venerdì 12 giugno 2020

ZEBRE R.C. - La parola a Giovanni D'Onofrio.




IL NEO INNESTO GIOVANNI D’ONOFRIO È PRONTO A QUESTA NUOVA AVVENTURA CON LE ZEBRE
“ALLE ZEBRE HO TROVATO UN AMBIENTE MOLTO SERENO, C’È TANTA VOGLIA DI ALLENARSI E DI TORNARE A GIOCARE”
“IL MIO PRIMO OBIETTIVO SARÀ QUELLO DI GUADAGNARMI LA FIDUCIA DEI MIEI COMPAGNI DI SQUADRA E DI TUTTO LO STAFF TECNICO”
Parma – È Giovanni D’Onofrio il primo giocatore delle Zebre a parlare ai microfoni del sito web del club dopo il lungo periodo di stop dell’attività sportiva dovuto all’emergenza coronavirus.










[Giovanni   D'Onofrio alla Cittadella del Rugby di Parma]

L’ex Azzurrino è uno dei nuovi innesti di mercato della franchigia federale, squadra con cui vanta già quattro presenze ufficiali in qualità di permit player nel corso delle stagioni 2016/17, 2017/18 e 2018/19. L’esordio con i multicolor risale al 23 ottobre 2016, data in cui Giovanni scese in campo appena diciottenne nella gara di Champions Cup contro il Connacht Rugby.
A conclusione della quarta settimana di allenamenti alla Cittadella del Rugby di Parma, l’ala beneventana ha raccontato le prime impressioni su questo suo nuovo ritorno in squadra.
Cresciuto nel club della sua città natale dell’U.R. Rugby Benevento, il 22enne ha perfezionato il suo percorso di crescita nei ranghi dell’Accademia Nazionale “Ivan Francescato”, debuttando nel 2018 nel massimo campionato italiano con le Fiamme Oro Rugby.

Ritorni a Parma dopo più di un anno dalla tua ultima gara da permit player delle Zebre. Che ambiente hai ritrovato e che impressioni hai avuto da queste prime settimane di allenamento? “Ho trovato un ambiente molto sereno, essendo stati fermi da circa tre mesi c’è molta voglia di fare e soprattutto di tornare a giocare!”
Con quali motivazioni arrivi alle Zebre e quale sarà il tuo primo obiettivo ora che sei entrato in pianta stabile nello spogliatoio multicolor? “Il mio primo obiettivo sarà guadagnarmi la fiducia dei miei compagni di squadra e di tutto lo staff tecnico”
Quattro anni fa, l’esordio con le Zebre contro il Connacht in Champions Cup. Era il 23 ottobre 2016 e non eri appena diciottenne. 




Ti aspettavi un debutto così e che ricordi hai di quella giornata? “Sicuramente è uno dei ricordi più belli che conservo. Ero arrivato da poco in Accademia a Parma e coach Gianluca Guidi mi chiamò chiedendomi di venire ad allenarmi con le Zebre. Dopo due settimane mi convocò per la partita contro il Connacht dandomi anche l’opportunità di giocare quaranta minuti”.
Cosa porti di positivo dalle tue ultime due stagioni che ti hanno visto protagonista nel massimo campionato italiano con le Fiamme Oro Rugby, il gruppo sportivo della Polizia di Stato? “Porto con me tante emozioni, tanti ricordi e tanti affetti. Dall’esperienza con le Fiamme Oro Rugby ho imparato molto prendendo come modello giocatori di esperienza che erano arrivati alle Zebre prima di me come Cristiano Caffini e tanti altri. Ringrazio la Polizia di Stato e in particolare il dottor Forgione, presidente della società cremisi, per l’opportunità che ha concesso a me, Iacopo Bianchi e Matteo Nocera”.
Ritrovi alle Zebre coach Roselli e Moretti, ma anche tanti compagni di club ai tempi dell’Accademia, delle Fiamme Oro e delle giovanili della Nazionale. Quanto è importante essere circondati in squadra da così tante persone con cui hai condiviso un percorso di crescita e che ti conoscono a livello personale e tecnico? “Molto! Per me è fondamentale avere un gruppo unito con cui si possono condividere tante cose oltre al rugby”.
Sei stato metaman del Mondiale U20 nel 2018, chiuso dall’Italia ad uno storico 8° posto sotto la guida di coach Roselli e Moretti. Per te 6 mete in 5 partite, per tutti voi Azzurrini due vittorie importanti contro Scozia e Argentina. Che momento è stato e che valore ha avuto nella tua crescita come giocatore? “Sicuramente un altro ricordo bellissimo che conservo dalle nazionali giovani è aver disputato un Mondiale, nel mio caso due edizioni, cosa non da poco. Per me l’aspetto più importante nel rugby è avere un gruppo unito e ritrovare qua alle Zebre tantissimi giocatori con cui ho condiviso il mio percorso di crescita è fondamentale perché ti permette di lavorare meglio e di giocare con più affiatamento in campo”.
Negli ultimi anni hai indossato anche la maglia della Nazionale a sette. Cosa hai tratto di positivo da questa variante del rugby a 15 dove trequarti fulminei come te sanno mettersi in mostra? “E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito molto come giocatore, perché giocando contro atleti che hanno le mie stesse caratteristiche impari ad adattarti ad ogni situazione di gioco e a trovare nuovi modi per essere performante in campo. Il Seven inoltre ti dà la possibilità di migliorare molto su alcuni aspetti tattici fondamentali come il posizionamento in campo”.


La scheda di Giovanni D’Onofrio:
Nome: Giovanni
Cognome: D’Onofrio
Nato a: Benevento (BN)
Il: 05/05/1998
Altezza: 184 cm
Peso: 86 kg
Ruolo: Ala
Honours: Italia U17, U18, U20, Italia Seven
Caps: 0
Presenze in Guinness PRO14: 3
Presenze in EPCR Champions Cup: 1
Presenze in EPCR Challenge Cup: 0
Club precedenti: Fiamme Oro Rugby, Accademia Nazionale “Ivan Francescato”, U.S. Rugby Benevento
Instagram: @11.giodonofrio

Simone Del Latte













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