Non c'è la controprova, ma la netta
sensazione è che se i campionati fossero proseguiti regolarmente, la società
del Livorno Rugby, in questa seconda parte della primavera 2020, avrebbe
celebrato 'mete' di tutto rispetto. A giudicare dai risultati registrati prima
della sospensione di tutte i tornei (seniores e giovanili) dettata
dall'emergenza del Covid-19, non sarebbe arrivata, in questa annata, la
promozione dalla B alla serie A (la seconda categoria nazionale): la prima
squadra biancoverde, al momento dello stop, era seconda in classifica, con un
margine consistente (10 punti) da quel Florentia, capolista e sempre vittorioso
nelle sue prime undici partite giocate (sarebbe salita solo la prima). E' più
probabile che avrebbero fatto strada (titolo italiano nelle rispettive
categorie?) le formazioni labroniche under 18 e under 16, prime in classifica
nei propri campionati, con un ruolino globale di 23 vittorie, 1 pareggio e 1
sconfitta. Non c'è la controprova: l'unica certezza è che in questo 2020 si
potranno celebrare importanti ricorrenze. Lo 'storico' sodalizio livornese,
nata nel lontano 1931, festeggia in contemporanea, in queste settimane, i 40
anni della promozione dalla B alla A, i 30 anni dallo storico sesto posto in A1
e i 20 anni dall'ultima promozione dall'A2 all'A1 (ed il titolo tricolore degli
under 18). Con serie A e A1 s'intendono le massime categorie: solo dalla
stagione 2001/02 la serie A è diventata a tutti gli effetti la seconda serie
nazionale.
1979/80. Sotto la guida di Guglielmo
Prima (e la presidenza di Orazio Malaguzzi), il Rugby Livorno coglie nella
favolosa stagione 1979/80 la promozione dalla B alla A. Un traguardo fortemente
voluto, meritatissimo, inseguito ed atteso da 12 lunghi anni. Squadra di grido,
composta da Young, Innocenti, Gaetaniello Fabio, Bernini F., Sardi,
Viscariello, Pratesi, Filippeschi, Milianti Mas., Campanile F., Cattaneo,
Ruelle, Bellini, Morelli, Di Tizio, Niccolai, Malaguzzi, Mc Bridge, Cantone,
Campanile M., Pensabene, Ughi, Frangerini, Corci, Scaramelli, Isozio,
Carlascio, Campanile G., Longhi, Torriti e Brondi. La matematica certezza del
salto di categoria giunge alla penultima giornata, con l'affermazione interna,
11-3, con il Calvisano. Biancoverdi primi nel proprio girone iniziale (tredici
vittorie, due pareggi e tre sconfitte) e capaci, nel girone di poule promozione
(composto da sole tre squadre), di vincere di forza l'agguerrita concorrenza
rappresentata dalla propria 'tradizionale bestia nera' Benevento e, appunto,
Calvisano.
(FOTO: LA SQUADRA CHE COME APPENDICE DEL CAMPIONATO DI A1 89/90 AFFRONTO' IN AMICHEVOLE ALLO STADIO 'PICCHI' IL KIEV- Marco Bollesan il primo in alto da destra)
1989/90. Con la 'perla' della vittoria,
21-15, sul Benetton Treviso, in una delle cinque gare ospitate allo stadio
'Armando Picchi', il Rugby Livorno - targato Corime, allenato da Marco
Bollesan, con Massimo Fraddanni presidente - ottiene nella stellare
stagione 1989/90 il sesto posto nella massima serie, il suo miglior risultato
di sempre. Questi i giocatori artefici di una delle maggiori imprese in senso
assoluto dello sport cittadino: Frittelli, Chiari, Castagnoli, Gaetaniello
Fabio, Pacini N., Manteri, Knox, Guidi, Gesi S., Sturlini, Di Tizio, De Luca,
Barsacchi, Mastrocola N., Trumpy, Goti, Marconi, Terreni, Gesi A., Milianti
Mas., Barsotti, Fabbrini, Esposito, Pacheco, Larini. Come appendice di quella
annata strepitosa, sul prato dell''Armando Picchi' va in scena la prestigiosa
amichevole internazionale tra la stessa formazione livornese ed il Kiev. Gara,
manco a dirlo, vinta dagli scatenati livornesi. Quella con gli ucraini è stata,
in senso assoluto, l'ultima partita di rugby giocata nello stadio ardenzino.
1999/2000. Sotto la conduzione
dell'allenatore-giocatore Gianluca Guidi (a proposito: ufficiale il suo ritorno
sulla panchina del Calvisano, dove ha già conquistato due scudetti) e con Bruno
Tognetti presidente, il Rugby Livorno, nel 1999/2000 centra il gran salto
dall'A2 all'A1. Un trionfo inatteso e - sportivamente parlando - miracoloso.
Dopo il terzo posto nel girone eliminatorio, è sufficiente, per centrare il
traguardo, la seconda piazza nella poule promozione, alle spalle dell'Amatori
Parma. Decisivo, nell'ultima giornata di quel 'pazzesco' torneo, la vittoria,
25-20, nel match interno con il CUS Padova. La rosa di quella squadra, che, per
l'ultima volta, ha consentito al club livornese di tornare nel 'gotha della
palla ovale': Renucci, Petrantoni C., Grassi, Pagni, Lombardi, Carugi, Carrai,
Foster, Parri, Kelly, Bonaccorsi, Aiello, De Rossi A., Guidi, Biagiotti G.,
Biagiotti D., Di Teodoro, Milianti Mar., Battagello L., Tuccinardi, Ceccherini,
Montagnani, Del Bubba Fi., Zaccagna, Ribon, Battagello F., Baldini, Baroni,
Giorgetti, Lecci, Mannelli, Parri, Pietra Caprina, Riccucci, Saccà, Trumpy.
Domenica 4 giugno 2000, il giorno dopo la promozione della prima squadra, ecco
il primo (e per ora unico...) titolo italiano vinto da una rappresentativa
biancoverde. Gli under 18 allenati dalla coppia Igli Borsato - Daniele
Conflitto, nella final-four scudetto di Imola, sconfiggono il Petrarca Padova
12-7 ed il Milan 11-5 e si assicurano il tricolore di categoria. I giocatori
biancoverdi campioni d'Italia: Sanna, Rossi, Ceccherini, Biagi, Toncelli,
Figone, Falleni, Squarcini E., Buffa, Lischi, Santoni, Pannocchia, Milianti
Mar., Fedi, Liperini, Pacini F., Pavoletti, Brancoli, Lecci, Paolinetti, Chiesa
R., Marrandino. Sempre nel 2000 (non durante la primavera, ma a gennaio),
nell'unica partita 'cuscinetto' tra il disastroso mondiale dell'autunno
precedente e la prima uscita - in senso assoluto - nel 'Sei Nazioni' (caratterizzata
dal successo a sorpresa, al 'Flaminio' di Roma, con la Scozia), a Livorno
(campo 'Carlo Montano'), l'Italia di Johnstone affronta e supera nettamente,
51-7, la Georgia. E' stata l'ultima partita degli azzurri giocata all'ombra dei
Quattro Mori. (Fabio Giorgi)
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