La 'festa della palla ovale', domenica 3 novembre 2019, non si è esaurita al
termine dello 'storico' primo derby di serie B giocato sul terreno 'Carlo
Montano' e vinto 21-11 dai 'padroni di casa' del Livorno Rugby sugli 'ospiti'
dei Lions Amaranto. Dopo quella partita indimenticabile, disputata sotto la
pioggia a tratti torrenziale, di fronte a circa 500 appassionati (seduti fianco
a fianco nella tribuna dell'impianto ardenzino: che sia benedetta la copertura
allestita quaranta anni fa, nella stagione 1980/81...) e dopo il classico
'terzo tempo', consumato nella club house del Livorno Rugby, presso l'impianto
'Maneo-Settembrini' di via delle Margherite, c'è stato spazio per una
sorta di speciale 'quarto tempo', effettuato presso un locale del centro, in via
Cambini. Il simpatico aneddoto viene svelato da Alberto Merani, classe '99,
terza linea ala (o meglio 'jolly'...) e capitano del Livorno Rugby.
“Quella con i Lions – dice il 21enne atleta biancoverde – è stata la partita
più emozionante della stagione. Nonostante il maltempo, numerosa e festante la
folla di appassionati, presente al campo, con tanto di fumogeni. Non ci sono
state, in quella gara del tutto speciale, molte azioni salienti (le due squadre
labroniche non hanno certo giocato in quella occasione la loro partita più
brillante, ndc), ma credo che tutti quanti abbiano percepito la tensione
agonistica per tutti gli 80 minuti. Un clima che mi è piaciuto moltissimo. A
fine partita è magicamente uscito il sole: dopo la doccia ed il classico 'terzo
tempo', siamo andati a bere ad un pub di via Cambini, tutti insieme.
Ci siamo
presentati non certo come giocatori di due squadre distinte, ma come
'livornesi'”. Il campionato di B, per l'emergenza del Covid-19, si è concluso
anzitempo, lo scorso 16 febbraio. All'attivo del Livorno Rugby nove vittorie e
due sconfitte. Ecco il bilancio di Merani. “Sul piano tecnico – afferma –
è stata una stagione soddisfacente perché nonostante il bisogno di abituarci
allo stile di gioco adottato da un tecnico, Michele Ceccherini, al suo
primo anno alla guida della prima squadra del Livorno Rugby, e nonostante i
numerosi infortuni che hanno falcidiato la rosa, siamo arrivati comunque
secondi. Non so onestamente come sarebbe finito il campionato, però riconosco
che il Florentia avrebbe avuto una buona probabilità di vincerlo, visto il suo
buon margine (dieci i punti di ritardo dei labronici dalla formazione gigliata,
prima in graduatoria, ndc)”.
“Sono fiero dei miei compagni di squadra, perché
nonostante l’età media bassa siamo riusciti a tenere testa a giocatori con più
esperienza di noi, dando il massimo in ogni partita. Essere il capitano è un
onore che mi riempie di gioia, anche se non è stato facile essere sempre
presente e con la calma di un leader, a causa della mia giovane età e dei miei
impegni universitari (l'atleta è iscritto al secondo anno nella facoltà di
medicina, ndc). Ritengo di aver dato tutto quello che potevo dare”. Merani ha
iniziato l'attività rugbistica, ovviamente nel Livorno, a nove anni, nel 2008.
Con la maglia biancoverde ha effettuato la classica trafila nel settore
giovanile. Poi, nella fase finale del torneo di B 2016/17, l'esordio in prima
squadra. Ha ben presto 'scalato le gerarchie', fino a diventare, a soli 20
anni, il capitano della 'storica' compagine. Una mansione che, per una
formazione della palla ovale, ha un significato del tutto particolare: il
capitano non si limita certo solo ad assistere al sorteggio ad inizio gara per
'palla o campo'... Merani, che in tutto nella stagione 2019/20 ha disputato,
da titolare, dieci gare su undici (ha saltato per infortunio solo il confronto
esterno con il CUS Siena del 12 gennaio), è un classico flanker, affidabile e
concreto in ogni fase. Per necessità di squadra, è però stato impiegato, per
ben sei gare, sui trequarti, come centro. “Mi è dispiaciuto – commenta
sorridendo – 'staccarmi' dagli uomini di mischia per andare ad occupare un
ruolo del reparto arretrato. Però devo ammettere che, sui trequarti mi sono
divertito molto, soprattutto in fase offensiva: sono riuscito anche a trovare,
due volte, la via della meta...”. (FabioGiorgi)
Nessun commento:
Posta un commento