Una delle note più liete del campionato 2019/20 è
rappresentata dall'apporto di Riccardo Trivilino.
Il giovane tallonatore proveniente dalle esperienze
con Rugby Anzio e Rugby Roma Legio Invicta XV ha trascorso il suo primo anno
della categoria seniores con il Prato Sesto e nella prossima stagione sarà
ancora parte delle squadra. Di seguito le sue parole che fotografano il
campionato appena concluso e i desideri per l'immediato futuro.
Riccardo,
che prima stagione è stata?
E’ stato un anno di crescita individuale
all’interno di un gruppo molto solido. Peccato aver concluso nel momento
migliore del campionato, ma degli spunti positivi nelle nostre prestazioni si
erano già intravisti. Ho affrontato il passaggio da trequarti centro a
tallonatore e devo ammettere che all’inizio la differenza fisica si è fatta
sentire. Non tanto nel gioco spontaneo, quanto nelle fasi di reparto dove ho
dovuto subito confrontarmi con giocatori tanto esperti quanto competitivi.
Quale
squadre della serie A ti hanno impressionato di più?
La Capitolina mi è sembrata la squadra migliore sul
piano dell’organizzazione collettiva. La loro capacità di armonizzare il gioco
è evidente. Per questa ragione diventano difficili da affrontare, sia nelle
fasi di attacco che in quelle difensive. Il Noceto invece mi è sembrata la
squadra con la fisicità più straripante. Tutti molto consistenti sull’uno
contro.
A partire
dalla prossima stagione ci sarà Alberto Chiesa come nuovo allenatore -
giocatore. Cosa ti aspetti dal ritorno in campo della squadra dopo questo lungo
e forzato riposo?
Alberto è un grande giocatore, con un passato
sportivo che parla da solo. Sono molto fiducioso sulla nuova conduzione tecnica
e credo che la volontà di tornare presto in campo ci aiuterà ad essere tutti
più motivati. Anche nell’incertezza sulla data di ripresa. Ci tengo comunque a
ringraziare personalmente Carlo Pratichetti perché con la sua esperienza mi ha
dato la possibilità di crescere come giocatore, mettermi in luce in serie A e
migliorarmi in un ruolo per me inedito.
Da quando
sei a Prato ti dividi fra sport e lavoro. Puoi raccontarci di cosa ti occupi?
Dall'inizio della stagione regolare lavoro al punto
Conad di via Gherardi come addetto alle vendite e adatto gli orari di negozio a
quelli del calendario sportivo. Adesso sono impegnato a tempo pieno con il
lavoro in attesa di poter riprendere la routine scandita dal rugby. La
situazione del supermercato si è stabilizzata, ma devo ammettere che ho
attraversato un periodo di grande pressione. Mi sono sempre sentito al sicuro,
questo va detto, però le persone all’inizio risentivano del nervosismo dovuto
alle notizie sul covid 19 e l’atmosfera nel mio punto vendita, come in tutti
gli altri della città di Prato, era piuttosto tesa.
A gennaio
sei stato convocato con la nazionale under 20. Che esperienza è stata? Che
prospettive pensi possa avere il gruppo di Roselli?
La possibilità di confrontarmi con la maglia
azzurra è stato un privilegio. Un’esperienza che mi ha dato molto e che rimane
un punto di grande soddisfazione in questo primo anno ai Cavalieri Union. Penso
che la nazionale under 20 sia stata costruita per un puntare in alto e già
dalla prossima stagione potrà tornare a rivaleggiare per i primi posti del Sei
Nazioni.
Quali
invece gli obiettivi individuali per il prossimo futuro?
Migliorare nel ruolo, prendere sempre più
confidenza con le dinamiche del pacchetto di mischia e poi condurre un
campionato di qualità insieme a tutta la squadra.
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