IL NEO INNESTO GIOVANNI D’ONOFRIO È PRONTO A
QUESTA NUOVA AVVENTURA CON LE ZEBRE
“ALLE ZEBRE HO TROVATO UN AMBIENTE MOLTO
SERENO, C’È TANTA VOGLIA DI ALLENARSI E DI TORNARE A GIOCARE”
“IL MIO PRIMO OBIETTIVO SARÀ QUELLO DI
GUADAGNARMI LA FIDUCIA DEI MIEI COMPAGNI DI SQUADRA E DI TUTTO LO STAFF
TECNICO”
Parma – È Giovanni D’Onofrio il
primo giocatore delle Zebre a parlare ai
microfoni del sito web del club dopo il lungo periodo di stop dell’attività
sportiva dovuto all’emergenza coronavirus.
[Giovanni D'Onofrio alla Cittadella del Rugby di Parma]
L’ex Azzurrino è uno dei nuovi innesti di mercato della franchigia federale, squadra con cui vanta già quattro presenze ufficiali in qualità di permit player nel corso delle stagioni 2016/17, 2017/18 e 2018/19. L’esordio con i multicolor risale al 23 ottobre 2016, data in cui Giovanni scese in campo appena diciottenne nella gara di Champions Cup contro il Connacht Rugby.
A
conclusione della quarta settimana di allenamenti alla Cittadella del Rugby di
Parma, l’ala beneventana ha raccontato le prime impressioni su questo suo
nuovo ritorno in squadra.
Cresciuto
nel club della sua città natale dell’U.R. Rugby Benevento, il
22enne ha perfezionato il suo percorso di crescita nei ranghi dell’Accademia
Nazionale “Ivan Francescato”, debuttando nel 2018 nel massimo
campionato italiano con le Fiamme Oro Rugby.
Ritorni a Parma dopo più di un anno dalla tua
ultima gara da permit player delle Zebre. Che ambiente hai ritrovato e che
impressioni hai avuto da queste prime settimane di allenamento? “Ho trovato un ambiente molto sereno, essendo
stati fermi da circa tre mesi c’è molta voglia di fare e soprattutto di
tornare a giocare!”
Con quali motivazioni arrivi alle Zebre e
quale sarà il tuo primo obiettivo ora che sei entrato in pianta stabile nello
spogliatoio multicolor? “Il
mio primo obiettivo sarà guadagnarmi la fiducia dei miei compagni di squadra
e di tutto lo staff tecnico”
Quattro anni fa, l’esordio con le Zebre
contro il Connacht in Champions Cup. Era il 23 ottobre 2016 e non eri appena
diciottenne.
Ti aspettavi un debutto così e che ricordi hai di quella
giornata? “Sicuramente
è uno dei ricordi più belli che conservo. Ero arrivato da poco in Accademia a
Parma e coach Gianluca Guidi mi chiamò chiedendomi di venire ad allenarmi con
le Zebre. Dopo due settimane mi convocò per la partita contro il Connacht
dandomi anche l’opportunità di giocare quaranta minuti”.
Cosa porti di positivo dalle tue ultime due
stagioni che ti hanno visto protagonista nel massimo campionato italiano con
le Fiamme Oro Rugby, il gruppo sportivo della Polizia di Stato? “Porto con me tante emozioni, tanti ricordi e
tanti affetti. Dall’esperienza con le Fiamme Oro Rugby ho imparato molto
prendendo come modello giocatori di esperienza che erano arrivati alle Zebre
prima di me come Cristiano Caffini e tanti altri. Ringrazio la Polizia di
Stato e in particolare il dottor Forgione, presidente della società cremisi,
per l’opportunità che ha concesso a me, Iacopo Bianchi e Matteo Nocera”.
Ritrovi alle Zebre coach Roselli e Moretti,
ma anche tanti compagni di club ai tempi dell’Accademia, delle Fiamme Oro e
delle giovanili della Nazionale. Quanto è importante essere circondati in
squadra da così tante persone con cui hai condiviso un percorso di crescita e
che ti conoscono a livello personale e tecnico? “Molto! Per me è fondamentale avere un gruppo
unito con cui si possono condividere tante cose oltre al rugby”.
Sei stato metaman del Mondiale U20 nel 2018,
chiuso dall’Italia ad uno storico 8° posto sotto la guida di coach Roselli e
Moretti. Per te 6 mete in 5 partite, per tutti voi Azzurrini due vittorie
importanti contro Scozia e Argentina. Che momento è stato e che valore ha
avuto nella tua crescita come giocatore? “Sicuramente un altro ricordo bellissimo che
conservo dalle nazionali giovani è aver disputato un Mondiale, nel mio caso
due edizioni, cosa non da poco. Per me l’aspetto più importante nel rugby è
avere un gruppo unito e ritrovare qua alle Zebre tantissimi giocatori con cui
ho condiviso il mio percorso di crescita è fondamentale perché ti permette di
lavorare meglio e di giocare con più affiatamento in campo”.
Negli ultimi anni hai indossato anche la
maglia della Nazionale a sette. Cosa hai tratto di positivo da questa
variante del rugby a 15 dove trequarti fulminei come te sanno mettersi in
mostra? “E’
stata un’esperienza che mi ha arricchito molto come giocatore, perché
giocando contro atleti che hanno le mie stesse caratteristiche impari ad
adattarti ad ogni situazione di gioco e a trovare nuovi modi per essere
performante in campo. Il Seven inoltre ti dà la possibilità di migliorare
molto su alcuni aspetti tattici fondamentali come il posizionamento in
campo”.
La scheda di Giovanni D’Onofrio:
Nome: Giovanni
Cognome: D’Onofrio
Nato a: Benevento (BN)
Il: 05/05/1998
Altezza: 184 cm
Peso: 86 kg
Ruolo: Ala
Honours: Italia U17, U18, U20, Italia Seven
Caps: 0
Presenze in Guinness PRO14: 3
Presenze in EPCR Champions Cup: 1
Presenze in EPCR Challenge Cup: 0
Club precedenti: Fiamme Oro Rugby, Accademia Nazionale “Ivan
Francescato”, U.S. Rugby Benevento
Instagram: @11.giodonofrio
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Simone Del Latte
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RUGBY E SOCIALE di Roberto Roncallo (O.D.G. 170599 roncallo.roberto488@gmail.com ) creato da Dino Fruccio
venerdì 12 giugno 2020
ZEBRE R.C. - La parola a Giovanni D'Onofrio.
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