con la conferma del nostro nucleo storico e con l’innesto di tanti validi ragazzi provenienti dalla nostra ottima under 19». A proposito di brillanti risultati nel settore giovanile: anche l’aver ‘creato’ negli scorsi anni una struttura, quella del ‘Maneo’ dotata di una funzionale club house e, soprattutto, di un campo in sintetico, ha consentito di curare, con sempre maggior attenzione, il lavoro del vivaio. «L’investimento di oltre un milione di euro – annuisce il massimo dirigente del club delle Tre Rose – effettuato più di dieci anni fa, con presidente Sergio Tobia (Riccetti era all’interno dello staff dirigenziale, con le mansioni di vice-presidente, ndr) ha prodotto gli effetti desiderati e, nonostante gli importanti sacrifici affrontati, tornando indietro, sarebbe da riproporre. Senza strutture, nello sport, non si può puntare ad un domani ricco di mete. Ora però chiediamo attenzioni anche all’amministrazione comunale, che, sul piano formale, ci ha sempre fatto sentire la sua vicinanza. Chiediamo ora un appoggio concreto: l’impianto comunale del ‘Montano’ necessita di interventi. Alcune strutture dello stadio che abbiamo in gestione sono vetuste e, dopo tanti lustri senza alcun lavoro effettuato, accusano l’età». I problemi, in particolare, sono relativi all’impianto di illuminazione e su quello (mancante) di irrigazione. «Occorre garantire – aggiunge Riccetti – un manto erboso degno della serie A ed avere la possibilità di utilizzare l’impianto in modo completo anche nelle ore serali».(FabioGiorgi)
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