domenica 13 agosto 2023

RUGBYTOTALE & SOCIALE/Il ricavato dal torneo RUGBY AU TUCCU in memoria di Massimo Cirilli è stato devoluto alla Fondazione Veronesi.


A Genova un torneo di rugby all’insegna della solidarietà, così la famiglia ricorda Massimo, scomparso per un tumore del pancreas

Un torneo di rugby all’insegna dell’amicizia e della solidarietà: è così che la famiglia ha deciso di ricordare Massimo Cirilli, già capitano negli anni ‘80-’90 del CUS Genova Rugby, scomparso il 13 agosto 2022 per un tumore del pancreas.

Il torneo di  rugby “al tocco”, ovvero senza placcaggi, e per questo ancora più inclusivo, si è svolto allo stadio Carlini di Genova sabato 1 luglio 2023 a partire dalle ore 16. Per coinvolgere il maggior numero possibile di persone non sono mancati cibo e bevande, un torneo di beach volley e anche una lotteria. Il ricavato, che ammonta a 4.800 euro, sarà devoluto a Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca sul tumore del pancreas.

Con l’aiuto di mamma Titti e del fratello Federico, il torneo è stato organizzato da Matteo Cirilli, figlio di Massimo, che dal padre ha ereditato la passione per il rugby, praticato per vent'anni sempre al CUS Genova. Fondamentale anche l’aiuto degli ex compagni di rugby di padre e figlio. È proprio a Matteo che abbiamo chiesto come sia nata l’idea del torneo e perché abbiano scelto proprio Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca sul tumore del pancreas.

Come è nata l’idea del torneo di rugby a sostegno della ricerca sul tumore del pancreas?

«Dopo la scomparsa di mio padre ho capito di voler fare qualcosa per ricordarlo, ma desideravo che fosse qualcosa di utile e solidale, come avrebbe voluto lui. È anche grazie ai valori di uno sport di aggregazione come il rugby, infatti, che mio padre ha insegnato a me e mio fratello Federico l’importanza del rispetto, dell’amicizia e della solidarietà. Cercare di fare qualcosa per gli altri è stato quindi naturale: il mio desiderio più grande è che in futuro, grazie ai progressi della ricerca scientifica, il tumore del pancreas diventi sempre meno temibile e sempre più curabile in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. Naturale è stata anche la scelta di organizzare proprio un torneo di rugby, sport che mio padre ha praticato e amato per tutta la vita».

Come mai hai pensato proprio a Fondazione Veronesi?

«La scelta di devolvere il ricavato del torneo a Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca scientifica sul tumore del pancreas è nata proprio dal ricordo di mio padre che, appena scoperto del suo tumore, si è affidato alla lettura di molte informazioni presenti sul sito di Fondazione Veronesi per cercare risposte alle sue numerose domande. Era quasi come se gli articoli lo tranquillizzassero e gli donassero serenità per affrontare la malattia con maggiore consapevolezza, e con un pizzico di speranza».

Come è stata accolta questa iniziativa?

«L’iniziativa è stata accolta con estremo entusiasmo da tutti i partecipanti che sono stati circa 400, un numero che proprio non ci aspettavamo. Sport, amici, divertimento, cibo, musica e il desiderio di fare del bene sono stati la chiave del successo. Per rendere il torneo più inclusivo e perché potessero prendervi parte giocatori di età differenti, tra i 18 e i 65 anni, anche ex rugbisti che ormai non giocano più abitualmente, abbiamo pensato di adottare la variante del touch rugby, dove al posto del placcaggio, per bloccare l’avversario basta toccarsi. Alla giornata, tuttavia, non hanno partecipato solo i giocatori del torneo di rugby, ma chiunque lo desiderasse. Le opportunità erano molte: giocare a beach volley, partecipare alla lotteria, fare il tifo o semplicemente passare qualche ora in compagnia bevendo e mangiando. Il giorno successivo al torneo mia madre Titti, mio fratello Federico ed io abbiamo ricevuto tantissimi messaggi di ringraziamento per avere organizzato un evento simile permettendo di ricordare mio padre e facendo allo stesso tempo del bene in favore della ricerca scientifica, e in particolare dei malati di tumore del pancreas e delle loro famiglie. Per il supporto nell'organizzazione e nella gestione dell'evento vorrei rivolgere un ringraziamento speciale a Livio Chindamo, a Tommy Castello e ai Cavalieri di San Giorgio. Visto il successo ottenuto quest’anno, anche grazie alla preziosissima collaborazione e supporto di Fondazione Veronesi, vorremmo farlo diventare un appuntamento annuale».

Cosa ti ha lasciato questa giornata?

«Vedere così tanta gente coinvolta durante l’evento è stata una grande emozione e dimostrazione di quello che di meraviglioso ha fatto mio padre durante la sua vita, ed è stato bello poter fare del bene a mia volta per altre persone. Il ricordo che ho di mio padre è quello di un uomo buono, con un cuore grande, sempre pronto ad aiutare gli altri, sempre col sorriso. Il dolore non si attenua, ma questa giornata mi ha fatto capire ancora di più la bellezza della vita e delle persone che possono aiutarci a superare questi bruttissimi ostacoli, come la perdita di una persona cara. Una giornata di divertimento, di sport, di amicizia e di altruismo rispecchia esattamente i valori che mi ha trasmesso mio padre ed è esattamente così che lui avrebbe voluto essere ricordato».


Torneo di rugby “al tocco” in ricordo di Massimo Cirilli (in foto Federico e Matteo Cirilli e mamma Titti)

 

 

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