CRAIG
GREEN: UN ALL BLACK ALLA GUIDA DELLE FIAMME
Sarà il neozelandese Craig Green
l’allenatore delle Fiamme Oro Rugby per la stagione 2020-21.
Campione del Mondo con gli All Blacks
nel 1987, e miglior realizzatore della manifestazione di quell’anno con 6 mete
(insieme all’ex coach azzurro, John Kirwan), Green si trasferisce in Italia
alla Benetton dove gioca fino al 1991, per poi trasferirsi come
allenatore/giocatore a Casale fino al 1994 e tornare, dal 1995 al 1999, in
Nuova Zelanda. Nel 1999 approda di nuovo in Italia dove allena Calvisano
(1999-2002), Benetton (2002-2007), Italia Under20 (2008-12), Udine (2012-13),
per poi intraprendere l’avventura giapponese con i Dynaboars (2013-15). Nel
2015 torna in Italia per allenare il Tarvisium e nel 2018, fino all’attuale
stagione conclusasi in anticipo, è l’head coach della Lafert San Donà nel
Peroni TOP12.
Nella guida tecnica del XV della Polizia
di Stato, con il quale ha siglato un accordo biennale con opzione per il terzo
anno, Craig Green verrà affiancato dai confermati assistant coach Alessandro
Castagna, Daniele Forcucci e Matteo Zitelli, così come la figura del Direttore
Tecnico che sarà ancora ricoperta da Sven Valsecchi, mentre il Direttore
Sportivo sarà Claudio Gaudiello, con Giovanni Massaro che passa alla funzione
di Team Manager, ricoperta fino allo scorso anno da Valerio Vicerè che assumerà
la carica di Responsabile della preparazione atletica dei settori giovanili.
«Quello con Green è stato un lungo
corteggiamento che non si era mai concretizzato solamente per problemi
organizzativi – ha dichiarato il Presidente delle Fiamme, Armando
Forgione – Siamo, comunque, sempre rimasti in contatto e alla fine sono
contento che siamo riusciti a sancire questa unione. Posso dire che il mio
amore noto a tutti per il rugby neozelandese abbia giocato un ruolo importante
in questa scelta di un allenatore che, sono convinto, potrà portare alle Fiamme
quel qualcosa in più per tendere a obiettivi sempre più alti: Craig è
sicuramente un personaggio noto non solo per le sue qualità tecniche, ma anche
per quelle umane che so essere di livello elevato. Gli auguro di intraprendere
questa avventura nel migliore dei modi, lavorando in serenità in una struttura
che è quasi unica in Italia e che mette a disposizione del nostro sport tutto
ciò di cui si ha bisogno».
«Potrei dire che finalmente sono
riuscito ad arrivare alle Fiamme e di questo voglio ringraziare il Presidente
Armando Forgione con il quale abbiamo instaurato un ottimo rapporto, anche
grazie a Claudio Gaudiello che, negli anni in cui spesso ero a Roma per seguire
l’Accademia, ha mantenuto sempre costante il contatto – queste le prime parole
del neo allenatore cremisi, Craig Green, che ha rilasciato anche una breve
intervista – Allenare una squadra come le Fiamme è, oltre che una sfida, anche
un onore, perché dietro c’è un’Istituzione importante come la Polizia di Stato
alla quale fanno capo.
È una nostra responsabilità rappresentarla al meglio
anche sui campi da rugby. Sono felice della scelta e non vedo l’ora di iniziare
questa avventura a tempo pieno. Voglio anche ringraziare il Presidente del San
Donà, Alberto Marusso, che è stato molto disponibile e comprensivo
nell’accettare la mia richiesta di andar via per iniziare questa nuova
esperienza».
Tempo
fa ci fu un avvicinamento, ma poi non se ne fece più nulla.
Quattro anni fa non sono approdato alle Fiamme
per motivi di famiglia, i miei figli erano ancora piccoli e non me la sono
sentita di lasciare da sola la mia famiglia.
Ora che sono cresciuti, ho deciso
di fare questo passo. Conosco bene l’ambiente e le strutture di Ponte Galeria,
perché quando l’Accademia Fir aveva sede alla “Gelsomini” venivo spesso.
Cosa
ti aspetti da questa esperienza?
Venire qui significa arrivare in un club
completo, con una struttura che permette di lavorare al meglio; e non parlo
solo della prima squadra, ma anche di un settore giovanile molto nutrito e di
ottimo livello. Qui si sta creando una linea continua, che parte dal minirugby
e arriva al primo XV. Alle Fiamme trovo uno staff completo e di ottimo livello,
cosa molto difficile da trovare in Italia in questo momento. Questa
è una delle ragioni che mi hanno spinto a venire qui.
Qual
è la tua idea di rugby?
Nella mia carriera da giocatore io sono stato
un trequarti e, di conseguenza, mi piace vedere girare molto il pallone, però
penso che il rugby sia uno sport di squadra completo e bisogna avere un team
forte in tutti i ruoli per poter vincere. Non bastano solo buone mani, ma è
necessaria anche la mischia per poter vincere una battaglia sul campo. Vorrei
vedere un rugby molto completo.
Quali
sono i tuoi obiettivi con le Fiamme Oro?
Bisognerà capire come e quando si potrà
tornare a giocare. Il Covid ha stravolto le vite di tutti noi, purtroppo non
solo in ambito sportivo. Dovremo aspettare le direttive che verranno emesse per
quanto riguarda gli sport di squadra e da lì potremo iniziare ad avere le idee
un po’ più chiare. Un obiettivo per la prossima stagione? In questi anni, da
fuori, ho visto le Fiamme Oro in un trend di crescita costante, con un giusto
mix tra giocatori giovani talentuosi, atleti di esperienza e ambizione. Quel
che posso dire è che voglio continuare questo trend verso l’alto, sia come
crescita della squadra che come risultati.
Sei
pronto a vivere in un ambiente particolare, come quello di una caserma?
Sono sempre stato una persona che non ha mai
avuto grandi problemi a stare in casa anche da solo e non credo, sinceramente,
che vivere in una caserma potrà sconvolgere più di tanto il mio stile di vita.
Anzi, penso che vivere h24 insieme ai ragazzi possa portare solo giovamento a
tutto l’ambiente. Ci si può conoscere meglio.
(Cristiano Morabito)
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