Lorenzo Cirri è
il nuovo allenatore dei trequarti e della squadra cadetta del Bologna Rugby Club. Con
Cirri si completa la nuova terna di allenatori della società felsinea:
affiancherà l’head coach Francesco Brolis e l’allenatore degli avanti Massimo Sandri.
Cirri è una vecchia conoscenza del
rugby bolognese, in quanto allenatore della squadra e responsabile del settore
femminile prima del Felsina e poi Rugby Bologna 1928 per quattro anni (dal 2012
al 2016), società con la quale ha raggiunto una semifinale scudetto nel
campionato di Serie A e una finale del Campionato nazionale con la Under 16.
Cirri è stato anche responsabile
tecnico del Rugby Sesto Fiorentino, della Rugby Union Versilia, ha collaborato
con la nazionale Lituana femminile 7s come “skills coach” e nelle ultime
stagioni è stato allenatore de Le Puma Bisenzio, sempre nel settore femminile.
Nel settore maschile ha allenato le giovanili a Prato, la Cadetta dei Cavalieri
Prato negli anni d’oro e il Sesto Fiorentino.
Nato a Prato, ex mediano di mischia,
Cirri è uno dei tecnici più preparati in Italia e tra i pochi ad avere il
brevetto internazionale di III livello (IRFU Stage 3 Coaching Course),
conseguito alcuni anni fa in Irlanda.
Lorenzo,
cosa ti ha riportato a Bologna?
Dopo l’esperienza
con la femminile, sono rimasto in buoni rapporti e amicizia con molti dirigenti
del Bologna. Quando Lucio Bini ha saputo che avevo concluso la mia esperienza
con il Bisenzio mi ha chiamato, proponendomi il ruolo di allenatore dei
trequarti e responsabile della Cadetta. Ho accettato con entusiasmo: il Bologna
da tempo pratica un rugby dinamico, con trequarti veloci e forti fisicamente,
sarà un’esperienza molto stimolante. Desideravo allenare di nuovo una squadra
maschile e avevo voglia di tornare sui campi da gioco la domenica.
Quali
sono le maggiori differenze tra il rugby femminile e quello maschile?
Come dico sempre,
il gioco è lo stesso. C’è invece una grande differenza a livello di
comunicazione. Con le ragazze è indispensabile avere un approccio che preveda
più attenzioni, bisogna spiegare, parlare, ascoltare. Credo comunque che siano
qualità, che ho affinato in questi anni, utilissime anche con i maschi, magari
coi più giovani, che hanno bisogno di comprendere e confrontarsi per fare
gruppo, per crescere tecnicamente.
A
proposito di tecnici, come è il tuo rapporto con Francesco Brolis e Massimo
Sandri?
Massimo lo conosco
come giocatore, quando io allenavo la femminile lui giocava ancora nel Bologna.
L’ho risentito in questi ultimi anni quando ha allenato le ragazze a Colorno e
poi Emilya Rugby. Con Francesco ha parlato al telefono e presto ci vedremo per
impostare il lavoro. Ricordo di aver fatto insieme uno corso di aggiornamento
tecnico. Sarà lui come head coach a definire obiettivi tattici e strategici e
modelli di gioco, ma da quel poco che so abbiamo un’idea del rugby molto
simile. Non ho dubbi che ci troveremo bene e che potrò portare la mia
esperienza in modo proficuo per tutta la Società.
Qualche
nostalgia degli anni a Bologna. Ti piacerebbe che il Bologna riaprisse il
settore femminile, magari partendo dalle ragazze più giovani?
Assolutamente sì,
sarei felicissimo di contribuire alla ricostruzione di un percorso per la
riapertura del settore femminile a Bologna. Partendo dalle ragazze nelle
scuole, con le giovanili. Se la Società me lo chiedesse, accetterei senza
dubbi.
Conosci
il rugby – anche internazionale – come pochi in Italia, a quale scuola ti
ispiri come allenatore, o, per le caratteristiche di gioco, a quale atleta?
Per affinità
personali e tecniche sicuramente la scuola irlandese. L’Irlanda è un’idea, una
scuola molto riconoscibile. La nazionale irlandese di questi ultimi anni è
fortissima, e anche cambiando i giocatori, la squadra nel suo insieme non
cambia: sempre efficace e determinata.
E
in Italia?
Tornando al
femminile, Andrea Di Giandomenico (allenatore Italia femminile) è uno degli
allenatori più prepararti in assoluto. Sta facendo benissimo Massimo Brunello
(allenatore nazionale Under 20 maschile) e un gran lavoro è anche quello di
Diego Saccà (nazionale 7s femminile e U18) .
E
gli atleti che preferisci?
Jonathan Sexton,
l’apertura dell’Irlanda e del Leinster, è il numero 1, anche se tecnicamente
credo che il miglior trequarti in circolazione sia Emily Scarratt (la
fuoriclasse inglese già World Rugby Player of the Year nel 2019).
Author: Andrea
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