“Che problema
c’è !”
Un’altra (la
47^) lunga e complessa stagione sportiva volge al termine. Un’annata intensa,
difficile, personalmente devastante, si avvia a chiudere, in bellezza.
Abbiamo
vissuto gioie e dolori, momenti molto alti ed altrettanti di una bassezza
inenarrabile. Serate splendide e mattinate al gelo. Ma sempre felici, a testa
alta, sicuri e fieri del simbolo che rappresentiamo. Il simbolo di una volontà
di portare avanti un progetto tramandatoci dai nostri “padri”, da gente che
prima di noi, forse anch’essa senza sapere bene perché, ha tenuto salda la
barra del timone, per guidare questa complessa nave.
Alcuni numeri,
che rendono l’idea di cosa voglia dire questa stagione sportiva:
• 11 mesi
• 51 settimane
• 361 giorni
• 11 categorie
• 566
tesserati
• 47
allenatori
• 14 Dirigenti
Accompagnatori (quelli dello smazzo vero)
• 43 Personale
Società
• 2 impianti
sportivi
• 5 chiavi
della palestra
• 80 palloni
da “grandi” (di cui almeno 1/3 al fiume)
• 200 palloni
da “piccoli”
• Buste di
ghiaccio, tape e tensoplast non si conteggiano
• 9 scuole in
cui abbiamo promosso il rugby
• 94 partite
ufficiali
• 7471 km di
trasferte
• 12
raggruppamenti in casa
• 18
raggruppamenti (per ognuna delle 4 categorie) fuori casa
• 18 tornei
nazionali
• Una finale
regionale U.19 (persa)
• Il primo
“Teresa Profeta”
• Il Brucato
Dentro questi
freddi numeri si raccoglie il lavoro, la pazienza e l’enorme, infinita,
sconfinata passione di un gruppo di persone che si dedica a questo Club, alla
sua gente, ai ragazzi, ai bambini e alle bambine, per far si che tutto fili,
liscio o quasi. Che ognuno si senta “serenamente a casa” una volta arrivato al
campo.
Intensa
dicevo, la stagione; intensa di soddisfazione per me, che ho l’onore e l’onere
di coordinare la giostra. Ho visto mucchi di bambini piccoli, piccolissimi
venire al campo felici. E mucchietti di genitori, tranquilli, sereni che i loro
figli si divertissero e prendessero parte a qualcosa di più grande, qualcosa
che probabilmente gli entrerà nel cuore e nella testa e sarà uno dei fari nella
loro vita.
I più grandi
prendersi cura dei più piccoli; i piccoli a bordo campo a sostenere i più
grandi; i giovani diventare grandi; i vecchi, (proprio i vecchi senza
virgolette), rispondere in massa ad una chiamata e rendere magico quello che
già consideravamo sacro.
Gente che
qualche anno fa era piccola, prendere oggi in mano le redini e trottare.
Il valore più
forte che sento è proprio la dedizione. La voglia di alcuni di rendere speciale
il Quadrifoglio per tutti.
Nei
ringraziamenti non voglio citare direttamente nessuno (mi scorderei sicuramente
qualcuno) ma mi piace considerare tutti grandi e piccoli tasselli di un
bellissimo puzzle.
Ecco, questa è
la Primavera. La nostra Primavera.
Federico
Alverà
General
Manager
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