mercoledì 16 luglio 2025

RUGBY ADVENTURE CAMP/ Chris De Meyer ad Acqui Terme con Rugbytotale & Sociale.


Come l’anno scorso l’Adventure Rugby Camp, che si chiudera’ sabato prossimo, è organizzato su tre  distinti stage. Il primo si è sviluppato a Feisoglio, uno splendido piccolo borgo in provincia di Cuneo a 700 metri di altitudine, non lontano da Alba, la cosiddetta  “capitale” delle Langhe, gli altri due sono stati programmati al centro sportivo Mombarone di Acqui Terme.


   (Da Feisoglio con Chris De Meyer e PierPaoloRuggiero)


Ieri mattina noi di RUGBYTOTALE&SOCIALE siamo andati a trovare proprio in questo ben strutturato centro sportivo Chris De Meyer, responsabile tecnico di questo terzo evento che si chiudera’ entro questo fine settimana. I ragazzi iscritti a questo Camp provengono dai vari club piemontesi dell’Alba, del Val Tanaro, Settimo Torinese, Alessandria, Ivrea,  U.R.P.A che raggruppa attività giovanili  di Novi Ligure, CUS Piemonte Orientale, Lions Tortona  etc.etc.. 


I principali tecnici presenti agli stage sono Pier Paolo Ruggiero e Chris De Meyer e quest’ultimo lo abbiamo incontrato ieri mattina appunto ad Acqui Terme impegnato con i ragazzi degli Under 16 e under 18.

“ Siamo arrivati all’ottava edizione di questo Camp – ammette il tecnico sudafricano, in Italia da molti anni – e vorrei rimarcare che lo sport del  rugby si sviluppa di settimana in settimana, quasi di giorno in giorno, ed ovviamente anche noi dell’organizzazione desideriamo rimanere al passo dei tempi aggiornandoci costantemente. Abbiamo provato ugualmente a mantenere gli stessi programmi ma questi cambiamenti tecnici cerchiamo di insegnarli anche in questa particolare occasione. “

“ I nostri insegnamenti puntano logicamente a migliorare globalmente la tecnica di questi giovani dai placcaggi, ai punti d’incontro, noi rimaniamo sulle principali basi del rugby. Lavoriamo molto su tanti piccoli dettagli. Comunque rimaniamo sempre sul consueto trand, anche se si cerca costantemente di migliorare la base tecnica dei ragazzi. Si sono divisi per eta’ i rispettivi Camp con il primo di Feisoglio dedicato piu' al  minirugby, il primo di Acqui per i piu’ giovani sino ai 14 anni  ed il secondo ed ultimo per i 16 e 18 anni. Con questo appuntamento personalmente chiudo il mio impegno estivo, in quanto non andro’ come l'anno passato  in Irlanda ad una altro Camp curato da un mio amico ex Springbok, perche' occupato in Italia. “

  (Gli U16/18  con Chris De Meyer al Camp di Acqui Terme)

Rugby e calcio giocano su di un terreno di gioco fondamentalmente simile, preferendo senza dubbio anche l’erba naturale, ma in quanto a modifiche la palla ovale è maggiormente impegnata a cambiare, variare le regole di gioco, alcune tra l’altro molto importanti! Per quale motivo?

“ Nel rugby c’è sempre bisogno costantemente di cercare di migliorare il gioco di squadra, d’inventare qualche cosa di nuovo – afferma DE MEYER – tutto cio' deve risultare una sorpresa per l’eventuale successivo avversario che si verra’ a confrontare. Oggi come oggi e soprattutto dal Sud Africa, da dove arrivo anche io, si è evidenziato una grande crescita, e si nota una continua ricerca della novità. Tecnicamente anche gli Sprigbok li abbiamo visti con gli Azzurri modificare alcune impostazioni in campo, anche durante alcune touche, ottenendo buoni risultati. L’Italia è mancata un poco nelle fasi difensive, ovviamente il Sud Africa sta cercando di sviluppare il suo gioco e non è piu’ come nei tempi dietro quando puntava quasi tutto sull’impatto fisico, adesso lo sviluppo del gioco è molto piu' aperto, in generale, non è solo mischia – forza – touche, ed è anche chiaro che proprio dalle rimesse laterali che il Sud Africa è vero Campione, ma ora il gioco è sempre maggiormente dedicato alle azioni in velocità sui trequarti, avanzando, pressando. Il rugby del resto presenta sempre nuove teorie e tutti stanno cercando di provare qualche cosa di nuovo.”

E così è successo per esempio l’altra sera nel Mondiale Under 20 fra Italia ed Australia…….

“ Infatti proprio i giovani Wallabies stanno portando nel rugby delle teorie di gioco importate dal Football Americano – riprende CHRIS DE MEYER – e nell’occasione  hanno utilizzato ottimamente il gioco al piede. Anni fa era l’Inghilterra con Jonny Wilkinson a utilizzare ottimamente questo particolare e i frutti si erano largamente evidenziati. Anche la giovanile dell’Italia mi è piaciuta, ma commettendo qualche errore di troppo con un avversario molto preparato non si poteva sperare di piu’.”

Chris  De Meyer giocava mediano di mischia e da tempo ha intrapreso in modo prolifico la carriera di allenatore. Anche quest’anno ad Ivrea ha portato avanti un importante lavoro con il club dell’Ivrea dove in Serie B ha offerto alcune prestazioni di rilievo, mantenendo anche la  stessa categoria. L’Ivrea tra l’altro è stata una delle poche formazioni che è riuscita a superare  sul campo  quel sorprendente Stade Valdotain il quale  l’anno prossimo giocherà in Serie A2.

“ Noi abbiamo giocato tutte le nostre carte sino all’ultima giornata di gare – conclude il tecnico – e penso che tutti abbiano constatato che in campo abbiamo fatto giocare tanti giovani atleti. Quest’anno avevo a disposizione almeno una dozzina di ragazzi delle classi 2005/6/7 che hanno giocato in Serie B. Ragazzi molto bravi, ma abbiamo purtroppo perso alcune partite per poco distacco nel punteggio, e solo per mancanza di una certa inesperienza. Purtroppo per queste categorie, vale a dire per gli U18, per loro specificatamente c’è poco spazio alternativo alla categorie seniores, e logicamente giocando appunto fra i seniores l’impatto puo’ risultare difficoltoso. Alcuni ex U18 non sono ancora idonei a frequentare un Campionato seniores, insomma teoricamente mancano le attività per  gli U20/21.” (rr)

 

 

 

 

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