Siamo già
entrati nella terza settimana dalla ripresa dei regolari allenamenti con
contatto e l’under 16 prosegue la preparazione in vista del
campionato non competitivo di cui il Comitato Regionale sta curando la programmazione e che dovrebbe
partire (mai come nell’ultimo anno il condizionale è d’obbligo) a inizio
giugno.
Se la
stagione si fosse svolta regolarmente, Marco Quagliotti, da quest’anno head coach della squadra, avrebbe
avuto grandi aspettative in termini di gruppo e di risultati: “Sono
ragazzi che conosco molto bene e che alleno da anni. Con questo gruppo eravamo
arrivati in finale al Superchallenge under 14 nel 2019, chiudendo all’ottavo
posto di quello che è il massimo campionato di categoria a livello nazionale e
giocando alla pari anche con la Capitolina poi vincitrice del torneo.
Purtroppo, non possiamo sapere come sarebbe andata quest’anno, però l’obiettivo
minimo era passare al girone Elite. Vedremo cosa succederà l’anno prossimo. Già
la stagione scorsa era terminata prestissimo per l’emergenza sanitaria e
avevamo giocato soltanto pochissime partite di campionato, dopo lo stop totale
di quest’anno, per i ragazzi più grandi significherebbe passare direttamente
dall’under 14 all’under 18, un salto davvero impegnativo dal punto di vista fisico.
Sarebbe auspicabile, come da voci che circolano, il passaggio alle under
dispari, in modo da poter giocare ancora un anno in una categoria intermedia.
Mi piacerebbe vederli in campo tutti insieme in un campionato vero e proprio, è
un anno che aspettano di farlo”.
Nonostante questi ragazzi siano in quella fascia d’età in cui purtroppo l’abbandono dello sport è fisiologico e la situazione di emergenza abbia negato loro gli aspetti più importanti del rugby, coach Quagliotti è soddisfatto perché la partecipazione agli allenamenti è stata comunque alta.
“Come tutti, abbiamo cercato di fare il possibile in questi mesi,
lavorando sulla tecnica individuale, sulla corsa e su tutto quello che era
consentito dai protocolli, cercando però di alternare la parte più noiosa con
dei giochi per farli divertire, visto che per molti di loro l’ora e mezzo di
rugby era l’unico momento di sfogo dopo ore di DAD al computer”.
Mancando
il contatto e le partite, gli stimoli non sono stati sufficienti e qualcuno ne
ha risentito, ma sono stati pochissimi. “Più del contatto in sé, è mancata la partita, la sfida con
l’avversario, le trasferte, il potersi trovare tutti insieme a fine partita in
clubhouse”. Ora il campionato di giugno offrirà loro l’occasione di
ripartire: “Non vedono l’ora, dopo tanti mesi di ‘astinenza’, si vede che
hanno voglia di giocare e di placcare. Purtroppo però è venuta un po’ meno
l’abitudine all’intensità del gioco, l’aspetto agonistico vero e proprio, e
stiamo facendo fatica a fargliela ritrovare. Questo è un gruppo da ‘tutto o
niente’, stiamo lavorando intensamente e sono fiducioso”.
Oltre
a Marco Quagliotti, vera bandiera gialloblù con 24 anni di militanza
nella Rugby Parma, lo staff tecnico è composto da Alessandro Niero e Marcello Zito, con il supporto di Lorenzo Tucconi e con Alessio Calì come preparatore atletico. Capitano
della squadra è Filippo Simoni (centro, all’occorrenza apertura); Samuele Bordini (centro) e Pietro Melegari (terza linea) vice capitani.
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